Le loot box 'manipolano ed aggrediscono' i giocatori, secondo un report europeo

Le loot box 'manipolano ed aggrediscono' i giocatori, secondo un report europeo
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Ormai da diverso tempo la questione loot box è al centro delle discussioni, non solo tra i giocatori ma anche a livello governativo, con vari paesi che stanno prendendo misure contro questa pratica considerata da molti alla stregua del gioco d'azzardo.

E' il motivo, ad esempio, per cui Diablo Immortal non uscirà in Olanda e Belgio, per via delle leggi in vigore in questi due stati contro loot box e microtransazioni (nello specifico, le compagnie che ne fanno uso devono avere una licenza per il gioco d'azzardo). Ma a livello europeo continua senza sosta il dibattito sul tema, con nuovi report di approfondimento. L'ultimo, redatto dal Norwegian Consumer Council (NCC) le descrive come pratiche manipolatrici e in grado di sfruttare gli utenti. Una teoria tra l'altro sostenuta da altri 20 organizzazioni a tutela dei consumatori consultate dall'NCC, sparsi in 18 nazioni attraverso l'Europa.

"La presentazione e il metodo di vendita delle loot box spesso consiste nello sfruttare i consumatori attraverso meccanismi predatori, favorendo la dipendenza, prendendo di mira gruppi di individui vulnerabili e molto altro ancora", afferma Finn Myrstad, Director of digital policy dell'NCC. Il report ritiene che questa pratica sia "eccessivamente aggressiva" soprattutto perché diversi giochi che la implementano sono rivolti ad un pubblico di giovanissimi.

La questione è dunque in continuo divenire, e non è da escludere dunque che altri governi internazionali prendano serie misure per contrastare una pratica ormai da tempo consolidata in ambito videoludico. Lo scorso anno anche la Cina ha preso provvedimenti contro le microtransazioni,con nuovi regolamento che vietano ai più giovani di farne uso.