Videogiochi e Loot Box: ESRB svela l'etichetta per indicare le microtransazioni "casuali"

Videogiochi e Loot Box: ESRB svela l'etichetta per indicare le microtransazioni 'casuali'
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Dopo aver rassicurato gli appassionati che l'ESRB e il PEGI non rinvieranno le valutazioni dei giochi per via del Coronavirus, i rappresentanti dell'ente nordamericano confermano che, partire da aprile 2020, l'etichetta ESRB indicherà l'eventuale presenza di Loot Box e microtransazioni all'interno dei giochi.

Con un lungo messaggio pubblicato sulle pagine del portale ufficiale dell'ente, i rappresentanti dell'Entertainment Software Rating Board spiegano di aver introdotto questo nuovo criterio di valutazione e certificazione dei giochi per andare incontro alle richieste di chiarimento pervenute dagli utenti.

"Secondo la ricerca che abbiamo compiuto, sta crescendo la preoccupazione dei genitori per la capacità dei loro figli di spendere soldi reali all'interno dei giochi e per il fatto che tali acquisti ingame possono avvenire attraverso dei sistemi randomizzati. [...] Per questo, vogliamo garantire che la nuova etichetta copra tutte le transazioni con elementi randomizzati".

Dietro alla scelta di non riferirsi direttamente alle Loot Boxes ma di adottare un'etichetta che reca impressa la scritta "In-Game Purchases (Includes Random Items)", i dirigenti dell'ESRB specificano che "Loot Box è un termine che non comprende tutte le tipologie di acquisto ingame casuali con sistemi randomizzati. Il riferimento alla presenza di elementi aggiuntivi che possono essere acquistati ingame (che includono oggetti casuali) coprono tutte le Loot Box e le meccaniche di monetizzazione che fanno ricorso a sistemi randomizzati a cui accedere tramite valuta che può essere ottenuta sia nel gioco che spendendo denaro reale".

Recentemente, anche l'NHS inglese ha criticato le Loot Boxes per il loro impatto sulla psiche e sui comportamenti dei videogiocatori più giovani.