Tomb Raider Anteprima: il reboot continua a svelare le sue carte

Nuove informazioni sul reboot della storica saga

Tomb Raider Anteprima: il reboot continua a svelare le sue carte
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • In seguito all’uscita di Tomb Raider Underworld e alla successiva acquisizione di Eidos da parte di Square-Enix, il team Crystal Dynamics è andato incontro ad una serie di importanti rimaneggiamenti interni: allontanamenti, nuovi arrivi ed una rinnovata organizzazione che vede lo studio ora articolarsi su tre squadre, hanno piuttosto mutato la fisionomia del gruppo californiano, che, non più troppo propenso a rilasciare i suoi giochi a distanza ravvicinata come accadeva in passato, ha colto l’occasione per prendersi un periodo di riflessione durante il quale rifondare da zero Lara Croft ed il brand già riavviato una volta nel 2003.
    Il nuovo approccio inizia da un gioco semplicemente intitolato Tomb Raider, reboot radicale del brand che si propone di restituire alla serie ed alla sua protagonista una profondità che forse ormai latitava da qualche anno. Non solo: l’esperimento vuole andare anche oltre, dando all’avventuriera una nuova identità che possa in primis riconquistare quel pubblico ormai annoiato dalla serie, spingendo fin dalle prime battute l’acceleratore su situazioni disturbanti e a volte al limite del gore, quasi scomode da vedere. Si tratta a tutti gli effetti di una origin-story in cui Lara, sopravvissuta al naufragio della nave Endurance capitanata dal suo mentore Sir Conrad Roth, peraltro palese figura paterna che non disdegna l’uso delle mitiche doppie pistole, dovrà necessariamente superare i suoi umani limiti per sopravvivere alle insidie di un’isola misteriosa ed inospitale al largo del Giappone, che sembra avere molto in comune con l’oscuro setting del celebre telefilm Lost. Fitte foreste, grotte, altari sacrificali, relitti di navi e vecchi aerei contribuiscono a ritrarre ambientazioni inquietanti, artisticamente vicine a quanto potremmo aspettarci da un Resident Evil o un Silent Hill ma comunque in linea col sense of discovery che è il marchio di fabbrica distintivo del prodotto Eidos.

    Starring: Lara Croft

    Ricordate Lara Croft? L’archeologa avventuriera fredda, cinicamente risoluta, capace di spettacolari quanto assurde evoluzioni atletiche (e questo nonostante il dolce peso di un ingombrante decolleté)? Bene, dimenticatela. Ad una ristrutturazione sostanziale degli studi di Crystal Dynamics corrisponde un ripensamento totale del personaggio simbolo della serie Tomb Raider.
    Miss Croft è stata una icona negli anni ’90, ma il mercato videoludico di oggi è più esigente ed ogni protagonista deve dimostrare di sapersi reinventare per restare gradito al pubblico. Nonostante l’aspetto sexy la nostra Lara ha parecchie primavere sulle spalle: gli sviluppatori le hanno già dato dei timidi tratti di psicologia credibile con la precedente triade Legend/Anniversary/Underworld. Ora però è tempo di alzare ulteriormente il tiro: con Tomb Raider assumeremo il controllo di una Lara di soli 21 anni fresca di college, sì intelligente e determinata ma anche ingenua e ancora priva del carattere spregiudicato che mille avventure in giro per il mondo hanno plasmato negli anni. E’ tempo di dare nuove origini ed uno spessore del tutto inedito per il personaggio, che con questo reboot si appresta a vivere un’ampia gamma di emozioni borderline: paura e dolore la faranno da padroni in questa rocambolesca nuova genesi, in cui Lara piange e sanguina abbandonando la maschera di invincibile super eroina senza paura del passato.
    Come anche evidenziato da alcune delle prime immagini del videogame diffuse, l’intento di credibilità passa per la tecnica del motion capture, stavolta però non solo finalizzata alla riproduzione delle plastiche evoluzioni della protagonista ma soprattutto ad una realistica e coinvolgente resa dell’espressività facciale: il volto di Lara contratto dal dolore per una caduta o l’apprensione per una scoperta sono a tutti gli effetti elementi nuovi per la serie. Molto curate già in questa fase pre-alpha, le movenze di Lara tradiscono la sua inesperienza, la sua paura di affrontare un salto, l’incertezza del camminare verso l’ignoto. Una regia dinamica più al passo coi tempi poi non risparmierà inquadrature anche ardite e primissimi piani, non solo allo scopo di evidenziare lo stato psicologico del personaggio ed avvicinarlo emotivamente al giocatore ma anche di comunicare un senso di claustrofobia e tensione al limite del survival horror; va nella stessa direzione la scelta di ridurre al minimo l’interfaccia utente, dando così massima visibilità all’azione su schermo.
    E’ sicuramente prematuro, ma ci arrischiamo a tessere le lodi del nuovo motore grafico Crystal Engine, in grado di gestire modelli poligonali che sembrano davvero molto dettagliati, effetti particellari convincenti nonostante l’ancora acerbo stadio di sviluppo, e textures dalla buona qualità media, con uno stacco tra sequenze cinematiche ed in-game già definito pressochè invisibile. Tuttavia, questa impressione positiva per ora è applicabile solo ad ambientazioni chiuse e scene Quick Time Event: attendiamo di scoprire come le nostre console se la caveranno a programmazione conclusa alle prese con locations di più ampio respiro, che ci aspettiamo numerose data la natura open world dell’isola misteriosa che tiene Lara prigioniera.

