Perché The Last of Us Parte 2 è odiato e criticato?

Perché The Last of Us Parte 2 è odiato e criticato?
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Nonostante abbia riscosso un successo letteralmente unanime di critica a livello internazionale (Metacritic riporta una media di 93/100) e abbia venduto oltre 10 milioni di copie nel mondo, il rapporto tra The Last of Us Parte II e una parte del pubblico è sempre stato piuttosto burrascoso, sin da prima del lancio. Ma perché? Analizziamo la situazione.

Il kolossal di Naughty Dog pubblicato su PlayStation 4 nel giugno del 2020 ha ricevuto una accoglienza tiepida da una certa fascia di pubblico, soprattutto da alcuni giocatori americani. L'User Score riportato su Metacritic sfiora la sufficienza, con un 5.8 basato su oltre 161.000 recensioni degli utenti.Di fatto è una reazione opposta rispetto all'affetto dimostrato dai giocatori per il titolo originale, con il primo The Last of Us che gode di una media voto utenti di 9.2 sia per la versione PS3 che per la Remastered PS4. Proviamo dunque a ricostruire i motivi per cui la seconda avventura di Ellie non ha fatto breccia nel cuore di tutti gli appassionati, nonostante sia un'esperienza ancor più articolata e complessa in termini ludici e narrativi.

Una fetta del popolo videogiocante ha cominciato a non apprezzare la direzione intrapresa dall'avventura sin da prima del suo debutto, ossia da quando sono emersi numerosi dettagli sui contenuti del gioco a causa di pesanti leak. Tra le varie informazioni svelate anzitempo al pubblico c'era anche la morte di Joel (a proposito: sapete quanti anni ha Joel di The Last of Us?) per mano di un personaggio completamente nuovo.

L'amato protagonista del primo episodio viene infatti ucciso da Abby nelle fasi iniziali dell'avventura, dando così il via agli eventi del secondo capitolo.Per diversi appassionati dell'originale The Last of Us, che desideravano vivere il proseguo della storia di Joel ed Ellie, questo è stato un motivo sufficiente per criticare aspramente l'opera di Nughty Dog.

La situazione non ha fatto che aggravarsi quando è emerso che la protagonista della seconda metà del gioco fosse proprio l'assassina dell'amato personaggio. Insomma, diversi fan si sono sentiti costretti da Neil Druckmann e i suoi a vestire i panni di una protagonista che detestavano per ciò che aveva compiuto, incuranti del fatto che le sue azioni fossero comunque pienamente motivate dagli eventi narrati.

Le critiche di alcuni giocatori sono purtroppo sfociate in un disprezzo assolutamente ingiustificabile, come dimostrano le minacce di morte rivolte alle interpreti di Abby in The Last of Us Parte 2. In aggiunta, alla fine dell'avventura Ellie decide di risparmiare la vita a Abby, che fugge assieme a Lev, e anche questo risvolto narrativo ha gettato benzina sul fuoco.

Passiamo poi alle ragioni prettamente culturali: le tematiche LGBT incluse nel racconto. In particolare dagli Stati Uniti, parecchi giocatori hanno considerato un'"imposizione" la presenza di simili temi nel gioco, che in realtà sono parte integrante anche della trama del primo capitolo.Gli episodi meno apprezzati della serie TV di The Last of Us trattano tematiche LGBTQI+, queste puntate hanno ricevuto recensioni tiepide dal pubblico, al pari del videogioco, segno di come una certa frangia della popolazione non abbia alcuna intenzione di cambiare le proprie idee a riguardo.
Tra le altre cose, le tematiche LGBT vengono trattate con estrema naturalezza e per questo arricchiscono la caratterizzazione di protagonisti e comprimari. Questo discorso insomma vale per il personaggio di Lev, per la storia d'amore tra Ellie e Dina, e via dicendo, in un racconto ambizioso e terribilmente umano che ci parla sì di vendetta, ma anche di amore, in ogni forma possibile. Chiaramente la storia, i personaggi e il gameplay di The Last of Us Parte II possono essere elogiati o criticati come in qualunque altro gioco, ma con l'opera Naughty Dog non sono mancati degli eccessi completamente slegati dalla dimensione ludica o dall'effettiva qualità del racconto.
Per intenderci, la trama del secondo capitolo è certamente divisiva, proprio per le direzioni intraprese dai suoi autori e lo stesso Neil Druckmann ne è consapevole. Detto questo, il fatto che il gioco sia stato amato, odiato e abbia fatto molto discutere i suoi utenti, costituisce forse uno dei suoi più grandi meriti. Come il co-presidente di Naughty Dog ha detto, "il coinvolgimento emotivo del pubblico, anche critico, è sempre preferibile a quello che riteniamo essere il peggior risultato possibile, ovvero l'indifferenza. E questo anche nel caso in cui la trama spinga le persone alla rabbia, alla confusione o alla delusione".