Recensione Mirror's Edge

La corsa di EA, con uno slancio innovativo senza pari

Mirror's Edge
Recensione: PlayStation 3
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • iPhone
  • iPad
  • Pc
  • Dopo aver prodotto uno dei migliori first person shooter di questo anno, il promettente team DICE sforna, per conto di Electronic Arts, uno dei titoli più stravaganti e affascinanti dell'intera line up autunnale. Sintomo della volontà di rinnovamento di un publisher solitamente arroccato nella difesa dei suoi baluardi (le storiche serie sportive), Mirror's Edge è, insieme a Dead Space, il simbolo di un colosso pronto a destabilizzare le sicurezze dei videogiocatori, cercando di sondare nuove vie videoludiche.

    Sullo sfondo

    Mirror's Edge è un titolo complesso, intricato, fatto di compromessi e strette correlazioni. Intrecciandosi in un sottile gioco di rimandi, la componente artistica e quella narrativa mostrano fin da subito che il prodotto Dice è singolare, maturo ma non universale, deciso a difendere fino in fondo particolarissime scelte di stile e altrettanto particolari soluzioni ludiche. L'idea è quella di proporre una sorta di “sinestesia interattiva”, in cui colori, luci, contesto ambientale e routine di movimento giocano fra di loro costantemente, per trasmettere sensazioni e messaggi ricchi di fascinazioni e significati. Immergersi nel background narrativo diventa allora fondamentale per potersi innamorare degli espedienti visivi, dell'astuta eleganza di ogni scorcio.
    Mirror's Edge è ambientato in un tempo (forse non lontano) in cui il potere costituito ha ormai ottenuto il pieno controllo. La metropoli, di solito simbolo vibrante di vitalità spontanea e inarrestabile, miscuglio eterogeneo di culture marginali, è dipinta invece come un grosso blocco asettico di grattacieli e strade. La diversità d'opinione non è contemplata, il controllo sull'informazione pressoché totale. Così, poco a poco, si sono sbiadite le prospettive del popolo, si è stinta l'iniziativa personale, si è affievolita -spenta- ogni vivacità. E assieme alla vitalità, alla diversità d'opinione, la città sembra aver perso anche i colori. Le sue superfici brillano di un bianco uniforme, di un candore innaturale. Omogeneo e indifferenziato, monotono e piatto, il (non) colore che avvolge ogni cosa è il simbolo della conformità, dell'adeguatezza. Della fedeltà. Ma non tutto è perduto (o ricondotto all'ordine): come per salvaguardare gli istinti più veri, la città protegge con le sue architetture un piccolo gruppo di dissidenti. Si tratta dei Runner, agili atleti che si muovono non visti, in alto, sui tetti. Trasportano così le informazioni riservate, le uniche che scampano alla censura. La loro visione del mondo è diversa: sono in grado di cogliere ogni spunto per trasformare un ostacolo in un mezzo, una piattaforma in un fine. La corsa non è soltanto la loro filosofia, è l'unico modo che hanno per sentirsi ancora vivi.

    Interactive Comic

    Al di là di queste premesse, che costruiscono un retroterra affascinante e pieno di significati trasversali, Mirror's Edge racconta comunque una storia. Quella di Faith, una runner sospesa “sul bordo dello specchio”, a metà tra la facciata scintillante e la realtà. Libera, vitale, senza freni, Faith si troverà suo malgrado al centro di uno strano complotto: nel tentativo di indagare su un omicidio per il quale è stata accusata la sua stessa sorella, la protagonista si muoverà sulle tracce del “progetto Icarus”, attorno al quale ruotano candidati politici e forze di polizia, ed in generale tutte le fonti del potere costituito. La storia, purtroppo, non ha lo stesso mordente del background di cui sopra, e finisce per risultare meno convincente e coinvolgente. Fatta di (prevedibili) tradimenti e personalità senza vigore, fin troppo diluita nel corso dei 10 capitoli di cui si compone l'avventura, non entusiasma quanto invece riescono a fare -per certi aspetti- le fasi di gioco. Ad affossare una sceneggiatura già traballante ci pensa, forse, una scelta stilistica abbastanza discutibile, cioè quella di realizzare le scene di intermezzo come fossero un fumetto dallo stile occidentale. Il tratto squadrato ed i colori netti, senza sfumature, non riescono tuttavia a dimostrarsi così efficaci, anche per i demeriti di animazioni davvero mal realizzate. Inutile girarci intorno: avremmo preferito soluzioni espressive ben diverse e più mature. Del resto, in quei momenti in cui la storia procede attraverso piccole sequenze in real time, con la visuale in prima persona caratteristica del gioco, la regia appare ben più ispirata e convincente.