    Questa vera genesi di Lara Croft narrerà di come gli eventi abbiano portato una giovane rampolla dell’alta società a trasformarsi in una avventuriera sempre in lotta con la morte. Lara dovrà venire a patti con la propria paura, col dolore fisico, con un nuovo senso di solitudine ed una serie di situazioni estreme che la softwarehouse paragona a quanto vissuto da James Franco nel film premiato con l’Oscar 127 Ore o da Nathan Drake nel corso delle sue spericolate avventure in Uncharted, da cui è peraltro mutuato un uso del turpiloquio ben più disinvolto che in passato. Forse non sarà signorile, ma non direste spesso “merda” anche voi se foste feriti e appesi a testa in giù in una caverna che si riempie inesorabilmente d’acqua?
    Il nuovo Tomb Raider si articolerà in tre macro-episodi a loro volta suddivisi in giorni, lungo i quali il personaggio evolverà gradualmente nella psiche, nelle abilità sul campo e nell’equipaggiamento diventando sempre più resistente e riuscendo prima a “Sopravvivere”, poi a prendere maggiormente coscienza di sé per “Salvarsi”, ed infine a mettere a frutto quanto imparato sulla propria pelle per “Fuggire” dall’isola maledetta e tornare al mondo civilizzato, sebbene con una interiorità ormai stravolta nel profondo.

