Stick it to the Man Recensione: un mix tra platform e avventura grafica

Dalla Svezia, un indie che mescola platform e avventure grafiche, con uno stile davvero brillante.

Stick it to the Man Recensione: un mix tra platform e avventura grafica
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Disponibile per
  • PS3
  • PSVita
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Da qualche anno a questa parte, c'è un nuovo elemento che caratterizza i paesi nordici: l'incredibile numero di titoli indipendenti che ne fuoriesce. La Svezia, in particolare, è la terra che forse ha più contribuito a far crescere questo peculiare settore, facendo diventare il software indipendente proveniente da Stoccolma e dintorni uno tra i 'prodotti tipici' svedesi più ricercati al mondo dopo le bellezze indigene, un tenore della vita assolutamente invidiabile e la catena di arredamento componibile più famosa al mondo. Oggi, con Stick it to The Man, anche Zoink! si aggiunge alla folta schiera di team di sviluppo in grado di portare avanti questa eccellente tradizione, consegnandoci un titolo ibrido, come ormai molta dell'attuale produzione indie, ma incredibilmente originale ed affascinante. Il primo aspetto del prodotto Zoink! destinato a colpire il giocatore è il suo particolarissimo stile grafico: quello di Stick it to The Man è un mondo urbano e deviato, quasi degradato, in cui tutto è fatto di carta ma, a differenza del delizioso Tearaway, tutto si sviluppa su un piano completamente bidimensionale. Oltre che ad una leggerissima possibilità di muoversi in profondità lungo le ambientazioni, infatti, tutta l'azione di gioco ci riporta ad un periodo in cui sprite e scrolling su due dimensioni erano la norma e dove gli unici poligoni a portata di mano erano quelli nei nostri esercizi di geometria.

    ATTACCA E STACCA

    L'eccentricità di Stick it to The Man è ben visibile sin dalla sua sequenza introduttiva: il nostro protagonista, Ray Doewood, ha appena concluso un'ennesima, faticante, giornata di lavoro come collaudatore di elmetti protettivi quando, sulla via di casa, subisce un incontro estremamente ravvicinato con una misteriosa arma governativa, caduta dal velivolo che la stava trasportando a causa del forte maltempo (come uno dei due piloti ci ricorda, infatti, non è mai una grande idea viaggiare su un aereo di carta nel bel mezzo di un acquazzone). Questo fortuito incontro/scontro è però destinato a cambiare per sempre la vita di Ray che, risvegliatosi con un bizzarro braccio letteralmente fuoriuscente dalla sua testa, da lì in poi sarà in grado di leggere il pensiero di ogni altro personaggio che incontrerà sul suo cammino. Tramite la semplice pressione di un tasto, infatti, Ray entrerà in una sorta di modalità 'concentrazione', all'interno della quale basterà un semplice click su uno dei cervelli a lui limitrofi per catturarne riflessioni, osservazioni e considerazioni varie. Interagire in modo 'telepatico' o più diretto (la parlantina di Ray è seconda solo alla sua sua sfortuna) con i vari NPC permetterà in alcuni casi di creare delle rappresentazioni 'fisiche' dei loro sentimenti, o semplicemente delle loro azioni, sotto forma di veri e propri adesivi che il nostro 'braccio magico' sarà in grado di utilizzare come fossero oggetti nell'inventario di una avventura grafica qualsiasi.

    Ognuno dei dieci capitoli di cui si compone il gioco, infatti, si presenterà come una diversa ambientazione nella quale un numero imprecisato di comprimari sarà alle prese con bizzarre situazioni e problemi, ai quali dovremo trovare soluzione prima di poter proseguire verso il livello successivo. Tra le situazioni nelle quali incapperemo potremo quindi trovare un tassista dal cuore infranto, abbandonato dalla sua amata a causa di una dentatura non proprio formidabile, oppure una coppia di deliranti quanto pragmatici strizzacervelli alle prese con poteri paranormali e fantasmi, e molto altro: la varietà di queste circostanze è (insieme alla loro spassosa follia) una delle caratteristiche migliori di Stick It to The Man. Gli eventi rappresentano il motore trainante del gameplay, con ognuna delle diverse mini-storie collegata 'coerentemente', ma in chissà quale bizzarro modo, alle altre. Nonostante siano ben poche le volte nelle quali le soluzioni a questi enigmi possano essere considerate logiche a tutti gli effetti, non appena sintonizzati con la dilagante pazzia e stravaganza che contraddistingue il mondo di Stick it to The Man, proprio la loro natura bizzarra e la disarmante sensazione di aver previsto dei così folli percorsi logici saranno la causa di parecchie gustose risate, mentre l'ottimo design di alcuni di essi penserà al resto. In alcuni frangenti, la sensazione che una maggior sperimentazione, o l'introduzione di altri elementi tipici dei generi dai quali Stick it to The Man attinge (ad esempio la combinazione di più oggetti/stickers), avrebbe potuto portare ancora oltre l'asticella della qualità del titolo Zoink! è forte, ma ciò non toglie i meriti ad un lavoro che in ogni suo aspetto appare curato e ben funzionante. Le meccaniche puzzle, per quanto preponderanti, non saranno comunque le uniche all'interno della struttura di gioco: il governo, infatti, vuole rimettere al più presto le mani sull'arma segreta all'interno della testa di Ray e per farlo ha inviato sul campo degli agenti operativi con il compito di catturarlo e trattenerlo in custodia; per sfuggire a questi agenti, il nostro eroe dovrà affidarsi ad un altro dei poteri derivanti dall'avere un braccio invisibile attaccato alla propria fronte, che gli permetterà di sfruttare determinati appigli per raggiungere piattaforme inaccessibili alle sue sole capacità di salto, in vere e proprie mini fasi platform, essenziali ma godibili (anche grazie ad un sistema di checkpoint mai punitivo).

