McLaren assume come eSport Director l'ex Marketing Manager di Microsoft Ben Payn
McLaren, la prima squadra di Formula Uno a entrare nel mondo dell'esport, ha nominato Ben Payne come primo Direttore dell'eSport della compagnia britannica.L'annuncio è arrivato durante le finali del World Fastest Gamer Series organizzato da McLaren. Nel corso dell'evento, dodici piloti "virtuali" si sono contesi un contratto con l'azienda britannica per diventare il simulator driver ufficiale della casa automobilistica.
Ben Payne entra quindi a far parte della società dopo la sua esperienza in Microsoft, dove ha assunto importanti ruoli nel marketing. In quanto nuovo direttore dell'eSport, "supervisionerà la crescita e lo sviluppo della strategia eSport di McLaren, inclusi tutti gli aspetti legati al World Fastest Gamer".
Dopo l'annuncio, Ben Payne ha dichiarato:
"Sono lieto di entrare a far parte del team McLaren come direttore dell'eSport. È senza dubbio un momento propizio per entrare nell'azienda e non vedo l'ora di aiutare il marchio McLaren a crescere e svilupparsi attraverso l'eSport e le sue proposte".
Zak Brown, direttore esecutivo del McLaren Technology Group, ha aggiunto:
"I giochi e l'eSport sono due mercati enormi ed emozionanti e crediamo che siano due elementi essenziali per la nuova piattaforma di marketing di McLaren. La crescita e l'appeal del gaming, e la sua stretta relazione con i motori e la Formula Uno, lo rendono una zona di naturale espansione per noi".
I simulatori di corse non sono solo un "gioco" per i team di Formula Uno. I piloti passano decine di ore ogni anno con un simulatore, per ottenere il massimo risultato in ogni tracciato, anche se non tutti sembrano ugualmente apprezzare l'iniziativa. Il quattro volte campione del mondo Lewis Hamilton ha ripetutamente detto che "i simulatori non sono poi tanto meglio dei videogiochi".
Sebastian Vettel si è unito al dissenso dichiarando che i simulatori non sono sicuramente giochi e, soprattutto, non sono "divertenti", dato che comunque stare nel simulatore è un lavoro duro e le simulazioni sono fatte apposta per fornire informazioni cruciali all'intera squadra. Jacques Villeneuve, invece, nel 1996 - dopo la sua prima vittoria in Formula Uno, nel Gran Premio d'Europa al Nürburgring, ha affermato di aver vinto perché conosceva la pista meglio di chiunque altro in quanto aveva "trascorso un incalcolabile quantitativo di ore a giocare". Insomma, che siamo videogiochi o simulatori, i piloti ne traggono comunque beneficio, non vi pare?
Non ci resta che attendere e capire se anche altre scuderie di Formula Uno seguiranno l'esempio della McLaren.
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