    Speed Lust

    Al di là dei pretesti narrativi, Mirror's Edge resta un prodotto che sa farsi amare, in un modo distorto e non pienamente consapevole. Il gioco si intinge infatti in un sensibilissimo sperimentalismo ludico, che lo porta ad esplorare soluzioni nuove, fresche, efficacissime. Il fulcro di tutta l'esperienza è l'esplorazione e l'interazione ambientale, che avviene con naturalezza esasperante. La visuale sul mondo di gioco è la stessa che ne avrebbe la protagonista (in prima persona), ed il gameplay è come una semplice pennellata perfettamente adagiata sui tasti del pad. Sostanzialmente con due soli pulsanti è possibile sfruttare tutti gli elementi dello scenario, muovendosi tra di essi e su di essi. Il dorsale sinistro regola infatti i movimenti “verso l'alto” (salti, camminate sui muri, arrampicate), mentre il trigger subito dietro gestisce quelli verso il basso (scivolate, rotolamenti). Niente più, a parte la possibilità di sferrare qualche colpo per stordire i nemici o quella di disarmarli nel caso tentino un attacco corpo a corpo. Ma tutto è secondario, perché in Mirror's Edge è il percorso quello che conta; il movimento continuo, la velocità, la corsa: lo slancio. Difficile da catalogare, il prodotto Dice è quasi come un grande puzzle game ambientale, in cui le locazioni si trasformano nell'immenso parco-giochi di una mente creativa. L'utente deve superare gli ostacoli, trovare la strada per raggiungere il suo obiettivo (che può essere sempre inquadrato automaticamente, alla pressione di un tasto della pulsantiera frontale). Per farlo può seguire i suggerimenti dati dagli sviluppatori, disseminati sotto forma di oggetti rossi (trampolini, pertiche, cavi), o sperimentare altre soluzioni più ardite. Nei grandi spazi aperti dei tetti, trovare la strada migliore, o quella più spettacolare, diventa un imperativo esaltante, che tiene alta l'attenzione e stimola continuamente il giocatore. Negli interni, che si alternano sapientemente con gli scorci meno costrittivi, la progressione è più lineare, ma non perde di efficacia. L'utente deve sapersi guardare intorno, velocemente, e scorgere gli indizi per trovare la strada, spostandosi attraverso condotti di aerazione e pontili, scatole e corridoi. Inizialmente il compito risulta piuttosto facile: c'è tempo per esplorare e sperimentare, muovere i primi passi ed imparare tutte le regole del gioco. Intricati salti a la Prince of Persia, capriole per evitare bruschi impatti col suolo, oscillazioni sulle aste improvvisate: per ogni movimento bisogna imparare il giusto tempismo. Ma entro breve le cose si fanno più complicate: le forze di polizia braccano Faith costantemente, le stanno alle costole, e fermarsi significa andare incontro ad una morte violenta. E allora bisogna correre sempre più in fretta, cercando di evitare - dove possibile - lo scontro. Il gioco diventa gradualmente più impegnativo, mentre si muove di ambientazione in ambientazione. E proprio quando l'adrenalina sale, il grado di sfida aumenta, si mostra il limite più evidente della produzione Dice, strettamente correlato con la struttura portante del gameplay. Perchè Faith, per sopravvivere, deve muoversi con eleganza, senza un errore. Ma gli sbagli, di contro, saranno frequentissimi: per la fretta, per la necessità di testare i possibili percorsi, per qualche secondo di anticipo nell'esecuzione di un salto. E allora, tutto da capo. Mirror's Edge è un titolo in cui il processo del Trial & Error costituisce buona parte dell'esperienza di gioco. Inutile nasconderlo, in certi frangenti questo può risultare estremamente frustrante, ed innervosire anche i player più pazienti. Scoraggiarli, addirittura, in quei momenti in cui Faith si trova sotto la minaccia delle armi: non sempre è possibile evitare il combattimento, e nei casi in cui è necessario affrontare i nemici armati ci si trova di fronte a difficoltà a volte insormontabili. Il sistema di disarmo e la gestione delle combo risultano poco dinamici ed intuitivi, ed la fragilità della protagonista la farà cadere più volte di fronte agli assalti avversari. Troppe volte perchè la serenità dell'utente non sia compromessa.
    Mirror's Edge sa farsi perdonare, in parte, grazie a sequenze davvero mozzafiato. Le ambientazioni, pur rimanendo generalmente conformi ad un preciso stile strutturale, mostrano un level design efficace, che sa distribuire ottimamente tutti gli elementi per creare vie alternative, bivi, passaggi al limite. Anche quando si tratta di muoversi negli spazi chiusi, Mirror's Edge dice la sua, dimostrando una varietà insospettabile. Corse nei corridoi della metropolitana, con tanto di fughe sul tetto di un treno, esplorazioni inattese di uffici e centri commerciali, navi ancorate in porto e cantieri edili. Insomma il titolo Dice non si fa mancare niente, e scongiura abilmente il fantasma della monotonia. Anche se è vero che chi non resta affascinato dalle movenze di Faith, dalla brillante novità dell'approccio, potrebbe trovare in Mirror's Edge un divertimento passeggero. Del resto la modalità principale non supera la rima delle sette ore di gioco, e il time trail è -oggettivamente- un'estensione in cui non tutti si cimenteranno. Ma per i puristi dell'esecuzione perfetta, per gli amanti delle sfide, le prove a tempo sono forse il coronamento dell'intera esperienza ludica, un vero e proprio gioco nel gioco. Il Trial & Error regna sovrano anche in queste sezioni, ma il concentrarsi interamente sul tragitto esalta le particolarità del gioco.

