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Recensione Cinema
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7.5
Forse alcuni ricorderanno che nel lontano 2013, durante una presentazione di Tom Clancy's The Division, il direttore creativo Nicklas Cederstrom aveva promesso l'implementazione di un matchmaking veramente sofisticato.
Oggi, martedì 19 gennaio, il direttore creativo responsabile dell'ultima versione del progetto, Magnus Jansen, ha sensibilmente ridimensionato le aspettative. Originariamente il matchmaking dell'MMO sarebbe dovuto essere in grado di riconoscere l'eta, la provenienza e le preferenze di ogni utente, unendo nelle stesse partite solo i giocatori definiti 'affini', ovvero appassionati ugualmente maturi, con gli stessi interessi ed il medesimo stile di gioco.
Con il passare dei mesi e degli anni però, gli sviluppatori hanno cambiato priorità per il sistema di matchmaking e per la versione definitiva hanno deciso di implementare un modello che risulti quanto più invisibile possibile. Camminando per la DarkZone i giocatori verranno automaticamente affiancati da colleghi provenienti da zone del mondo vicine e con bassi valori di ping (per garantire un'esperienza priva di intoppi), senza dover assistere a schermate di caricamento e senza dover scegliere alcuna impostazione particolare. In definitiva, gli appassionati si incontreranno tramite i soliti metodi largamente diffusi nel mondo dei videogiochi.
Prima di congedarsi, Jansen ha però anticipato che in futuro il matchmaking di Tom Clancy's The Division potrebbe essere influenzato da fattori collaterali come lo stile di gioco, ma non si è lasciato andare in ulteriori spiegazioni.
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