PlayStation e il Giappone: 240.000 unità al lancio per PS5

PlayStation e il Giappone: 240.000 unità al lancio per PS5
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Stando ai dati di vendita pubblicati recentemente da Famitsu, PlayStation 5 è riuscita a vendere 240.000 unità in Giappone durante questa primissima fase del suo ciclo vitale. Si tratta della cifra più bassa mai registrata al lancio da qualsiasi altra console prodotta da Sony (eccezion fatta per PSP).

Che il brand PlayStation sia in declino in Giappone? Questo è quanto asserisce Hideki Yasuda, facente parte di Ace Economic Research Institute, compagnia che si occupa di ricerche di mercato. Secondo quanto dichiarato dall'analista, se questo trend dovesse mantenersi costante nei prossimi mesi e anni, "le vendite totali di PS5 potrebbe essere meno della metà di quelle di PS4". Anche a causa dell'esiguità delle scorte presenti nei negozi (problema che invero accomuna i rivenditori di tutto il mondo), si ritiene che Sony abbia messo in secondo piano il mercato orientale.

Tanti sono gli indizi - prosegue Yasuda - che spingono a pensare che la compagnia si sia radicalmente "americanizzata" negli ultimi anni: la maggiore presenza di materiale pubblicitario negli USA, ad esempio, oppure l'aver cambiato il tasto della conferma del pad, o ancora l'aver snellito i team di sviluppo nipponici che hanno contribuito a realizzare titoli come Bloodborne (recentemente Teruyki Toriyama ha lasciato Japan Studio), Gravity Rush e Astro Bot. Nel 2016, inoltre, Sony ha definitivamente spostato il suo quartier generale dal Giappone agli Stati Uniti.

Nonostante Jim Ryan, CEO di SIE, ci abbia tenuto a confermare che il Giappone continua a rivestire un ruolo di primo piano per Sony, Yasuda ha insistentemente sottolineato come non al momento non sembra esserci un legame di coerenza tra quanto viene dichiarato dai vertici della compagnia e ciò che invece viene fatto concretamente sul mercato. Le azioni di Sony, sebbene percepite in modo negativo, verrebbero poco contestate dal pubblico giapponese dal momento che non è nella sua cultura creare rumorose polemiche sui social network, come è invece solita fare l'utenza occidentale.