Provato Dante's Inferno

La redenzione di EA

Provato Dante's Inferno
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Psp
  • La Divina Commedia è un’opera senza tempo. Sostrati dell’intera cultura occidentale sono imbevuti delle contaminazioni del capolavoro letterario dantesco. Ed è forse un bene che il videogioco espanda così le proprie fonti ispiranti, gettando il cuore al di là dell’alveo cinematografico (o dei comic).
    Ciononostante, Dante’s Inferno non è assolutamente la trasposizione su schermo delle terzine trecentesche. Ne consegue che le lamentele di chi grida al sacrilegio culturale ci appaiono quantomeno sterili. Una simile contaminazione non può che sostenere il videogioco nel suo percorso di crescita e maturazione. Per il titolo Redwood Shores specchiarsi nel genio del poeta toscano significa accasarsi in un immaginario visivo suggestivo, ipnotico e terrorizzante dall’incommensurabile valore artistico. Nella fattispecie, e come più volte ribadito dagli sviluppatori, l’infernale suddivisione in gironi del regno di Lucifero soddisfa alla perfezione le esigenze ludiche e ricreative.
    A ciò aggiungiamo la direzione artistica pennellata dall’estro visionario di Wayne Barlowe, i cui tocchi trasfigurativi lasciano davvero senza fiato. Se è vero che Dante’s Inferno deriva gran parte delle proprie intuizioni giocose al seminale God of War di casa Sony, sotto il profilo stilistico ed epico la bilancia sembra pendere già da ora verso l’ultimo capolavoro annunciato degli autori di Dead Space.
    Rispetto alla build visionata in Febbraio (Trovate QUI la nostra anteprima), Dante’s Inferno sembra aver raggiunto una qualità tecnica tale da poter sopportare il confronto con la terza iterazione della gesta del buon Kratos. E se si considera che il gioco uscirà nel 2010, le premesse non possono che accendere l’entusiasmo.
    La botola dell’Inferno si è aperta a Londra, durante lo showcase EA. Un tuffo nell’hack & slash che era tutto fuorché allegorico. Fortunatamente.