    Dal punto di vista tecnico, Mirror's Edge lascia compiaciuti gli amanti di una componente artistica particolare, sinuosa ed avvolgente, capace di veicolare non solo una precisa scelta di stile, ma anche di intrecciarsi finemente con il gameplay, per risultare funzionale -come si diceva in apertura- alla formazione di uno splendido concetto di fondo. I pregi del colpo d'occhio sono innegabili: a metà fra il patteggiamento tecnico e la precisa volontà espressiva, la forte preponderanza di dominanti bianche interrotte dalle strisce colorate che dipingono gli ambienti interni, crea un paesaggio particolare, onirico. Ricordando per certi versi gli inquietanti esperimenti di Portal, le locazioni restano quasi inermi di fronte al giocatore, brillanti, voraci, capaci di saturare la scena ma concesse nella loro totalità al capriccio motorio di Faith. Sono quasi una struttura malleabile, da plasmare, da “leggere”.
    Ma al di là delle questioni prettamente artistiche, Mirror's Edge è sostenuto da un ottimo engine grafico, sfruttato magistralmente dal team di sviluppo già capace di stupire la platea con l'immensa interattività del suo Frostbite. Eccezionale il Poligon Count, capace di ricreare strutture dettagliate, ricche di elementi. Resta vero che negli ambienti esterni il gran numero di poligoni si paga con l'assenza di texture in alta definizione e con la drastica riduzione delle mappe superficiali (che invece abbondano, assieme agli shader, nelle locazioni chiuse), ma in generale la vastità delle aree di gioco (intervallate invero da qualche caricamento) e la buona fluidità generale (nonostante la presenza di qualche problema di v-sinch) fanno in modo che al titolo si possa perdonare qualche leggerezza. Del resto la saturazione del bianco, che quasi accieca violentemente le pupille, fa sparire gran parte dei problemi legati alla texturizzazione. Le imperfezioni di un filtro anti-alias non sempre incisivo sono sapientemente nascoste dagli effetti speciali: blur e sfocatura di campo intervengono sapientemente, anche se a volte la loro comparsa risulta un poco artificiosa.
    Al di là dei poco ispirati modelli degli avversari (che continuiamo a considerare del tutto secondari), una nota di merito per le animazioni della protagonista. Bellissime ed efficaci, riproducono alla perfezione l'affanno della corsa, i rotolamenti per attutire le cadute e le scivolate. E compiacciono anche quando Faith disarma, spietata, i nemici. Riescono alla perfezione a “sintonizzare” le sensazioni e le visuali del giocatore con quelle del protagonista, in un flusso continuo di immagini e percezioni.
    Anche la componente sonora è di alto livello. Le musiche che accompagnano l'avventura di Faith sono dolci intrecci di note gentili, notturne e leggere. Sonorità oscure, cristalline, che lasciano spazio, quando devono, alla poesia del silenzio, o vengono sostituite da ritmi sintetici più incalzanti. L'accompagnamento acustico e il lavoro sulle campionature ambientali è di alto livello, così come molto buono è il doppiaggio in italiano. Il voice acting è ottimo, anche se in parte rovinato dall'interpretazione della protagonista, a cui ha prestato la voce Asia Argento. I risultati sono molto migliori di quelli ottenuti dal papà Dario per Dead Space, e gli esiti conclusivi non sono da disprezzare, anche se si nota uno scalino qualitativo e alcune battute risultano vuote e poco espressive.

