Anteprima Battlecry

Bethesda presenterà a Los Angeles il suo Brawler Free-to-Play. Vediamo cosa ci aspetta

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  • Se durante la vigilia di questo E3 il timore più diffuso tra addetti ai lavori ed utenti era quello di ritrovarsi di fronte ad uno showroom poco ricco di novità e sorprese, Bethesda tenta subito di invertire ogni pronostico presentando al grande pubblico il proprio esordio nel campo dei free to play. Sviluppato dall'omonimo Battlecry Studio (nato appositamente nel 2012 per seguirne i lavori), il titolo della software house statunitense tenta di reinterpretare la classica formula bellica tanto in voga nel genere grazie ad una semplice premessa narrativa: all'inizio del ventesimo secolo, le superpotenze mondiali sono sull'orlo della guerra e nel tentativo di risolvere i loro conflitti senza portare l'umanità di fronte ad una fine certa, scelgono di bandire dai loro arsenali l'uso della polvere da sparo. Nel mondo di Battlecry gli scontri vengono infatti decisi da combattimenti all'arma bianca all'interno di precise aree di battaglia denominate War Zones: per i giocatori, tutto ciò si tradurrà in arene all'interno delle quali due squadre (formate da un massimo di trentadue utenti) si sfideranno per la vittoria della loro fazione di appartenenza in un universo di gioco persistente nel quale gli elementi narrativi cambieranno in base ai risultati ottenuti. Se fin qui le premesse del titolo Bethesda appaiono ancora piuttosto tradizionali, a colpire realmente il giocatore sarà la cura riposta dal team di sviluppo nella creazione di un mondo di gioco il cui design appare già ben al di sopra della media dei suoi congeneri: ciò non stupisce se si pensa che dietro all'art direction di Battlecry troviamo quello stesso Viktor Antonov già capace di tratteggiare scenari come quelli incontrati in Half-Life 2 e Dishonored.

    Guerra vecchio stile

    Il principale obiettivo di Antonov sembra essere stato quello di infondere, in un universo dominato dalla guerra, elementi più suggestivi e romantici, utilizzando l'inconfondibile stile a metà tra steampunk e rivoluzione industriale che da sempre ne caratterizzano l'art design. Le maggiori ripercussioni di questa 'umanizzazione' del campo di battaglia si avranno, in termini di gameplay, alla fine di ognuno degli scontri: che la sorte sia stata o meno dalla loro parte, infatti, una volta conclusa la battaglia ai giocatori verrà concesso tutto il tempo necessario per congratularsi con i propri avversari e, in caso di prestazioni particolarmente degne di nota, assegnare una medaglia virtuale ai migliori elementi di entrambi i team. E' facile intuire come questo elogio del fair-play potrebbe facilitare Bethesda nella costruzione di una community numericamente importante ma soprattutto, a differenza di altri titoli competitivi online, rispettosa dell'avversario, avvicinando a se tutta una serie di giocatori frustrata dalla mancanza di questo aspetto in altri esponenti del genere.


    Grido di battaglia

    Come per ogni free to play, la creazione di una community consistente andrà ben oltre i semplici aspetti ludici e sociali di Battlecry: il supporto dei giocatori al titolo Bethesda, infatti, si allargherà anche alle immancabili micro transazioni (totalmente opzionali) che andranno a favorire l'acquisizione di armi, armature e skill per i propri personaggi. Lo sviluppo del proprio avatar potrà infatti avvenire tanto attraverso l'utilizzo di moneta reale quanto grazie allo sfruttamento del Ferro ottenuto con i propri sforzi sui campi di battaglia, seguendo un evoluzione basata su un tradizionale sistema di classi; all'interno delle cinque finora presentate troviamo categorie adatte ad ogni tipo di approccio: l'Enforcer, ad esempio, si pone come il classico punto di partenza ideale per il giocatore medio, con una spada che all'occorrenza potrà essere trasformata in scudo (bilanciando le proprie capacità di attacco e difesa), mentre il Tech Archer svolgerà la funzione di cecchino, grazie ad un letale arco dalla distanza e a dei più funzionali pugnali da lancio per i combattimenti ravvicinati; la lista comprende ovviamente anche elementi meno tradizionali e perfettamente integrati con l'universo di gioco, come ad esempio il Gadgeteer, in grado di utilizzare letali manufatti meccanici sul campo di battaglia, o il Brawler, specializzato negli scontri corpo a corpo grazie ai suoi potentissimi arti superiori artificiali.

    La lista è ovviamente destinata a crescere prima del lancio del gioco (previsto per un non meglio specificato periodo del 2015), così come il numero delle fazioni disponibili per i giocatori: la scelta di quest'ultime, per ora, è limitata ai piuttosto tradizionali Royal Marine e Cossack Empire, con la propria preferenza che andrà ad influenzare tanto il look quanto l'armamento del proprio personaggio. Schieramento e classe definiranno inoltre la tipologia di abilità speciali che potremo sfruttare durante gli scontri: anche in questo caso, tra abilità elettriche, di visione attraverso elementi dello scenario e invisibilità, il ventaglio di opzioni a disposizione del giocatore sembra abbracciare un'ampia lista di possibilità, mentre il loro utilizzo limitato da un necessario periodo di cooldown ne rende l'utilizzo più ragionato ed equilibrato.

    Battlecry Nonostante il non facile palcoscenico scelto da Bethesda per il proprio esordio nel genere dei free to play, Battlecry sembra in grado di sopportare il peso di questa responsabilità grazie ad un'interessante miscela di elementi: un gameplay a metà strada tra action game in terza persona e first person shooter incontra infatti nel nuovo titolo Bethesda un design ambientale e narrativo ben al di sopra degli attuali standard del genere, infondendo nell'universo universo di gioco una visione del conflitto originale e convincente. Nonostante il numero di titoli che in questo periodo satura la domanda di questo genere di giochi, Everyeye non si lascerà scappare l'occasione di provare con mano le qualità di Battlecry durante questa tre giorni losangelina: rimanete sintonizzati per un nostro resoconto completo.

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