Provato Battlefield 3

Single Player e Multiplayer provati per l'ultima volta. Testate tutte le mappe e 4 missioni della campagna.

Provato Battlefield 3
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Londra - A meno di un mese dal Day One, Everyeye è volato a Londra per incontrare, un'ultima volta prima della review, il First Person Shooter di DICE ed Electronic Arts. Battlefield 3, in questi ultimi tempi, non si era dimostrato troppo in forma: la beta pubblica ha sollevato molti dubbi sulla qualità del Multiplayer, mentre la prova precedente aveva lasciato interdetti sul fronte dell'Intelligenza Artificiale. Il team di sviluppo ha dunque avuto la brillante idea di concedere alla stampa una lunga giornata di prova, per un playtest della durata complessiva di oltre sei ore. Ecco le nostre approfondite impressioni riguardo a questo attesissimo sparatutto bellico.

    Semper Fidelis

    Il Single Player di Battlefield 3 comincia in maniera sicuramente inattesa. Non possiamo rivelare nulla della lunga sequenza introduttiva che introduce le vicende, ma questa Opening lascerà abbastanza disorientati i giocatori.
    Superato questo misterioso prologo, scopriamo che la storia viene narrata come fosse un lungo FlashBack, direttamente dalle parole del protagonista, accusato di alto tradimento e interrogato dai suoi superiori sui drammatici eventi che ha vissuto in Medio Oriente. La sceneggiatura, in questa prima parte del gioco, sembra ad onor del vero un po' disorganica, troppo simile a quella del tanto compianto Black per risultare pienamente convincente. Il filo logico degli eventi viene interrotto dalle sequenze dell'interrogatorio, che seguono un canovaccio molto standardizzato. Ben presto si scopre che al racconto del protagonista se ne affianca un altro, indiretto, che ci mette nei panni di una donna pilota che vive l'assalto da un'altra prospettiva. Leggermente farraginoso, il Plot non riserva inizialmente grosse sorprese, e si limita a lanciare spunti che verranno poi raccolti in seguito. Troppo presto quindi per giudicare con cognizione di causa.
    La prima missione che giochiamo è quella che ormai tutti conosciamo: le vicende di “Operation Swordbreaker” sono state ampiamente sponsorizzate nel lungo trailer di 15 minuti con cui Battlefield 3 è stato presentato al pubblico. Seguiamo quindi un manipolo di uomini alla ricerca di un convoglio di cui s'è persa traccia, spostandoci nelle vie insidiose sotto gli occhi malevoli dei guerriglieri. Respingiamo un'imboscata in un parcheggio, e poi ci dirigiamo sui tetti per abbattere un cecchino piuttosto pericoloso (un razzo ben direzionato e facciamo crollare l'intera facciata di un Hotel, senza andarci troppo per il sottile).
    Dall'alto dei tetti proteggiamo una squadriglia eliminando con il nostro Sniper Rifle gli ostili appostati in strada, e poi proseguiamo fino all'assalto finale, combattuto sulle enormi prospettive di un'autostrada sconvolta dai terremoti. E' chiaro sin da subito che la volontà del team di sviluppo è quella di seguire lo orme del tanto acclamato Call of Duty, regolando finemente la progressione con script ed eventi predeterminati, per concentrarsi integralmente su due fattori ritenuti fondamentali per una produzione del genere: realismo della ricostruzione militare e spettacolarità.
    Ne abbiamo ulteriore conferma nel livello successivo (“Uprising”). Salvi per miracolo dopo il crollo di un enorme grattacielo, ci ritroviamo in territorio nemico. Con il favore della notte dobbiamo avanzare non visti, armati solo del nostro coltello, fino a tornare al punto di estrazione.
    Fortunatamente recuperiamo ben presto un'arma (dalle fredde mani morte di un soldato che sgozziamo personalmente), e riusciamo dunque ad aprirci la strada. Gli susseguono rapidi, e solitamente abbiamo il vantaggio della prima mossa, mentre ci avviciniamo non visti ai drappelli. Più avanti, trovato il contingente alleato, superiamo un paio di sequenze in cui bersagliamo, dalla mitragliatrice montata sul retro di una Jeep, tonnellate di nemici. Braccati da ogni lato, fuggiamo poi dalla furia cieca di un Carro Armato, nascondendoci nelle crepe dell'asfalto e negli edifici, finchè non riusciamo a salire sul cargo che ci condurrà lontano da questo incubo.
    Gli obiettivi perseguiti dal team di sviluppo nella realizzazione di Battlefield 3, per il momento, sembrano riusciti solo a metà. Sicuramente si nota una cura notevole per quel che riguarda il dettaglio della ricostruzione, ma in quanto a ritmo il titolo DICE non ha ancora mostrato le unghie. Le situazione incontrate nei due livelli sono ben conosciute dagli estimatori della guerra virtuale, e mancano picchi emotivi o drammatici in grado di caratterizzare la produzione. Ci sono tempi morti e lunghe sequenze in cui si cammina molto e si spara poco, e speriamo davvero che il team sappia far meglio di così. Anche perchè, occorre ribadirlo, attualmente la produzione non è valorizzata da un'Intelligenza Artificiale all'altezza della situazione. A livello normale i nemici non sembrano pienamente coscienti della nostra presenza, spesso concentrano il fuoco sui commilitoni e si lasciano prendere alle spalle, senza consapevolezza della spazialità. Molte altre volte si posizionano tutti sulla stessa traiettoria, e una buona posizione basta per falciare tre o quattro uomini senza spostare il mirino. Anche la stazionarietà nell'uso delle coperture è evidente.
    Testato a livello Hard non sembrano migliorare troppo le routine, ma almeno il titolo impone una progressione più delicata. Esporsi al fuoco significa finire a terra, e quindi è bene sporgersi con cautela dagli angoli e dai ripari. Non si raggiungono fortunatamente gli eccessi di World at War (a tratti ingiocabile a difficoltà massima), e la progressione, sebbene non per meriti degli algoritmi di comportamento dei nemici, appare senza dubbio più stimolante.
    Ribadiamo che la nostra prova si è basata sui primi livelli di gioco, e quindi ci aspettiamo qualcosa di più sostanzioso proseguendo nell'avventura principale. Ma anche così c'è da dire che Battlefield 3 viene spesso salvato dalla solidità del colpo d'occhio, dalla profondità dell'orizzonte visivo e dal numero di dettagli che compongono la scena. L'utilizzo delle luci, ad esempio, e il comparto sonoro, sono praticamente inarrivabili, e all'intensità visiva e scenica troviamo pochi paragoni, anche frugando a lungo nelle liste dei congeneri.

