Recensione Nidhogg

Tra mitologia nordica e duelli online uno contro uno, un indie davvero particolare

Recensione Nidhogg
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  • Pc
  • Nella mitologia norrena, Nidhogg (anzi: Níðhöggr) è il serpente malefico che tormenta i cadaveri nell'aldilà: colui che colpisce con odio, la bestia che volerà sul nuovo mondo dopo il Ragnarök, portando tra le sue piume i cadaveri dei morti.
    Nel pixellosissimo titolo del team Messhoff, Nidhogg sarà l'enorme verme rosa che inesorabilmente divorerà il vostro scheletrico avatar, quando l'avrete portato vittorioso alla fine dello stage, camminando su una scia di cadaveri e sollevando il brando che avrà trafitto migliaia di corpi. Del resto, è proprio quello il momento a cui aspirano tutti i guerrieri: la purificazione trovata nella morte, dopo una vita di duelli in punta di spada. Con la sua estetica scarna e ancestrale, con le sue dinamiche perfette e assuefacenti, e con la forza dirompente di un'idea capace di penetrare anche l'indifferenza dei più scettici, Nidhogg vuole insomma incarnare proprio il brivido trascinante della battaglia. L'estasi agonistica dello scontro, la precisione irrinunciabile della scherma: il tutto condensato in una manciata di pixel, in quello che è uno dei più fieri ed estremi rappresentati della scena indie.

    In due nell'arena

    Per fare un gioco basta un'idea. E' questo il messaggio che Nidhogg sembra ripetere come un mantra ad ogni colpo andato a segno. Perché la pietra angolare del titolo firmato Messhoff non è altro che un concept semplicemente geniale nella sua assoluta semplicità.
    A prima vista, Nidhogg non è nient'altro che un'accozzaglia indistinta di figure stilizzate. E non c'entra niente la pixel-art: gli screenshot inseriti nella galleria di Steam sembrano fatti in fretta e furia con qualche click su Paint. Ma una volta superato il breve tutorial e avviata la prima di molte (moltissime!) partite, verremo letteralmente rapiti da un gameplay nervoso e compulsivo.
    Cercando di inquadrare Nidhogg, potremmo definirlo come un precisissimo simulatore di scherma, condito da un generico tocco fantasy e animato da una violenza sincera e brutale.
    Il control scheme è ridotto all'osso: bastano le frecce direzionali e due pulsanti per muoversi, saltare, allungarsi in avanti per portare il colpo, oppure variare l'altezza della guardia. Le schermate introduttive ci spiegano che possiamo anche effettuare gli attacchi in salto e addirittura lanciare la spada, sperando di cogliere con il nostro avversario con la guardia troppo bassa.

    Incuriositi da un sistema che prevede calci volanti, capriole, arresti e persino arrembanti disarmi, ci si getta subito nell'arena, testando la (superflua ma cattiva) modalità Single Player. In verità questa recupera la struttura dei match multigiocatore, proponendoci semplicemente una serie di duelli contro la spietata Intelligenza Artificiale. Si scopre quindi che ogni partita, in Nidhogg, è strutturata alla stessa maniera: ci si trova in un'arena, l'un contro l'altro armati. L'obiettivo è quello di trafiggere il nemico e proseguire in avanti, verso la schermata successiva, cercando di raggiungere poco a poco la fine del livello. Il nostro avversario ricomparirà tuttavia dopo un lasso di tempo brevissimo, tornando ad insidiare le nostre possibilità di vittoria. Nel caso riuscissimo a infilarlo di nuovo, potremo correre ancora verso la meta: diversamente sarà lui a sbudellarci indecorosamente e riguadagnare il vantaggio, recuperando il terreno perduto, per raggiungere nuovamente il centro dell'arena e poi spingersi oltre -uccisione dopo uccisione- verso il suo traguardo.
    Nidhogg è tutto qui. Ma già affrontando gli abili schermidori della CPU ci scopriremo avvinti e conquistati da un “combat system” che sembra condensare in sé l'acredine ed il brivido dell'agonismo.
    Il gameplay di Nidhogg è incalzante ed acuto, ma al tempo stesso tattico e riflessivo. Bisogna dimostrare prontezza e varietà, cercare di sorprendere l'avversario e coglierlo alla sprovvista, per vederlo cadere sulla nostra lama. Il senso di soddisfazione che si prova per un affondo andato a segno è impareggiabile, e la gamma di situazioni con cui si può uscire vittoriosi da un duello sembra inesauribile. A volte vedremo il nemico infilarsi da solo sulla nostra spada, solo perchè abbiamo mantenuto salda la posizione di guardia mentre lui cercava troppo ardentemente di chiudere la distanza. Altre volte, invece, saranno spericolati duelli aerei a lasciarci letteralmente galvanizzati, o rimonte improbabili quando ci troveremo ad affrontare a mani nude un avversario ancora armato. In Nidhogg nessuno ha mai la sicurezza della vittoria, ed anzi possiamo uscire da ogni difficoltà con acrobazie audaci e riflessi pronti. E' tutta una questione di tempismo e millimetri.

