Videogiochi e Coronavirus: l'ex ministro Calenda torna ad attaccare i 'giochi elettronici'

Videogiochi e Coronavirus: l'ex ministro Calenda torna ad attaccare i 'giochi elettronici'
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L'ultima rassegna stampa curata da Luca Bottura ha ospitato il politico Carlo Calenda. Raccontando la quotidianità della sua famiglia e del suo lavoro in questo periodo di distanziamento sociale per il Coronavirus, l'ex Ministro per lo Sviluppo Economico è tornato ad esprimere un giudizio negativo sui videogiochi.

Durante la rassegna stampa di Bottura, l'europarlamentare e leader di Azione ha così discusso del suo approccio alla didattica a distanza e affrontato, seppur indirettamente, l'argomento videogiochi spiegando che "come per le conference call con Bruxelles preparo i documenti, li stampo, li leggo, li distribuisco, poi divido i ragazzi e sorveglio. Anche in tempo di quarantena con mia moglie siamo riusciti a portare avanti la nostra 'educazione siberiana'. Niente smartphone, social e giochi elettronici".

Pur senza assumere i medesimi toni adottati in passato per criticare i videogiochi e la loro influenza sui giovani, Calenda conferma quindi di non aver ammorbito la sua posizione sul tema e di continuare a considerare il medium videoludico come uno strumento privo di qualsivoglia utilità.

L'atteggiamento di chiusura nei confronti dei videogiochi assunto dall'europarlamentare di Azione nell'educazione dei propri figli, ad ogni modo, non sembra avere sortito gli effetti sperati, a giudicare dall'aneddoto raccontato sempre dallo stesso Calenda nel corso della chiacchierata avuta con Bottura: "Il figlio maggiore è comunista e fa propaganda in famiglia. Il fratello per le elezioni della scuola e la sua lista ha disegnato un logo rosso con un pugno al centro e la scritta 'Rivoluzione continua'". E dire che, fino a poche settimane fa, l'ex ministro Calenda mostrava segni di ripensamento sui videogiochi, tanto da ventilare l'ipotesi dell'acquisto di PS4 o Nintendo Switch per i propri figli.