    In volo

    Prima di concludere il nostro playtest del Single Player, il team ci lascia giocare una missione inedita, tutta ambientata a bordo di un rapidissimo F-18. Impersonando il co-pilota, dobbiamo semplicemente occuparci di agganciare i velivoli ostili e far fuoco. Non abbiamo dunque il controllo diretto dell'aereo, e ci troviamo di fronte ad una lunga sessione “On-Rail”, ma tesissima e ansiogena come poche. Il pilota si esibisce in avvitamenti spericolati, mentre la danza degli aerei avversari, che fanno di tutto per posizionarci in coda, ci costringe a guardare costantemente a destra e sinistra. Veniamo agganciati da un missile, e lanciamo i “Flare” per disorientare i dispositivi a ricerca di calore, finchè non riusciamo a portarci in vantaggio e possiamo finalmente sparare i nostri razzi. Vediamo gli aerei di compagni e avversari che bruciano nel cielo, mentre attraversiamo manti di nubi, in una sequenza decisamente spettacolare e ben riuscita. Nell'ultima parte, in cui dobbiamo bombardare le piste d'atterraggio e gli hangar, il ritmo si perde, e tutto l'impianto scenico assomiglia un po' troppo ad alcuni celebri livelli di Modern Warfare. Sicuramente questo “Going Hunting” è un livello riuscito, evidentemente pensato per tracciare un netto paragone con il concorrente. Ed in effetti, nell'ambito della produzione “bellica” legata ai videogame, resta un'esperienza diversa, assolutamente da provare.
    Terminato l'incarico, torniamo nei panni del protagonista principale, e testiamo nuovamente “Operation Guillotine”, la lunga missione notturna ambientata a Teheran, di cui si è già discusso abbondantemente nel nostro precedente articolo. Il manto oscuro della notte, squarciato dalle raffiche della contraerea e dai razzi dei mortai, si distende sulla città, mentre cerchiamo di assaltare una banca attraversano il letto asciutto di un fiume. Interrompiamo prima della fine, per passare finalmente al vero cuore del gioco: il Multiplayer.

