Recensione Shogun 2: Il Tramonto dei Samurai

Un'eccezionale espansione Stand-Alone per lo strategico più amato degli ultimi tempi

Recensione Shogun 2: Il Tramonto dei Samurai
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  • Dopo mesi di attesa dal suo annuncio, i ragazzi di Creative Assembly sono finalmente pronti a lanciare sul mercato questa interessante espansione stand alone. Nella storia dei Total War, mai gli sviluppatori si erano spinti sino ad un’epoca così lontana (fine IX secolo) rispetto alle loro precedenti produzioni. Sono passati ben quattrocento anni dalla guerra Sengoku, durante la quale hanno avuto luogo sanguinose lotte interne tra i clan per garantirsi la supremazia dello Shogunato. Ora il Giappone è costretto ad aprire le porte all’occidente, preparandosi ad una nuovo conflitto, noto come guerra Boshin, la guerra dell’anno del drago. I gravi tumulti causati dall’industrializzazione forzata di questo paese hanno portato ad una rottura tra shogunato ed impero, sfociando così in un breve ma sanguinoso conflitto civile (1864-1870). Tutto questo lo ritroviamo ne Il Tramonto dei Samurai: starà al giocatore scegliere da che parte stare.

    Industrie e Ferrovie

    I programmatori si sono davvero sbizzarriti nell’introdurre grandi novità nella parte gestionale del titolo. All’inizio di una nuova campagna potremo scegliere tra sei diversi clan: Choshu, Satsuma, Tosa, Aizu, Nagaoka e Jozai. I primi tre sono fedeli all’imperatore, mentre gli ultimi hanno sposato la causa dello Shogunato. Lo schieramento politico sarà fondamentale per tessere relazioni diplomatiche e alleanze tra i diversi clan che si fronteggiano in questo conflitto. Proprio come accadeva per l’orientamento religioso in Shogun 2, potremo decidere di cambiare il

    "Il progresso ha un prezzo ed è quantificabile in base allo scontento dei vostri cittadini dall'animo troppo conservatore"

    nostro partito in qualsiasi momento causando sconvolgimenti nelle relazioni con i nostri alleati.
    L’anno di inizio della campagna è il 1860 e in base al livello di difficoltà scelto avremo l’obbiettivo di conquistare un certo numero ed un determinato tipo di regioni, proprio come accadeva nel titolo base. A tal proposito gli sviluppatori hanno deciso di inserire anche la nuova isola di Ezo che va ad arricchire la già generosa mappa del Giappone vista in Shogun 2.
    Si comincia da quello che era considerato il livello tecnologico più alto del precedente capitolo e la lotta per la supremazia tecnologica nei campi civili e militari sarà un punto focale sia per i simpatizzanti di una fazione che dell’altra. A questo proposito vediamo già una delle tante novità introdotte in questo titolo: il grado di sviluppo. Dimenticatevi delle fattorie e della relativa produzione di cibo. Per tenere a bada le insurrezioni tra la vostra popolazione, dovrete costantemente pensare a far progredire i vostri territori per industrializzarli alla svelta! Sebbene si tratti di una feature già vista in Napoleon: Total War, gli sviluppatori hanno pensato di rivederla completamente. Il ramo della ricerca tecnologica è limitato in base allo sviluppo dei vostri territori. Dunque non potrete ricercare determinate tecnologie finché non avrete sviluppato le vostre regioni con infrastrutture adeguate. Come si fa a sviluppare una regione? La scelta è nelle mani del giocatore ed è proprio qui che viene il bello. Le opzioni sono davvero tante: si può scegliere di trasformare i villaggi in città, garantendoci così un ulteriore slot per la costruzione, oppure trasformare fattorie e piccoli forni di artigianato in vere e proprie industrie per incrementare le proprie entrate fiscali. Ma il progresso ha un prezzo ed è quantificabile in base allo scontento dei vostri cittadini dall’animo troppo conservatore. Per evitare spiacevoli ribellioni sarà quindi necessario distribuire queste infrastrutture su più regioni alleggerendo così il carico di infelicità.
    Un’altra grande introduzione sono i distretti commerciali e le ferrovie. I primi si evolvono dalle strutture portuali mentre le seconde derivano dalle stazioni telegrafiche che sono presenti già dai primi istanti di gioco in alcuni territori. La costruzione di un distretto permetterà di allacciare rapporti commerciali esclusivi con Gran Bretagna, Francia o Stati Uniti e ciascuna di queste nazioni vi garantisce la possibilità di arruolare tra le vostre fila unità elite come i Royal Marines e le potenti Corazzate occidentali. Le ferrovie invece, permettono di spostare i propri eserciti di regione in regione in un turno solo, così da poter ordinare blitz a sorpresa dietro le linee nemiche o rinforzare tempestivamente una città in nostro possesso.
    A contornare il tutto fanno il loro ingresso tre nuovi agenti: il veterano straniero, lo shinsegumi per lo shogunato e la sua variante imperiale ishin sishi. Mentre il primo è in grado di addestrare i nostri eserciti aumentando l’esperienza di ogni unità (volendo può anche sfidare a

