Condemned: recensione della versione PC

L'origine del Male? La vostra mente...

Condemned: recensione della versione PC
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Pc
  • Tutto Hollywood in un gioco

    Prendete le investigazioni fantascientifiche di CSI, mescolatele con una trama simile a quella di Seven, e condite il tutto con le atmosfere gotiche di SAW- L’Enigmista: quello che otterrete da questo incredibile miscuglio è quanto più si avvicina al nuovo titolo targato SEGA, Condemned: Criminal Origins.

    Passerete dei brutti quarti d’ora...

    L’intera trama di Condemned si articola sulle vicissitudini che un agente della polizia scientifica dell’ FBI, tale Thomas Ethan, è destinato a vivere: in una metropoli ormai decaduta, dovrete venire a capo, per sua mano, di una serie di efferati omicidi, compiuti da un serial killer denominato dalla stampa “l’Agente Matrimoniale”, per una sua bizzarra abitudine di vestire le vittime, rigorosamente donne, con abiti da sposa e affiancarle ad un manichino.
    Prima che cataloghiate il protagonista di questo gioco come una versione moderna di Sherlock Holmes, bisogna premettere che in realtà si tratta di un vero e proprio duro da gioco d’azione. Lo si capisce dalla premessa con cui si avvia la trama: dopo aver analizzato una scena del crimine, qualcosa va storto: durante il tentativo di inseguire il serial killer, che per vostra (s)fortuna si trovava ancora in zona, perdete la vostra arma di ordinanza, con la quale il criminale ucciderà due poliziotti. Ciò che accade immediatamente dopo è facilmente intuibile: vi troverete a dover fuggire dall’ FBI, che vi riterrà un “ammazza-sbirri”, e allo stesso tempo cercare di incastrare il serial killer, avvalendovi delle vostre facoltà di detective, e di una serie di strumenti d’indagine che farebbero impallidire il buon vecchio Grissom.
    Malgrado la trama possa lasciare un retrogusto di dejavù, bisogna sottolineare che quella che vi abbiamo fin ora descritto è solamente l’introduzione ad una narrativa che vi lascerà col fiato sospeso e dagli innumerevoli colpi di scena, che arriverete ad intuire solo in parte, ma rifiuterete di accettare, prima che la scioccante verità vi si dipani davanti.
    La decisione di non rivelarvi alcunché circa le avventure che sarete chiamati a vivere è frutto di una ben precisa consapevolezza: come lo svelare la fine di un avvincente film, o di un libro, raccontarvi per filo e per segno la vostra storia in Condemned sarebbe, quasi, criminale.

    Finalmente qualcuno intelligente

    Prima di analizzare la struttura del gameplay in sè è necessario fare una breve digressione su uno dei punti di forza del gioco; ormai è risaputo che molti buoni titoli sono stati rovinati da una disastrosa Intelligenza Artificiale, vera e propria chimera dei prodotti moderni: fortunatamente, i vostri avversari in Condemned saranno dotati di una IA di buon livello, che non poche volte potrà crearvi qualche problema: i vostri avversari, se verranno disarmati, andranno alla ricerca di un arma (e tra due, sceglieranno la migliore), usando qualunque mezzo a loro disposizione; come voi potrete staccare la porta di un armadietto, lo stesso faranno loro.
    A questo si aggiunge che tutti gli avversari sembrano dotati di un vero e proprio istinto di sopravvivenza: se infatti li ridurrete alle strette, come veri animali in gabbia, reagiranno d’istinto, lanciandosi velocemente contro di voi, come se posseduti da uno spirito berserek; se invece vi vedranno armati di un arma da fuoco, come un fucile, preferiranno nascondersi all’intero della stanza, magari dietro ad un mobile, o ad una colonna: più di una volta ci siamo visti prendere di sorpresa da un avversario che si è avvicinato silenziosamente alle nostre spalle, e più di una volta questo errore ci è costato caro.
    Restano comunque delle piccole sbavature e un sempre troppo utilizzo di azioni scriptate, ma in parte questo viene giustificato dalla necessità degli sviluppatori di rendere l’esperienza di gioco il più possibile simile ad un film.

