Recensione Videogiochi
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Come si chiama quel videogioco anni '90 con le palline?
Durante gli anni '90 si diffusero, nel mondo dei videogiochi arcade, una serie di giochi con le palline che hanno riscosso subito enorme successo. Ma di quali giochi si tratta esattamente?
Di videogiochi arcade con le palline ce ne sono stati tanti, ma sicuramente i più famosi erano Pang e i suoi simili. Pang, conosciuto anche col nome di "Pomping World" in Giappone e "Buster Bros" in Nord America, fu pubblicato da Capcom nel 1989 come coin-op (cioè a gettoni) per le sale giochi arcade. L'anno successivo fu sviluppata anche una versione "casalinga" per console come il Commodore 64 e l'Atari ST, che non ebbe meno successo della precedente.
Pang poteva essere giocato in co-op simultaneamente da due giocatori, il cui obiettivo era quello di far scoppiare delle sfere o bolle che fluttuavano in giro per il livello, muovendosi orizzontalmente in un ambiente bidimensionale chiuso e avvalendosi di svariate armi da lancio e power-up. In tutto, i livelli erano 50 ed erano divisi in 17 aree geografiche (Cina, Messico, anche Atlantide!) che rappresentavano luoghi famosi del mondo.
Oltre a Pang, alcuni di voi ricorderanno sicuramente altri due giochi con le "palline": Bubble Bobble e Marble Madness. Per quanto riguarda il primo dei due, non si trattava propriamente di palline ma di bolle, che i due protagonisti (due draghetti) potevano sparare per intrappolare i nemici che popolavano i 100 livelli di questo platform diventato presto un tormentone. I due draghetti erano protagonisti di un altro famoso gioco con le palline, Puzzle Bobble, che ha avuto tantissimi seguiti originando un vero e proprio genere: consisteva nell'allineare tre o più palline dello stesso colore per farle scoppiare, sparandone una grazie a un cannone posizionato in basso al centro dello schermo, fino a eliminare tutte le sfere e passare al livello successivo.
In Marble Madness, invece, lo scopo del gioco è alquanto diverso: il giocatore doveva controllare i movimenti di una biglia per raggiungere il traguardo posto alla fine di una pista tridimensionale strapiena di ostacoli, trabocchetti e strade alternative. Anche questo titolo poteva essere giocato in due, ma la modalità multigiocatore consisteva in una gara a chi finiva per primo la corsa. L'estrema sensibilità della biglia, l'effetto dell'inerzia e, per finire, la gravità quasi sempre ostile rendevano Marble Madness un vero e proprio incubo 3D, di cui potete ancora adesso trovare sul web video di speedrun fatte da giocatori con qualche...biglia fuori posto!
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