    "Portare allo splendore moderno il proprio clan è estremamente gratificante e stimolante al tempo stesso."

    duello agenti nemici e compiere sabotaggi), il secondo è fondamentalmente un Metsuke rivisto e aggiornato ed è in grado di compiere anche assassinii e ispirare le truppe per aumentarne il morale. Non mancheranno anche la classica Geisha e il Ninja. Tuttavia, a parte l’avvento del veterano, la gestione degli agenti non apporta particolari novità in quella dei personaggi rispetto al predecessore.
    Tutte queste novità garantiscono una nuova ventata di freschezza alla componente gestionale di Shogun 2, rendendola ancora più accattivante sia dal punto di vista tecnologico/culturale di fine 1800 che da quello politico, spingendo sempre di più il giocatore a riflettere prima di ciccare sul fatidico pulsante di fine turno. Portare allo splendore moderno il proprio clan è estremamente gratificante e stimolante al tempo stesso. Non possiamo nascondere di aver provato un certo senso di orgoglio quando abbiamo realizzato la nostra prima tratta ferroviaria, costata tempo e ingenti sacrifici ai nostri sudditi.

    Fucili e Corazzate

    Dato che l’industrializzazione forzata del Giappone ha fatto del fucile un’arma d’uso comune, anche la parte strategica de Il Tramonto dei Samurai cambia direzione avvicinandosi ai precedenti capitoli della serie Empire. I samurai armati di katana, yari, arco e via dicendo saranno sempre reclutabili, ma questa volta il grosso del nostro esercito sarà costituito dalle milizie armate di moschetto: deboli nel corpo a corpo e letali a distanza. Mano a mano che si accrescerà lo sviluppo di nuove tecnologie, potremo reclutare corpi scelti dotati di fucili e revolver “moderni” lasciando sempre meno spazio alla disciplina della spada. Potremo anche decidere di produrre cannoni, primitive batterie missilistiche e le micidiali mitragliatrici Gatling in grado di decimare le forze avversarie a suon di bombardamenti e raffiche. Verso le fasi avanzate della campagna, non vedremo più eserciti di uomini in armature che si lanciano gli uni contro gli altri in scontri all’arma bianca, bensì soldati con giubba ed elmetto che scompaiono nelle dense nubi di fumo prodotte dai loro fucili d’importazione occidentale. Infatti persino in quest’espansione gli sviluppatori non si smentiscono e anzi accentuano ancora di più la spettacolarità degli scontri visti nel titolo precedente, senza contare il fatto che il gioco ci forzerà sempre di più a prediligere la polvere da sparo (proprio come sono stati costretti a farlo i generali dell’epoca) rendendocie attivamente partecipi di questo cambiamento culturale.
    Come in ogni Total War, la supremazia nella tecnologia bellica sarà essenziale per poter ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. L’unica cosa che ci ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca sono stati gli assalti alle roccaforti delle città, rimasti invariati sia dal punto di vista estetico che della giocabilità. Sebbene adesso si possa vantare di una potenza di fuoco tale da arrecare diversi danni ai nemici arroccati sulle mura senza il bisogno di un attacco diretto, gli assedi sono rimasti invariati sotto ogni aspetto, persino nei modelli di edifici e mura.