    L’engine sotto il cofano

    Dal punto di vista tecnico, il gioco fa trasparire pienamente la qualità dell’hardware della nuova console Microsoft: lontani quindi anni luce dagli orrori dei multi-piattaforma sviluppati su PS2, potrete godere di un’illuminazione dinamica di ottima fattura, piena compatibilità con gli ultimi shader e uno sfrenato utilizzo del bump mapping, che ricopre, a più livello, ogni superficie.
    La qualità delle textures è ottima, come anche i modelli e le loro animazioni: ogni soggetto dispone di un complesso sistema di azione-reazione, secondo il quale, durante i combattimenti, l’azione di colpire una parte del corpo corrisponde ad una o più successive animazioni: gli scontri all’arma bianca non risulteranno mai uguali gli uni agli altri.
    Se a questo aggiungete l’uso, a fini puramente estetici, del middleware Havok, avrete davanti un reparto tecnico praticamente perfetto: la fisica simulata correttamente conferisce al gioco quella sensazione di realismo in più che vi trasmetterà l’impressione di vivere realmente quelle vicissitudini.
    Immaginatevi in uno scontro corpo a corpo, contro un violento drogato armato di una tubatura: il colpirlo violentemente in faccia, con la vostra sbarra di ferro, e vederlo indietreggiare reggendosi il volto, da una certa soddisfazione; ora, pensate se questo avversario, indietreggiando, urti inavvertitamente una scrivania piena di libri e soprammobili: questi si rovescino sul pavimento, producendo ognuno un rumore caratteristico: la soddisfazione che ne ricaverete sarà immensa, tutto grazie ad un altro, indispensabile, tocco di classe: lo splendido comparto audio. Scordatevi musichette di sottofondo che preannuncino l'arrivo del pericolo, o che sottolineino le azioni più intense: l’unica musica che sentirete saranno gli effetti sonori. I vostri passi, il vostro respiro affannoso, i colpi di tossi dei nemici ed il pesante strisciare di un ascia da pompiere sul pavimento. Saltuariamente, un vetro rotto, o uno stridio di corvo.
    Potrebbe sembrare una scelta particolarmente azzardata, ma possiamo assicurarvi che funziona: più di una volta ci siamo sentiti presi da tachicardia, quando da dentro un armadio abbiamo sentito provenire dei soffusi gemiti, o quando da un lungo e oscuro corridoio si percepiva rumori di passi e colpi di tosse.
    Riteniamo che gli sviluppatori abbiano preferito i rumori ambientali alla classica soundtrack per la già citata ragione del realismo, e visti gli effetti sui nostri deboli cuori, possiamo rivelarvi che più di una volta abbiamo messo in pausa il gioco per riprenderci un attimo e ricordarci che si trattava, comunque, di finzione.

    Ci stanno abituando troppo bene...