    CARTA CANTA

    Protagonista almeno quanto la sua ottima struttura di gioco, il comparto artistico di Stick it to The Man è sicuramente uno tra i più riusciti ed attraenti di questa stagione: il lavoro svolto dal Game & Art Director Klaus Lyngeled e dal Lead Artist Martin Rasmusson ci porta in un mondo estremamente caratteristico, in cui ogni aspetto è stato curato nei minimi dettagli. Se è vero che il design particolare ed insolito dell'universo creato da Zoink! potrebbe risultare poco gradito ad alcuni, è innegabile come dietro un tratto apparentemente semplice, quasi grossolano, si celi in realtà una qualità del disegno sbalorditiva: il livello di dettaglio dei personaggi, apprezzabile durante i dialoghi e le particolari scenette che vedranno protagonista Ray ed il resto del bizzarro cast, è infatti altissimo, così come la qualità delle animazioni, sempre fluide pur nella loro 'sgraziata' natura cartacea (qui ben riprodotta). Di altissimo livello anche le scelte cromatiche che, pur seguendo due direttrici di base (corrispondenti alla tipologia di ambientazioni: urbane e all'interno della mente di Ray), riescono sempre a stupire grazie ad un ottimo impatto e a finiture sempre precise. Ogni livello di gioco è inoltre infarcito con una miriade di dettagli e particolari in grado, oltre che di strappare una sana risata in più, di conferire maggiore coerenza al mondo cartaceo di Stick it to The Man con cartonati, insegne o pareti 'da sfogliare' (al posto delle semplici porte) a formare un corredo grafico di tutto rispetto: un tocco di classe su tutti è dato dal marchingegno che funge da sistema di checkpoint, che fotograferà Ray al momento del suo passaggio per poi ristamparne e tagliarne la sagoma tramite degli appositi plotter sparsi per le aree di gioco.

    Decisamente riuscito anche il comparto sonoro, nel quale musiche di sottofondo ed effetti sonori gradevoli accompagnano il protagonista indiscusso di tutta la sezione audio: il doppiaggio (per ora solo inglese, come per i sottotitoli). La quantità di accenti, inflessioni e slang utilizzati nel gioco è praticamente identica al numero di personaggi che incontreremo durante la nostra avventura, ognuno di essi recitato con un'interpretazione comica e caricaturale di assoluto livello, in grado di partecipare attivamente alla creazione di quell'atmosfera divertente, squilibrata e delirante che contraddistingue tutto il titolo Zoink!. Proprio il tipo di umorismo utilizzato dal team di sviluppo è un altro dei punti di forza dell'intera produzione: le gag, infatti, non scadono mai nella pura insensatezza (come troppo spesso succede in questo particolare settore del gaming) ma sono sempre legate al tratto distintivo di un personaggio o all'evolversi di una situazione, anche quando rientrano in campi astratti come viaggi nella mente del protagonista o fenomeni paranormali, creando uno humour più funzionale ed efficace allo stesso tempo. Un po' sottotono la longevità, con una campagna principale che ha richiesto intorno alle sei ore scarse per essere completata e incentivi alla rigiocabilità quasi nulli, ad esclusione di qualche pensiero 'sfuggito' alla nostra lettura e che sarà possibile recuperare in un secondo playthrough, senza però alcun cambiamento significativo nell'esperienza di gioco.

    Stick it to the Man Stick it to the ManVersione Analizzata PCAltro giro, altro indie, altro ibrido, questa volta meno catalogabile in un insieme preciso di generi: Stick it to The Man, infatti, accoglie in sé elementi derivati da avventure grafiche, platform ed action, mescolandoli in un prodotto fortemente incentrato intorno alla sua folle vicenda e ai suoi stravaganti interpreti. Rafforzato da un comparto tecnico di primissimo livello, ed unico nel suo genere, il titolo Zoik! è la classica esperienza breve ma intensa: non saranno pochi, infatti, gli spunti comici ed i puzzle dal design brillante che incontrerete durante l'avventura di Ray e del suo misterioso ospite, e che permettono a Stick it to The Man di garantirsi un posto tra le migliori sorprese di questa fine 2013.

    8.5

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