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James Gwertzman, responsabile della divisione Cloud di Microsoft, sostiene che il futuro delle esperienze videoludiche a mondo aperto sia nella tecnologia che consente di riprodurli in streaming "su nuvola": sarà vero? Parliamone.
Nel corso di un'intervista concessa a GameRant, il dirigente della casa di Redmond ha preso spunto da ciò che gli Xbox Game Studios e i ragazzi del Team Asobo sono stati in grado di realizzare grazie alle tecnologie cloud con il mastodontico progetto di Microsoft Flight Simulator: "È l'esempio perfetto di un gioco open world che non sarebbe davvero possibile senza il Cloud. Nemmeno un'azienda con le risorse che ha Microsoft avrebbe potuto realizzare un progetto simile senza questo genere di tecnologie. Una delle cose interessanti del Cloud, in effetti, è che non serve essere un'azienda di grandi dimensioni per sviluppare giochi così enormi tramite questa tecnologia".
Lo stesso Gwertzman sottolinea inoltre come, grazie al Cloud e alle tecnologie per il game streaming, ci sono volute solo 72 ore per ricreare il modello in scala della Terra: per l'esperto di Microsoft, quindi, qualsiasi software house può raggiungere risultati simili e trarre vantaggio da questa nuova tecnologia semplicemente "prendendo in prestito i server e utilizzando quell'immensa potenza di calcolo per generare scenari open world realistici".
Sempre in tema di videogiochi next gen e delle potenzialità del cloud computing applicato allo sviluppo di esperienze interattive, l'esponente della casa di Redmond riflette su ciò che ci attende da qui ai prossimi anni e spiega che, probabilmente, ci saranno software house che si specializzeranno nello sviluppo su Cloud di ambientazioni enormi come quelle di Red Dead Redemption 2 o Cyperpunk 2077 e decideranno di "affittare" i loro scenari ad altre aziende che se ne serviranno per plasmare esperienze open world.
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