    Il primo tocco di classe che noterete è dato dalla scelta dei programmatori di farvi vivere le vostre avventure in un formato che richiama ampiamente quello utilizzato nelle pellicole cinematografiche, ovvero il 16:9. Avrete quindi, per tutta la durata della partita, due bande nere sia sopra, sia sotto lo schermo, proprio come in tutti i film moderni.
    La scelta di utilizzare questo formato è facilmente spiegabile: gli sviluppatori mirano a coinvolgere come non mai il giocatore, donandogli l’impressione di trovarsi davanti ad un film interattivo: e possiamo dire che il tentativo è perfettamente riuscito.
    Grazie ad un comparto tecnico veramente di qualità, con una grafica decisamente sopra la media (Condemned è stato sviluppato in origine su XBOX 360), vi sembrerà proprio di vivere una puntata particolarmente lunga di CSI, che per gli appassionati di polizieschi e film d’azione è tutto un merito.
    Condemned si configura quindi come un gioco d’azione, che unisce sapientemente elementi investigativi con una sottile vena di thriller: la classificazione come “gioco d’azione” e non “sparatutto” è precisamente voluta, poiché raramente riuscirete a mettere le mani su una delle armi da fuoco. E quando ci riuscirete, potrete contare su di un esiguo numero di proiettili. Seguendo la trama principale, braccati dall'FBI, dovrete addentrarvi per tutti i quartieri più pericolosi della città, dove una strana droga trasforma le persone in feroci assassini, rivelando gli istinti più animaleschi di ogni individuo: siccome non potrete contare sulle armi da fuoco, dovrete risolvere le situazioni di combattimento alla vecchia maniera, usando cioè i fondamentali del combattimento da strada: reperire un oggetto, il più pesante possibile, e colpire l’avversario.
    Fortunatamente, le zone che visiterete abbondano di strumenti di questo tipo: se lo desiderate potrete staccare dal muro una tubatura ed usarla come arma, oppure affidarvi ad una più solida sbarra di cemento, o magari, se proprio siete fortunati, ad un'asse di legno con chiodi o bulloni: naturalmente, ogni arma “grezza” è definita per un certo numero di caratteristiche, quali velocità, danno, blocco e raggio d’azione: un ascia, ad esempio, avrà altissimi valori di danno e raggio d’azione, ma saranno bassi quelli di blocco e velocità.
    La scelta strategica sta quindi nel selezionare il tipo di arma usare, poiché potrete portarne solamente una per volta: sebbene le pistole o i fucili siano quelli con il più alto potere distruttivo, non sempre raccogliere un revolver con soli 2 colpi, preferendolo magari ad una solida mazza, sarà la scelta migliore, poiché terminato il caricatore vi ritroverete a dover usare il calcio dell’arma.
    I combattimenti, come nella realtà, saranno un complicato balletto mortale: dovrete schivare, scartare, arretrare e coordinarvi al meglio, approfittando di una perdita di equilibrio dell’avversario per colpire, e le prime volte otterrete dei risultati disastrosi.
    Tuttavia, col passare del tempo, comincerete a capire come i criminali vi aggrediscono, e a reagire, prontamente, di conseguenza.

    Niente note dolenti?

    Purtroppo, come in ogni opera, alcune note dolenti non possono mancare: forse la più grossa, e senza dubbio l’unica rilevante, è data dalla ridottissima longevità del titolo: un giocatore di buon livello, al difficoltà media, impiegherà una decina di ore scarse per sbrogliare la matassa dell’agente Ethan Thomas.
    Ovviamente, si può rispondere che chi desiderasse aumentare la longevità di Condemned, altro non dovrebbe fare che scegliere il livello di difficoltà più elevato ed evitare l’utilizzo, a tratti sfrenato, lo ammettiamo, del quicksave, col rischio però di trasformare alcuni spezzoni di gioco in sequenze troppo frustranti.
    Altre grosse critiche non possiamo muoverne, neanche sforzandoci pesantemente: qualche sbavatura estetica verrà velocemente compensata dall’azione del gameplay, un raro esempio di mala-IA sarà nascosto da una trama decisamente sopra le riga, e via discorrendo, e vi assicuriamo che i pregi sono di gran lunga numericamente superiori ai difetti.

    Condemned CondemnedVersione Analizzata PCUn gioco da Oscar: trama ricca di colpi di scena e avvincente, grafica mozzafiato e colpi di stile a ripetizione: Condemned si presenta come uno dei migliori (e più terrificanti) giochi d'azione degli ultimi anni, grazie anche al sottile filo della psicologia malata che unisce tutti gli elementi più classici del genere. Per gli appassionati è da considerarsi un must have; a chi fosse meno esperto del genere assicuriamo che, una volta provato, avrà una nuova passione!

    8.0

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