Recensione Undead Nightmare

Recensito il corposo DLC di Red Dead Redemption

Red Dead Redemption
Recensione: PlayStation 3
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • PS4
  • Switch
  • PS4 Pro
  • Rockstar dimostra un amore morboso nei confronti dei suoi “DLC”. Ai tempi di Grand Theft Auto IV, prima con Lost & Damned e poi con The Ballad of Gay Tony, il team di sviluppo seppe entusiasmare critica e pubblico, rivitalizzando quella Liberty City che, inquadrata dagli occhi di Niko Bellic, era fin troppo canonica, suburbana, metropolitana. Spingendo il gameplay in territori inesplorati, i due pacchetti aggiuntivi regalarono al titolo un volto nuovo: avventure indipendenti, votate all'esagerazione, decise a scardinare il vecchio ritmo della progressione, per innestare -nella struttura ben nota- elementi davvero inediti. Una filosofia produttiva che ha portato enormi soddisfazioni, testimoniando l'immensa creatività del team di sviluppo.
    E adesso è la volta di Red Dead Redemption. Dopo i più inquadrati DLC che si divertivano a rimpolpare il set di modalità multiplayer e la gamma di costumi della modalità storia, arriva Undead Nightmare. Un'iniezione di adrenalina nel cuore di Red Dead, un terremoto pronto a scardinare tutto quello che sappiamo del vecchio West. Perchè ad Armadillo e nelle Grandi Pianure del nord, sono arrivati gli Zombie. Ondate di lugubri non-morti pronte a divorare le carni ed il sangue di cercatori d'oro e sudisti, rosicchiando il volto pulito (?) dell'America. Ed ovviamente, toccherà proprio a John Marston rimettere a posto le cose. Con qualche pallottola sparata dritta nel cervello infetto dei camminatori risorti.

    Zombies are the new Vampires

    Alla base di Undead Nightmare c'è una sorta di umorismo malsano, la voglia evidente di non prendersi troppo sul serio. Selezionata la voce “Terrore dall'Oltretomba” nel menù iniziale, il giocatore viene proiettato nel mezzo di una vicenda già avviata. Nel cuore della notte, John si precipita fuori casa, vestito del suo poco elegante pigiama di flanella. Lo “Zio” si sta comportando in maniera decisamente strana, ed ha addirittura azzannato Abigail.
    Il giocatore è spiazzato, e la situazione si fa ancor più surreale quando Marston è costretto ad “incaprettare” moglie e figlio, assaliti da un voglia morbosa, e inspiegabile, di carne umana. I primi vagiti della trama si divertono a stuzzicare (scorrettamente) le aspettative del videoplayer, scherzando sulla scelta stessa di far risorgere tutti i morti del Far West. “Perchè gli Zombie?”, chiede il protagonista all'improbabile Seth, becchino e profanatore di tombe. “Perchè no, John?”, è l'unica risposta possibile. Undead Nightmare, in tal maniera, si configura come un divertito sfogo del team di sviluppo, un esperimento macabro. Ma, poco a poco, la narrazione ritorna su binari più adeguati all'atmosfera disincantata e rustica di Red Dead. Sospesa l'incredulità, insomma, John e compagni si trovano a fronteggiare una piaga che ha segnato gli animi e sconvolto l'ordine sociale. Ci sono, in Undead Nightmare, momenti amarissimi, primi piani e silenzi pieni di sgomento. C'è la stessa drammaticità disillusa e biliosa, piena di rabbia, che ha caratterizzato in maniera magistrale il West videoludico di Rockstar. Ma senza esagerare: in Undead Nightmare ci sono anche le piccole follie degli stralunati, di chi vede i BigFoot nelle foreste di Tall Trees, e di ci si ostina a vendere Olio di Serpente, spacciandolo come un tonico miracoloso per allontanare gli Zombie. Data la discreta abbondanza di missioni principali e secondarie, Rockstar non si fa mancare niente dal punto di vista narrativo, ora divertendosi a ironizzare su di un nuovo razzismo (che fa ricadere la colpa dell'invasione sugli Ebrei, sui Messicani, sulla politica di confine), ora dipingendo un John Marston più cinico che mai.
    Come Rockstar sia riuscita a costruire un nuovo affresco sociale così vivace eppure così credibile, anche in un contesto tanto surreale, è difficile da capire. Quel che è certo è che la progressione scorre piacevolissima, fra cimiteri da purificare e città da liberare.