    Mirror's Edge Mirror's EdgeVersione Analizzata PlayStation 3L'entusiasmo per l'arrivo di una produzione come Mirror's Edge non è poco. Everyeye si è sempre distinto per la volontà di celebrare e difendere il nuovo, e il titolo DICE appare come un fulmine a ciel sereno, pronto a dimostrare che un “cambio di prospettiva” può di fatto tracciare una nuova direzione per gli adventure game. Mirror's Edge si rivela poi un videogioco particolare: non facilmente catalogabile, mescola esplorazione, sperimentazione ad una sfrenata componente enigmistica tipica del puzzle game. Ma più di tutto, utilizza le risorse artistiche, visive e musicali, per costruire un'ambientazione ricca di fascino e suggestioni, capace di lanciare un messaggio ed un monito, attraversata da riflessioni sul valore della vitalità, della prospettiva personale, dell'istinto. Per tutti questi motivi, Mirror's Edge è e resta un prodotto da celebrare, ammirare e ricordare. Ma le valutazioni si scontrano anche con i risultati ludici. Ed il titolo in esame non è un prodotto per tutti. Macchiato nella sua splendida componente ludica dalla preponderanza della filosofia Trial & Error, a tratti frustrante, scoraggerà di fatto tutti i giocatori meno inclini a subire il fascino del contesto. Chi cerca una trama solida, un'avventura in single player duratura, resterà giocoforza scontento. Ma tutt'altro che desolato. Perchè Mirror's Edge è un prodotto coraggioso, innovativo e vitale come la corsa della sua protagonista. E, con il suo nome, Faith è pronta a farci riguadagnare fede e fiducia sulle prospettive del medium videoludico, finalmente maturo, pronto ad esplorare nuovi orizzonti.

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