Naughty Dog: i presidenti Wells e Druckmann rispondono alle accuse di crunch

Naughty Dog: i presidenti Wells e Druckmann rispondono alle accuse di crunch
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Naughty Dog, studio facente parte della galassia dei PlayStation Studios, ha visto la propria notorietà accrescersi sempre di più grazie a videogiochi di assoluto spessore, che hanno contribuito a definire l'intero medium. In diverse occasioni, in ogni caso, i cagnacci sono anche finiti al centro di polemiche, come quelle relative al crunch.

Di recente, i co-presidenti Evan Wells e Neil Druckmann hanno rilasciato un'intervista a Ben Reeves, giornalista di Game Informer, nel corso della quale sono emersi numerosi spunti di discussione. Tra le altre cose, i due hanno avuto modo di riflettere sulle accuse di crunch piovute sullo studio in passato. Nello specifico, quando l'intervistatore ha chiesto "Potete parlare della vostra esperienza personale con il crunch e di come questo ha condizionato lo studio?", Evan Wells ha preso la parola spiegando quanto segue: "Ho lavorato davvero duramente nel corso degli anni. Io credo che questo ha aiutato la mia carriera ad arrivare dov'è ora. Come studio, abbiamo tutti lavorato duramente insieme, e continuiamo a farlo per ogni progetto cercando il giusto bilanciamento, proprio come facciamo in ogni aspetto tecnico dei nostri giochi".

Dopodiché, Neil Druckman ha preso la parola per affermare che Naughty Dog "cura la quality of life per prevenire il burnout e valorizzare le menti dello studio". Per farlo, sono stati istituiti dei gruppi di lavoro "per parlare delle aree che possono essere migliorate". È pur vero, secondo Druckmann, che "ognuno ha una differente definizione di crunch", per cui in Naughty Dog hanno scoperto che "non esiste una soluzione adatta per tutti. Ognuno ha una situazione unica alla quale bisogna prestare attenzione".

Quando il giornalista ha proposto a Wells la sindacalizzazione (unionization) come una possibile soluzione al problema del crunch, Wells ha risposto: "Non ho pensato molto a questo. Non credo possa essere una soluzione per il crunch. Ricollegandomi al discorso di Neil, abbiamo creato un ambiente che permette alle persone di lavorare tanto oppure poco, come desiderano loro. Se dopo 40 ore di lavoro suonasse un allarme e i server venissero spenti per interrompere il lavoro, alcune persone sarebbero davvero frustrate. Ci sono persone che vogliono davvero fare degli sforzi extra per rifinire il proprio lavoro, si sentirebbero in gabbia".