    Dai Bazaar alle Tempeste

    Il rilascio della Open Beta avvenuto a fine Settembre ha lasciato interdetti praticamente tutti i giocatori. A così breve distanza dal lancio del titolo completo, mostrare al pubblico una versione talmente poco ottimizzata del codice è stato un clamoroso autogol a livello di immagine. Gli accessi sono stati comunque moltissimi, segno che l'interesse per il prodotto è elevato, e DICE ha chiaramente riferito alla platea di (alterati) videoplayer che quello rilasciato è un codice preliminare, utilizzato per eseguire dei test e ottimizzare il prodotto finale.
    Dobbiamo comunque ammettere che ci siamo avvicinati alle nuove mappe presentate in questa occasione con molto scetticismo. Abbiamo giocato, oltre che su Personal Computer, anche su Playstation 3 e Xbox 360, proprio per potervi offrire una completa panoramica sulla qualità dell'esperienza multiplayer.
    Diciamo anzitutto che i risultati sono molto incoraggianti. Su Console non c'è traccia della marea di bug e glitch che rendeva praticamente un incubo l'esperienza della beta. L'ottimizzazione del codice ha fatto passi da gigante, e le imperfezioni sono ridotte al minimo. Nel corso delle tre lunghe ore in cui abbiamo provato il multiplayer, non si è verificata nessuna delle problematiche riscontrare sui server pubblici. Ovviamente resta una fluidità dimezzata rispetto alla versione PC, nonché un Tearing in qualche caso lampante. Ma di compenetrazioni imbarazzanti e altre amenità, neppure l'ombra.
    Ovviamente le console erano collegate in LAN, quindi non abbiamo avuto modo di testare la qualità del netcode e come questo si comporti sotto sforzo. Ma, se non altro, almeno i bug sono stati eliminati. Resta da vedere se anche latenze e lag si terranno lontani dal codice finale, e per esserne certi dovremo attendere il codice review.
    In ogni caso, questa prova ci ha permesso di testare tutte le (nove) mappe e le (cinque) modalità del pacchetto. Venerdì prossimo troverete un articolo che parlerà in dettaglio dei playground disponibili: per il momento possiamo darvi solo qualche anticipazione. In modalità Rush, grande classico recuperato da Bad Company, abbiamo testato l'interessante Grand Bazaar: si tratta di una mappa di piccole/medie dimensioni, ambientata in medio oriente. Al centro, troviamo il grande edificio di fronte al quale si tiene il mercato cittadino, che è composto da un dedalo di stanze e stretti corridoi. La grande piazza centrale è invece circondata da basse casupole, sui cui tetti tendono ad appostarsi i cecchini più abili. Di lato al grosso palazzone corre una strada sventrata, in cui le carcasse di autobus e automobili fungono da improvvisati ripari per gli attaccanti. Gli scontri si fanno subito serrati, e la mappa appare abbastanza interessante per modalità rapide come Team o Squad Deathmatch. Anche in Rush ci sono molte postazioni tattiche per massimizzare il rapporto morti/uccisioni.