    Influenze

    Se il nuovo corso della serie prevede l’abbattimento e la ricostruzione dalle fondamenta del personaggio principale, l’altro aspetto da riformulare inerisce chiaramente il gameplay vero e proprio.
    Da sempre Tomb Raider è, per definizione, l’avventura lineare per eccellenza, in cui enigmi e combattimenti rendono più dinamico il comunque suggestivo percorso obbligato tra il punto A e il punto B della mappa. Crystal Dynamics ha deciso di venire meno a questo assunto, spiazzando i fans proponendo stavolta un open environment che da un punto centrale, dove la nostra eroina avrà il suo campo base, si snoderà verso l’esterno articolandosi lungo una serie di missioni, affrontabili anche in ordine sparso ed eventualmente ripetibili più volte. La softwarehouse gioca in casa, avendo già curato simili soluzioni di level design nell’indimenticabile saga di Legacy of Kain e più di recente in Batman: Arkham Asylum, coadiuvando i colleghi di Rocksteady Studios.
    La zona centrale dell’isola sarà sicura per Lara: qui potrà riposare, raccogliere e utilizzare generi di conforto, imbarcarsi in nuove missioni oppure selezionarne nuovamente di già affrontate, assemblare ed equipaggiare utensili, acquisire nuove abilità sbloccate. Al momento, tuttavia, non sono ancora state decise le modalità pratiche di crescita delle facoltà del giocatore: verrà adottato un comune skill-tree, o magari un sistema a livelli? Avremo prossimamente modo di scoprirlo.
    Le aree più lontane invece abbonderanno di pericoli: classici percorsi impervi e sconnessi, attenzione perché restare troppo tempo su appigli o piattaforme instabili potrebbe farli cedere all’improvviso, missioni segrete primarie e secondarie da trovare e superare, nemici umani e bestie feroci che fanno la guardia a oggetti chiave e preziosi medi-kit. L’isola, che si trova in mare asiatico, abbonda poi di piuttosto sospette statue raffiguranti il Buddha. La loro funzione ludica non è ancora chiara, possiamo speculare si tratti di punti di salvataggio e/o luoghi di ristoro dove forse poter comprare materiali o armi.

    L’esplorazione ci metterà di fronte ad enigmi ambientali che necessitano di essere risolti o non potremo proseguire per la nostra strada. Il nuovo Tomb Raider proporrà spesso indovinelli di tipo realistico, basati cioè sull’interazione con e tra gli elementi dello scenario come corde, scatole o barili, influenzata da precise leggi fisiche. Entrano quindi in gioco rapporti di causa-effetto che il giocatore dovrà innescare provocando esplosioni o magari sfruttando la corrente di un fiume, la forza di gravità, l’interazione tra acqua e fuoco e così via. Si tratterà peraltro di situazioni del tutto dinamiche e non scriptate, quindi potrebbe anche essere necessario più di un tentativo prima di ottenere l’effetto desiderato. Il concetto ed i vari utilizzi della fisica, già presenti anche se solo embrionalmente in alcune sessioni di Tomb Raider Legend, omaggiano esperienze come Portal ed Half Life 2.
    Un’altra caratteristica inedita per la serie Eidos sarà l’abilità di Lara “Istinto di Sopravvivenza”. Si tratta sostanzialmente di una visione alternativa alla standard: premendo un pulsante i sensi di Lara si acuiscono, e l’intero scenario passerà ad una visualizzazione in toni di grigio con la colorata eccezione di indizi e in generale di elementi di interesse, che quindi risalteranno agli occhi del giocatore. Del resto cosa hanno Ezio o Altair, eroi di Assassin’s Creed, più di Lara Croft? Di certo non l’Occhio dell’Aquila! Attivando questo istinto, per esempio, la nostra amica potrà notare delle impronte di animale che la indirizzeranno fin dentro la tana di un branco di lupi feroci: dovrà necessariamente affrontarli se vuole proseguire nel suo viaggio.

    Tomb Raider A conti fatti non sono ancora moltissime le informazioni puntuali riguardanti l’atteso reboot di Tomb Raider, è ancora meno è il materiale multimediale che possa aiutarci a farci un’idea concreta di come il gioco si comporterà pad alla mano: sono ancora particolarmente nebulose le intenzioni degli sviluppatori in ordine al sistema di combattimento e alle modalità di accrescimento delle abilità di Lara. Probabilmente il flusso di informazioni inizierà a farsi più consistente a partire dal prossimo E3 di Los Angeles, che potrebbe anche fare luce sulla data di rilascio sul mercato di questo promettente nuovo inizio. Di certo sappiamo di poterci attendere un gioco completamente differente dai suoi predecessori, che mira a coniugare l’eredità storica della serie ad elementi ispirati al meglio del panorama videoludico attuale. Tomb Raider è in sviluppo presso gli studi di Crystal Dynamics per Xbox 360 e PlayStation 3.

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