    Ovviamente un gameplay così strutturato dà il meglio di sé in modalità multigiocatore: il team ci propone quindi la possibilità di sfidare i vostri amici online (l'acquisto del 2-pack è seriamente caldeggiato), oppure l'occasione di darsi battaglia in due sullo stesso PC: ed è forse in questa modalità che Nidhogg si esalta, esplode in tutta la sua fragorosa grandezza, entrando di diritto nella schiera di prodotti dediti alla riscoperta del multiplayer locale, che si affacciano su Steam con Towerfall in testa.
    Giocato “uno contro uno” Nidhogg è assuefacente, inesauribile, anche grazie alle trovate geniali che caratterizzano ognuno dei quattro stage (pieni di “trappole” e difficoltà), o alle molte opzioni per la personalizzazione dei match, che aprono la strada ad esiti letteralmente esilaranti (provate la modalità “spade boomerang”).
    Entrare in partita è questione di attimi, ritrovarsi incatenati al PC a giocare un match dopo l'altro è sostanzialmente la norma, trasportati dalla colonna sonora di Daedalus, “acida” e penetrante.
    Stando così le cose, l'unico motivo per non guardare con interesse al gioco è la repulsione integrale per il multiplayer competitivo. Se invece in voi arde anche solo una misera scintilla di passione per la rivalità, sappiate che Nidhogg monopolizzerà gli interstizi del vostro tempo libero, perfetto anche solo per una partita veloce (ma sempre stimolante) contro la CPU, capace di divorare serate e pomeriggi con questo suo crudele approccio arcade, splendido nella sua essenzialità.

    Nidhogg NidhoggVersione Analizzata PCNidhogg è un titolo che più indie non si può: sviluppato con risorse limitatissime, si regge in piedi grazie alla perfezione di un'idea originale e brillante. E' un prodotto come nessun altro, l'esempio di come un'idea spoglia e basilare possa tenere in piedi un intero progetto, e diventare il cardine per un videogame quasi “ossessivo”. Nidhogg è il fremito della lotta, un fighting game ridotto all'osso, che come Divekick gioca tutto sul tempismo, ma non rinuncia ad una straripante varietà di situazioni, vantando una precisione millimetrica ed una smisurata profondità. Non è un titolo per tutti: la sua estetica allontanerà molti giocatori, la sua natura di titolo prettamente dedicato al multiplayer (meglio se locale) farà sbadigliare chi cerca un'esperienza più inquadrata. Ma anche se a prima vista il titolo del team Messhoff vi lascia indifferenti, non crediate di resistere una volta che l'avrete provato con un amico: Nidhogg vi intrappolerà nel suo vortice di tornei e rivincite, penetrando la vostra guardia per infilzarvi diritti al cuore.

    8.5

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