    Di tutt'altro genere è invece Operation Firestorm. Per estensione questa mappa si avvicina alla ormai nota Caspian Boarder, adatta dunque alla modalità Conquest (la classica Zone). Gli Spawn Point iniziali sono molto lontani dal centro di questo enorme complesso missilisitico, in cui svettano torri di lancio ed enormi silos pieni di carburante. Ecco spiegata dunque l'enorme presenza di veicoli (soprattutto carri armati), e gli F-18 pronti a decollare per bombardare gli Hot Spot. Rispetto a Caspian Boarder sono meno i punti di controllo: tre contro i cinque della mappa precedente. Questo fa sì che gli scontri siano meno dispersivi (ma meglio non tentare di percorrere a piedi le enormi distanze che separano i punti caldi). La battaglia per la Bandiera centrale è sempre accesa: il punto di controllo è attorniato da due grandi palazzi, e mentre i cecchini bersagliano dall'alto, all'interno gli assaltatori combattono in spazi meno aperti.
    Oltre a queste due modalità, nel pacchetto completo troveremo le già citate Team Deathmatch e Squad Deatmatch. Quest'ultima appare un'interessante variazione su tema, in cui fino a quattro squadre composte da quattro persone possono darsi battaglia, in una modalità che appare vicina al “tutti contro tutti” ma non sacrifica mai lo spirito cooperativo. Citiamo anche Squad Rush: una versione “ridotta” della “corsa” classica, in cui due squadre di quattro giocatori si alternano in attacco e difesa, in mappe dall'estensione più ristretta, e con un solo obiettivo da distruggere (o proteggere). Gli attaccanti hanno a disposizione meno Respawn (dieci a giocatore), e la partita è divisa in due sole “manche” (invece che le canoniche quattro serie di obiettivi). Squad Rush è perfetta per partite veloci, e probabilmente anche per organizzare piccoli tornei 2Vs2.
    Complessivamente, c'è poi da dire che il multiplayer funziona alla grande. Le nuove introduzioni sono davvero efficaci, inserite nel contesto di questo “realismo smussato” che Battlefield 3 vuole inseguire. L'effetto che annebbia la vista dei soldati bersagliati dal fuoco di soppressione infastidisce davvero il giocatore, che spesso si trova costretto a sdraiarsi a terra ed attendere che la situazione si calmi, prima di avanzare ulteriormente. Altrettanto disorientante è l'abbagliamento delle torce o dei sistemi laser di puntamento, capace di volgere a favore di chi monta questi dispositivi uno scontro diretto. Assuefacente e ben congegnata, insomma, la formula di Battlefield 3 appare ricca e interessante, e nonostante lo scivolone della Beta è impossibile non pensare che sia il comparto Online il fiore all'occhiello della produzione DICE.
    C'è però da tener conto che su console qualche modalità funziona meno bene: nelle grandi zone aperte di Caspian Boarder e Operation Firestorm si sentirebbe il bisogno di qualche giocatore in più, e di certo gli utenti Ps3 e 360 preferiranno (contrariamente ai loro “colleghi” armati di Mouse e Tastiera) le mappe più concentrate e la modalità Rush.
    Gli utenti console saranno anche leggermente infastiditi nel constatare che i menù di selezione del personaggio e dell'equipaggiamento non sono certo ottimizzati per la navigazione via joypad, sinceramente poco intuitiva.
    Per quanto riguarda un confronto diretto fra le versioni Playstation 3 e Xbox 360 vi rimandiamo anche al paragrafo tecnico, assicurandovi però che sull'ammiraglia Sony Battlefield 3 si comporta decisamente meglio. Lo stacco rispetto alla qualità del single player è meno evidente, alcune texture più definite, e la pulizia visiva notevolmente superiore (tanto che la leggibilità dell'azione a schermo e l'esaltazione dei dettagli risulta evidentemente migliore).

    In due è meglio?