    Rising Dead

    Un'invasione di Non-Morti, è chiaro, cambia le cose. Quindi, non aspettatevi certo di trovare il West che conoscete. Red Dead Redemption, percorso dal terrore dell'oltretomba, non è più lo stesso. Lo si intuisce già dal colpo d'occhio: la pioggia battente si alterna a tramonti ambrati, colorati di un giallo malato. Le ombre verdastre si allungano lugubri al suolo, ed il pallore desolato delle campagne riflette quello, malcerto, della luna. Armadillo e Blackwater sono diventate città spettrali, in cui i sopravvissuti lottano per respingere le ondate di non morti, cercando di salvarsi dalla dannazione. Sui muri, le scritte disperate dei nuovi, vaticinanti profeti. “Dio ci salvi”.
    Ma anche il gameplay e la progressione sono mutati profondamente. Il fatto è che i nemici, adesso, non sono più pistoleri senza nome e bandidos, ma non morti piuttosto coriacei. E per mandarli (di nuovo) al creatore, quello che serve è una pallottola in fronte, o il fuoco purificatore. Innanzitutto, quindi, si sostituisce il coltello con una torcia, in grado di appiccare fuoco alle carni lacere dei camminatori. E poi la barra del Dead-Eye, che diventa preziosa come non mai, indispensabile per mirare al cervello. E ancora, dal momento che il sistema economico è totalmente saltato, non crediate di poter acquistare le preziosissime munizioni: dovrete frugare fra i cadaveri, cercare nei bauli, prosciugare le esili scorte delle città.
    Gli scontri coi non morti sono per altro impegnativi e furiosi. Oltre agli Zombie comuni, dovrete vedervela con le aberrazioni più insidiose. I Bruti, lenti e robusti, capaci però di caricarvi a testa bassa, e i Ragni, che si muovono come folli schizofrenici correndovi incontro come se non avessero un domani (!). E ancora, i Tossici, che sputano il loro muco fluorescente. Dal momento che le campagne e le città sono ormai popolate dalle orde senza fine degli zombie, che spuntano dalle loro sepolture quasi senza sosta, il ritmo si fa più serrato, gli scontri assatanati. Ad onor del vero, il sistema di controllo schricchiola un po', di fronte ad un aumento così evidente dell'azione. L'incedere aggressivo dei non-morti rende difficoltose le operazioni di mira, ed il rischio è quello di sprecare preziose pallottole, nei (non rari) momenti in cui la barra del Dead Eye è vuota. Ma c'è poco da fare: son tempi duri. E se proprio siamo in difficoltà, possiamo usare l'anacronistico archibugio, in grado di far saltare folti gruppi di bifolchi dannati, o le nuove bottiglie incendiarie, per organizzare un falò ambulante.
    Le occasioni di sperimentare le novità dell'armamentario non mancheranno di certo: oltre agli assalti improvvisi nelle terre selvagge, infatti, dovremo adoperarci in prima persona per liberare le varie città dall'assalto non morto, così da avere un posto sicuro per dormire e l'occasione di utilizzare il “viaggio rapido” disponibile adesso solo nelle roccaforti messe in sicurezza.
    Ma oltre a questa spiccata propensione per lo scontro continuo, senza sosta, Undead Nightmare prende le distanze dal classico Red Dead Redemption anche per mille altri fattori. E' come se ogni elemento di gioco fosse in qualche modo scardinato e ricollocato. Ad esempio, l'accumulo delle risorse naturali potrà servire adesso per ottenere determinati bonus (pallottole rivestite al fosforo) o creare esche per i non-morti, e persino le materie prime ricavate dalle carcasse di zombie e animali saranno indispensabili, ad esempio per caricare l'archibugio sopra citato con costole e zanne.
    Le sfide ambientali, da cacciatore e tiratore scelto, tornano a stuzzicare le voglie dei giocatori più determinati, e c'è persino la possibilità di incontrare uno dei quattro cavalli dell'Apocalisse (Guerra, Fame, Pestilenza e Morte), da domare per sostituire l'andatura incerta dei cavalli risorti, che zoppicano e arrancano. Al posto dei ricercati, in tempi così buoi, si può dedicarsi alla ricerca delle “Anime Perdute”, per ridare speranza e conforto alle famiglie.
    Scoprire tutte queste piccole novità è in definitiva un piacere non comune, che dimostra come Rockstar abbia saputo giocare con il suo prodotto per dargli un volto davvero nuovo. Tanto che Undead Nightmare appare come un titolo indipendente, divertente da giocare e da esplorare, e sempre curioso.