    "I samurai armati di katana, yari, arco e via dicendo saranno sempre reclutabili, ma questa volta il grosso del nostro esercito sarà costituito dalle milizie armate di moschetto"

    L’unica piccola differenza sta nel fatto che potremo costruire torri per moschetti o dotate di mitragliatrici che andranno a sostituire quelle per gli arcieri.
    Le battaglie navali invece, eliminano completamente le navi a remi e a vela introducendo diversi vascelli a vapore. Gli scontri, come in Empire, tornano a prediligere esclusivamente le bordate di cannoni e grazie all’avvento del motore a vapore le manovre di avvicinamento risultano più rapide ed efficaci rispetto ai titoli precedenti. Tuttavia durante le battaglie che coinvolgono un grande numero di navi si risente, ancora una volta, il problema del fuoco amico derivante da una cattiva gestione dell’intelligenza artificiale. Sebbene abbiamo notato alcuni miglioramenti nell’IA che rendono gli scontri campali decisamente più avvincenti (noi stessi siamo rimasti impressionati da come il nemico ci abbia aggirato con la sua cavalleria), le routine che gestiscono le navi tendono ad accavallarle troppo spesso sulla linea di tiro delle altre. Per correre ai ripari, i ragazzi di Creative hanno introdotto una visuale in prima persona, grazie alla quale si potrà prendere il controllo diretto di un’unità navale (o un pezzo di artiglieria su terra) e mirare manualmente ai bersagli. Dobbiamo precisare però che non abbiamo trovato questa feature di grande aiuto visto che tende a distrarci troppo dallo scontro su larga scala.
    A parte questo piccolo passo falso, i ragazzi di Creative Assembly hanno implementato ulteriori cambiamenti anche per ciò che riguarda l’utilizzo di una flotta. Infatti grazie all’avvento dei

    "Con tutte queste novità bisogna inchinarsi di fronte al team Creative che si è impegnato al massimo per rinnovare e migliorare anche la componente strategica di quest’espansione "

    cannoni a larga gittata, potremo finalmente bombardare le città nemiche che si ergono sulle coste. Oltretutto durante uno scontro via terra, a patto che le vostre navi siano nel raggio d’azione, potremo lanciare devastanti bombardamenti in tempo reale sull’esercito nemico. Questa è la novità che in assoluto abbiamo più apprezzato di quest’espansione perché non solo tende a migliorare ulteriormente il gameplay di Shogun 2, ma offre anche opportunità tattiche mai viste prima nei titoli della serie Total War. Inoltre fa il suo ingresso anche un nuovo tipo di battaglia navale: l’assedio portuale. Si tratta di una modalità che si avvicina molto all’assedio via terra, solo che vede coinvolte le nostre flotte nella conquista (o difesa) delle strutture di mare. In maniera analoga a quello che succede via terra bisogna farsi strada attraverso le batterie costiere ed eliminare le forze avversarie.
    Come in Shogun 2, sarà presente anche la classica modalità multiplayer del titolo base, rimasta immutata a parte qualche elemento in più per personalizzare il proprio avatar e la possibilità di giocare sulla nuova mappa espansa. Anche in questo caso, a fronte di tutte queste novità bisogna inchinarsi al team Creative che si è impegnato al massimo per rinnovare e migliorare anche la componente strategica di quest’espansione, facendoci respirare l’aria occidentale che penetra lentamente nei campi battaglia sino ad esplodere a suon di fucili e cannoni.