    Come saprete, Battlefield 3 propone anche una modalità Co-Operativa per due giocatori. Si tratta di una serie di singole missioni da giocare fianco a fianco ad un amico, modellate sulla base delle Spec-Ops di Call of Duty.
    Ad onor del vero questi brevi incarichi sembrano più un riempitivo che altro. Il menù di selezione ci presenta appena sei missioni, fra cui spiccano “Fire from The Sky” (giocata a bordo di un elicottero), “Exfiltration” e “Hit and Run”. Già il playtest a Colonia ci aveva messo di fronte ad una missione abbastanza lineare, e la prova diretta di “Hit and Run” ha confermato questa triste impressione. La missione comincia con i due soldati chiusi in un ufficio, assediati da ogni parte dai nemici. Dopo aver sostenuto l'impatto e liberato l'area, si procede attraverso corridoi stretti e stanze più ampie, all'interno di un edificio civile pieno di cubicoli, vetrate e computer. L'avanzamento appare stanco fin nelle fondamenta: troviamo porte bloccate che si aprono dopo aver liberato una zona colma di nemici, architetture molto canoniche, soluzioni di “regia” abbastanza piatte. Solo ad un certo momento la coppia si divide, per liberare contemporaneamente un ampio salone al pian terreno e le balconate che si affacciano su di esso. La parte finale è semplicemente superflua: raggiunto il garage dell'edificio, uno dei due videoplayer guida imboccando le rampe del parcheggio, mentre i proiettili si infrangono sulla carrozzeria quasi senza far danno. Poco spettacolare e del tutto prevedibile, questa breve sequenza non aggiunge certo spettacolarità e non regala emozioni.
    Ma il difetto peggiore della modalità cooperativa è senza ombra di dubbio l'Intelligenza Artificiale dei nemici, che si lasciano massacrare impunemente e oppongono una resistenza appena avvertibile. A livello normale, mantengono la posizione fino a che un proiettile troppo invadente non sfonda il loro cervello virtuale, rappresentando una minaccia francamente risibile. La situazione non migliora selezionando la difficoltà superiore (hard). Le routine comportamentali sono sempre poco convincenti, eppure la “cattiveria” dei proiettili (che ci lasciano immediatamente a terra) addirittura la difficoltà, atterrendo i giocatori.
    Idealmente la presenza di un punteggio da pubblicare sulle leaderboards dovrebbe invogliare a ripetere più volte la missione, ma ci sembra difficile che i giocatori possano preferire questo tipo di esperienza a quella molto più entusiasmante del multiplayer.

    Ps3 vs 360 (PC Uber Alles)