    Il viaggio di Dante alla ricerca del suo angelo salvifico, ovvero quella Beatrice bramata da Lucifero stesso e causa di stress per gli studenti di tutte le epoche, prende le mosse su Caronte, qui ripensato in fase di design come traghetto e traghettatore.
    L’aspetto estetico stordisce: il confronto con quanto avevamo apprezzato un paio di mesi fa è semplicemente improponibile. La modellazione degli avversari, dai demoni comuni, ai dannati minori, passando per i diavoli cornuti e sproporzionati, fino ad arrivare a delle bestie antropomorfe disgustose quanto feroci, dona finalmente un senso ad un character design ispirato. Pulizia e definizione delle texture (su PS3) completano il notevole balzo tecnico, che già si fregiava di particellari particolarmente riusciti (fiamme, aliti di vento) e dei 60fps del frame rate.
    Fissato il livello di difficoltà della build su medio, la battaglia che prende vita tra le acque dell’Acheronte sprizza pura adrenalina: una decina gli avversari contemporaneamente sullo schermo, ognuno dotato di pattern -se non particolarmente diversificati- quantomeno congruenti. E tutti dannatamente coriacei. Il livello di sfida pare già ottimo, ed adatto a quella parte di utenza hardcore cresciuta a pane e Ninja Gaiden. Le sortite stancanti e in gruppo delle anime più deboli, unite alle mazzate pesanti dei diavoli o agli attacchi in volo degli essere dotati di ali, forniscono il giusto banco di prova per il bagaglio di mosse basiche del protagonista, tra cui spiccano i due tipi di attacco pensati per la falce -sottratta alla cara vecchia Morte- e la repulsione dei nemici effettuata mostrando loro la Sacra Croce (una sorta di rilettura delle classiche onde energetiche). Parata e aggancio (dei nemici, o di alcuni punti sensibili dello scenario) sono invece deputati ai dorsali, mentre per schivare è necessario mettere mano allo stick destro.
    Nel corso del playtest nulla è stato mostrato dell’evoluzione che accompagnerà Dante, soprattutto nei termini di combo performabili. Tuttavia, le concatenazioni di mosse presenti -anche in volo- hanno comunque stuzzicato il nostro appetito: autentiche danze di morte, promotrici di una crudezza visiva piuttosto marcata.
    L’arrivo di un mastodonte abnorme, cavalcato e alla mercé di un demone di rango superiore, mischia indelebilmente le carte in tavola, facendo intravedere dinamiche QTE (quick time event) che strizzano più di un occhio al summenzionato GoW.
    Una rapida tamburellata sui tasti, ed ecco conquistate le briglie del simpatico bestione. Il senso di onnipotenza è fin da subito palese: è possibile livellare i nemici al fondo dell’imbarcazione con sane manate, bruciarli o addirittura divorarli senza ritegno. I designer ci hanno assicurato che tale meccanica ricoprirà una veste primaria nell’economia del prodotto, promettendo battaglie sanguinose su larga scala nel corso dell’avventura.
    Strappata la testa all’indifeso nocchiero e scalata una montagna tremolante con il fido gigante, c’è solo il Limbo ad aspettarci. E sullo sfondo, un Minosse di epiche proporzioni intento a giudicare le anime in pena.
    L’ampiezza di respiro del livello lascia basiti, soprattutto per uno sviluppo verticale imponente. La componente platform non è ovviamente preponderante, ma gioca un ruolo importante durante l’esplorazione di quegli immensi androni, fitti di dannati incagliati e urlanti, e schiacciati dai calzari del protagonista, che per raggiungere la coda di Minosse deve spesso usarli come meri appigli.
    Inquietanti -e scenograficamente d’impatto- gli scontri con i neonati non battezzati, generati e fuoriuscenti da ventri bruciati dalle fiamme. Scorci visivi forti e orripilanti, che generano scalpore e orrore in chi gioca, tuttavia allineati con le immagini strazianti e rivoltanti che affastellano il testo scritto.
    Rifacendosi ad un opera letteraria che non ha risparmiato giudizi politici ed etici sul genere umano, in Dante’s Inferno faranno capolino delle scelte morali -di stampo manicheo: assolto o condannato- che interesseranno alcune anime incontrabili durante il viaggio. Il primo incontro con una di queste serve subito ad incorniciare la valenza, soprattutto estetica, del giudizio. Pericolante ai bordi di un precipizio, e sferzato da continue raffiche di vento, lo spirito errante, scorgendoci, subito si prostra ai nostri piedi, guardandoci con occhi pietosi.
    Ci dispiace. Oggi non siamo particolarmente compassionevoli. Prova a rinfrescarti le idee con questa bella croce parcheggiata nel cranio. Ok?
    Il ruolo ricoperto da tali scelte è, per ora, avvolto nel mistero. Non sappiamo dunque se avrà ripercussioni sull’intreccio narrativo, o solo sull’evoluzione di Dante.
    Epico e spettacolare lo scontro con Minosse. Incastrato dalla sue immani proporzioni ai bordi dell’arena, tenta in tutti i modi di porre fine alla nostra escursione infernale. Mulinando vorticosamente la coda, spazzando il tribunale con le braccia possenti, scuotendoci con mortifere spruzzate d’alito.
    Anche qui, strategia e QTE sono necessari per averne ragione, in un trionfo sanguinoso e nel raccapricciante (diciamo solo che Minosse perde letteralmente la testa per noi).

    Dante's Inferno Dal punto di vista della meccanica, Dante’s Inferno trasuda un’anima derivativa. Parimenti, difficilmente la cosa può apparire un problema, soprattutto alla luce delle qualità che palesa. La build testata a Londra è stata piuttosto esplicativa: l’ultimogenito di Redwood Shores diverte, impegna ed incalza collocandosi in un solco action già abbondantemente tracciato, ma che continua ad elargire soddisfazioni. Nuove iniezioni al gameplay troveranno oltretutto spazio in questi mesi, lasciando presagire l’arrivo, nel 2010, di un reale masterpiece. Fantastico già da ora il comparto tecnico: se si escludono taluni animazioni fuori posto, il livello mostrato non abbisognava di ritocchi evidenti. Azzeccata, e già memorabile, la cifra stilistica. Le intuizioni di Barlowe incantano e terrorizzano, sebbene a nostro avviso si possa -e si debba- ancora affinare la caratterizzazione del protagonista. Perché la strada per il successo, soprattutto se il crocevia è rappresentato dal paragone con God of War 3, passa anche da qui. Che Kratos abbia finalmente trovato un degno rivale? Noi crediamo proprio di sì...

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