    TECNICHE INDUSTRIALI

    Dal punto di vista grafico, Il Tramonto dei Samurai non si discosta troppo dagli alti standard del predecessore, migliorando solo in piccola parte l’effettistica nelle battaglie e rinnovando alcune texture nella mappa gestionale.
    Data la nota pesantezza del titolo base, siamo lieti di annunciarvi che in quest’espansione il motore grafico è stato ottimizzato per ridurre al massimo i cali di frame rate che abbiamo riscontrato solo in certi casi a causa delle nubi di fumo volumetriche presenti nelle battaglie campali. La nostra prova è stata fatta su un I5 2500 con 8 gb di ram ddr3 ed una 560 ti in dx 11, con tutti i filtri attivati e alla risoluzione di 1920x1080. L’unico neo che abbiamo riscontrato sono gli sporadici crash in cui siamo incappati nelle parti finali della nostra campagna, dove si fronteggiavano un grande numero di unità. Questo potrebbe risultare un bug alquanto fastidioso, visto che non si può salvare durante le battaglie, ma abbiamo notato un netto miglioramento di stabilità rispetto alla versione di prova che abbiamo redatto nel nostro precedente articolo e siamo fiduciosi che Creative cercherà di correre presto ai ripari con una patch. Il comparto audio, dal canto suo vanta le stesse eccellenti melodie orientali del titolo base che si sposano perfettamente con l’atmosfera nipponica.
    In conclusione, vi ricordiamo che il titolo richiederà l’uso obbligatorio della piattaforma Steam per poter girare, ma non sarà necessario possedere il titolo base.

    I VERI ULTIMI SAMURAI: I SOLDATI FANTASMA

    Durante la seconda guerra mondiale, il governo giapponese per tenere alto il morale delle proprie truppe e prevenire la diserzione dei soldati reinserì nella disciplina militare il codice etico del Bushido. Questo codice si rifà all’antica cultura dei Samurai, ma nessuno all’epoca poteva immaginare le conseguenze impreviste e surreali che afflissero alcuni militi. Quando nel 1945 il Giappone firmò la sua resa con gli Stati Uniti, molti soldati sparsi per il Pacifico rifiutarono di credere ai comunicati radio di pace interpretandoli come propaganda USA. Infatti era inconcepibile per un samurai arrendersi e così alcuni soldati decisero ugualmente di continuare a combattere, come prescritto dal codice. Uno dei casi più eclatanti è stato quello del tenente Hiroo Honoda (considerato morto per 15 anni) il quale ha continuato a combattere contro le forze di polizia filippine sino al 1974 e alla fine si arrese solo per ordine diretto del suo vecchio ufficiale superiore giunto appositamente per lui sull’isola di Lubang.
    Gli ultimi casi confermati di questi “soldati fantasma” risalgono fino al 1989 e con loro si spense definitivamente la vera antica disciplina del samurai.

    Total War: Shogun II - Il Tramonto dei Samurai Total War: Shogun II - Il Tramonto dei SamuraiVersione Analizzata PCShogun 2 si proietta nell’era della seconda rivoluzione industriale e lo fa in grande stile. Gli sviluppatori sono riusciti a creare un ottimo connubio tra il capitolo precedente e la serie Empire, capace di ammaliare il giocatore e portarlo a rivivere il XIX secolo orientale. Le novità introdotte sono tantissime e ci chiediamo se non possano gettare le basi per futuri titoli ambientati sempre in quest’epoca: noi ci auguriamo di vedere la guerra di secessione americana. A parte qualche difetto tecnico riscontrato, senza riserve consigliamo fortemente il titolo a tutti gli appassionati di strategici. Sia agli amanti di Shogun 2 che a tutti gli appassionati che si sono persi il capitolo precedente.

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