    Battlefield 3 punta molto sul comparto tecnico. Su Personal Computer il titolo vuole essere il nuovo metro di paragone per tutte le produzione future, superando le eccellenze di Crytek e CD Project per aprire la strada ad una nuova era fatta di dettagli stratosferici, fluidità impressionante, definizione smodata. Ma su console? L'adattamento ed il downgrade grafico si fanno sentire?
    Abbiamo giocato buona parte del nostro Playtest su Xbox 360, e siamo rimasti inizialmente abbastanza impressionati dai risultati ottenuti. Diciamo che se dovessimo guardare alle produzioni multipiattaforma, la versione di Battlefield 3 dedicata alla console Microsoft si difenderebbe con le unghie e con i denti, superata da pochi altri titoli recenti. E' ovvio che il motore inciampi in qualche caso, esibendo un tearing notevole in certi frangenti, ed abbassando clamorosamente la risoluzione di alcune texture. Il pop-in qualche elemento si accompagna con un “Field of View” molto ampio, e solo in qualche raro caso la scena è sporcata da qualche bug evidente. C'è da dire però che in alcuni casi la pulizia visiva non convince, ed anche nel multiplayer l'affollamento di dettagli sciupa in parte il divertimento.
    Di tutt'altra fattura è la conversione Playstation 3, evidentemente migliore su tutti quasi tutti i fronti. I problemi d'accesso alla memoria interrompono a volte il flusso dell'azione quando si attivano i salvataggi automatici, ma per il resto il colpo d'occhio sulla console Sony rappresenta una marcia in più per il titolo DICE. Molte texture sono decisamente più definite rispetto alla controparte Xbox 360, tant'è che pure con un aliasing lievemente maggiore il risultato visivo complessivo appare davvero convincente. Come già si è sottolineato ci sono pochi prodotti che mostrano un tale numero di dettagli mantenendo una buona fluidità (l'ombra del tearing non sparisce neppure sul monolite nero) e soffermandosi su spazi così ampi e carichi di edifici, veicoli, esplosioni.
    La versione Playstation 3 appare nettamente preferibile anche per quel che riguarda il profilo tecnico del multiplayer. Tralasciando le problematiche della Beta, su Ps3 la scena appare più pulita e leggibile, e di conseguenza si gioca meglio e senza troppe distrazioni visive.
    Fra le eccellenze del motore annoveriamo anche la gestione delle fonti luminose, davvero spettacolare. Ben più della distruttività ambientale (comunque sottolineata a più riprese anche in molte scene della campagna), è l'illuminazione dinamica il vero punto di forza del Frostbyte 2. I fasci dei fari che tagliano le tenebre, il riflesso lucido del sole, le esplosioni aeree che illuminano il volto dei compagni, riempiono lo schermo con estrema efficacia.
    C'è da dire però che Battlefield 3, su PC, è semplicemente un altro gioco. Inchiodato 60 Frame per Secondo, senza incertezze di sorta, con una texturizzazione esemplare ed un numero di mappe superficiali ed effetti speciali praticamente doppio rispetto alle controparti per Home Console, il titolo DICE non nasconde la sua vera natura. Anche l'integrazione con BattleLog, la piattaforma Social utile per tenere traccia dei “movimenti” di amici e del proprio livello, è evidentemente pensata per essere esplorata in punta di mouse: un interessante Hub (il suo design ricorda molto quello di Facebook) che potrebbe evolversi in futuro per assomigliare all'Elite di Activision.
    Chiudiamo con un rapido accenno al comparto sonoro, davvero eccellente. Oltre al doppiaggio (italiano e inglese) dal buon piglio interpretativo, sono le campionature ambientali, l'ottima direzionalità dell'acustica, la pienezza degli effetti e le mille distorsioni causate dai fragori della battaglia che garantiscono un'immersività totale.

    Battlefield 3 DICE aggiusta il tiro. Dopo l'inciampo della beta invita i giornalisti a visionare una versione più completa del suo First Person Shooter, a testimonianza che la qualità del prodotto non manca. Il comparto Multiplayer (giocato in LAN) appare solido e assuefacente, sostenuto da una serie di nove mappe tutte ben confezionate e intriganti (anche se è evidente che quelle dall'estensione più elevata siano pensate soprattutto per la fruizione su PC). Tralasciando le missioni Co-Op (un semplice riempitivo), la campagna principale ha i suoi alti e bassi. Ad un'intelligenza artificiale non certo brillante e ad un incedere “a singhiozzi” oppone un colpo d'occhio veramente notevole, che riesce ad ammaliare il giocatore, coinvolgendolo anche grazie ad una ricostruzione molto accurata del conflitto e delle varie situazioni. Con la missione Going Hunting DICE dimostra anche di sapere che per stupire l'utente c'è bisogno di proporre qualcosa di nuovo, e l'incipit narrativo, di cui nulla possiamo svelare, ci assicura che il plot vuol essere qualcosa di più del mero racconto di singole operazioni. Ovviamente l'ottimizzazione e la perizia tecnica della versione PC restano impressionanti, capaci da sole di giustificare il prodotto, ma anche su Console i risultati sono buoni (con qualche punto in più per la versione Ps3). Manca poco alla review: restate su queste pagine.

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