    Multiplayer

    Nel corposo pacchetto di espansione, trova posto anche una coppia di inedite modalità online cooperative. La prima opzione, Land Grab, declina in chiave zombie la modalità Free Roam apprezzata in Red Dead Redemption. Si tratta dunque di prendere il controllo territoriale di sette città, recentemente assurte a nuovi posti di villeggiatura per zombie annoiati.
    Undead Overrun, la seconda modalità prevista dal DLC, richiama in maniera non troppo velata l'Orda lanciata da Gears Of War 2 e diventata oramai standard. Da una parte, ondate di zombie che aumentano progressivamente di numero, qualità e sadica bastardaggine. Dall’altra, quattro (o due) giocatori pronti a vendere cara la pelle, lottando anche contro un countdown che brucia secondi preziosi. La partita ha termine quando finisce il tempo o al sopraggiungere della morte per l’intero gruppo di malcapitati giocatori. Per sopravvivere è necessario cooperare con gli altri. Complice anche la relativa estensione delle varie mappe, è opportuno organizzare un gruppo ben nutrito, che sondi eventualmente tutte le possibilità belliche delle “classi” preimpostate (Ravager, Long Shot, Overkill, Mauler). In tal maniera, si è certi di avere un team in grado di padroneggiare tutti i diversi approcci di gioco: attacchi a lunga gittata, ravvicinati, più precisi o esplosivi. Undead Overrun, affondando le proprie radici nel time attack, fa del punteggio il proprio vessillo. Da qui la possibilità di moltiplicare il valore delle proprie uccisioni, concatenandole in un lasso preciso di tempo.
    La coppia di Game Mode risulta godibilissima e divertente, ed aggiunge finalmente una discreta profondità al multiplayer cooperativo di Red Dead (l'unico versante su cui il titolo traballava un po').

    Red Dead Redemption Red Dead RedemptionVersione Analizzata PlayStation 3Undead Nightmare è un DLC imperdibile. Si tratta, a conti fatti, di un gioco la cui storia scorre parallela e indipendente rispetto a quella di Red Dead Redemtpion, tanto vario e curato da apparire perfetto anche come titolo a se stante (ma venduto, lo ricordiamo, al prezzo incredibile di 9,99€). Chi ha già percorso l'indimenticabile Far West di John Marston saprà cogliere ovviamente gli innumerevoli riferimenti ai personaggi già incontrati, inquadrati adesso in un contesto ancora più brutale e disincantato. Proprio nello scoprire le differenze con il titolo principale si prova un piacere inedito, colossale. E al di là degli intoppi di un sistema di controllo pensato per ritmi meno assatanati, Undead Nightmare è l'ennesimo centro di Rockstar, che riesce a giocare con il suo prodotto, senza prendersi troppo sul serio ma senza sacrificare immersività e grande forza narrativa. Le aggiunte al multiplayer chiudono il quadro su un pacchetto d'espansione assolutamente da avere. E se anche non avete a disposizione il Red Dead originale, potete sempre aspettare la fine di Novembre, quando Undead Nightmare debutterà in una versione su disco, assieme a tutti gli altri DLC di Redemption, da giocarsi in totale libertà.

    9

    Che voto dai a: Red Dead Redemption

    Media Voto Utenti
    Voti: 844
    8.9
    nd