Recensione Resident Evil: The Darkside Chronicles

Il seguito di Umbrella Chronicles si dimostra un on-Rail di tutto rispetto

Recensione Resident Evil: The Darkside Chronicles
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  • Wii
  • Era il lontano 1996 quando faceva capolino nei salotti di alcuni fortunati videogamers il primo ed indimenticabile Resident Evil, un titolo che definiva in maniera chiara ed univoca il concetto di survival horror. Nel corso di questi tredici anni il brand Capcom ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo ed è stato portato alla ribalta del grande pubblico anche grazie alle infelici trasposizioni cinematografiche. Il binomio Nintendo - Resident Evil risale ai tempi difficili del Gamecube, in cui sebbene la grande N avesse un'utenza molto più esigua rispetto ai nostri giorni, Capcom sfornò dei veri e propri capolavori. Impossibile non citare il meraviglioso remake del primo episodio, e l’ancora esclusivo titolo Resident Evil 0, prequel di tutta la saga. Dopo alcuni meravigliosi anni di uscite in esclusiva per Nintendo, Capcom è tornata a sviluppare per altre piattaforme, lasciando con l’amaro in bocca i possessori del Wii. Ma i fedelissimi estimatori del brand, sebbene non possano godere degli episodi principali, troveranno comunque qualche “boccone ludico” da sgranocchiare. La serie Chronicles, infatti, esclusiva dell'ammiraglia Nintendo, rivisita le vicende di BioHazard inquadrandole da una “diversa prospettiva”: si tratta a tutti gli effetti di On-Rail Shooter, genere tanto di moda in questa generazione. Dopo il discreto Umbrella Chronicles, esce questa settimana il suo sequel diretto: Darkside Chronicles.

    C'era una volta il virus G

    La struttura narrativa del titolo è davvero affascinante ed intrigante. Tutto comincia nel 2002, quindi prima degli avvenimenti di Resident Evil 4. In piena giungla troviamo Leon e Jack Krauser: i due sono alleati e si ritrovano insieme in missione in un villaggio amazzonico, stranamente popolato da zombie e aberrazioni della natura. Leon Kennedy non sembra troppo sorpreso nel trovarsi a combattere contro questi strani e inquietanti esseri, Krauser invece è piuttosto turbato da quanto sta vedendo e chiede a Leon spiegazioni sull’origine di simili mostruosità. Così il nostro Leon inizia il suo racconto a ritroso, narrando degli orrori di Racoon City e di Rockfort Island. La storia di questi due episodi della saga è ben nota ai fan, solo che in questo Darkside Chronicles rivivremo le vicende del passato da un altro punto di vista. Gli eventi raccontati rispettano la linea cronologica di Resident Evil 2 e Code Veronica, ma la storia è piena di nuove cutscene in cui vengono svelati alcuni retroscena. Inoltre, sapremo finalmente cosa succede a Leon prima di ricomparire in Resident Evil 4. Insomma un tuffo nel passato che svela nuovi elementi del già ricco e complesso plot: i fan saranno sicuramente entusiasti ed eccitati all’occasione di poter rivedere sotto una nuova luce posti come la stazione di polizia di Racoon City o i laboratori sotterranei della Umbrella. Intenso, complesso e appagante tutto lo sviluppo narrativo del titolo è una vera e propria immersione nel mondo terrificante e grottesco di Resident Evil.

    Spara, uccidi, spacca e raccogli

    Darkside Chronicles segue le orme del suo predecessore, e si propone dunque come un on rail classico. Le innovazioni sostanziali rispetto al passato non sono poi così evidenti in termini pratici, e l’elemento di maggior rottura rispetto ai canoni classici del genere è senz’altro il sistema di telecamere. Per favorire una immersione completa e realistica la telecamera di gioco segue i movimenti reali che un essere umano potrebbe compiere mentre corre, salta o si trova circondato da dei mostri ripugnanti. In parole povere, siamo in presenza di una regia in stile Cloverfield, non per i deboli di stomaco. Lo scotto da pagare per una direzione tanto realistica, intensa e di grande impatto, è una visuale molto ballerina, che potrebbe spiazzare molti utenti abituati ad una progressione meno scombussolata. Spesso e volentieri per via di scatti improvvisi e di una certa “instabilità visiva” sprecheremo importanti munizioni, o magari ci lasceremo scappare importanti oggetti presenti nel livello. Tutto ciò renderà a tratti frustrante la nostra esperienza di gioco, anche se i pregi della “Shaky Cam” sopperiscono in parte a tali mancanze. Del resto, come già dimostrato dal recente Dead Space Extraction e da House of the Dead: Overkill, il dinamismo delle inquadrature vivacizza l'azione ed elimina i tempi morti che pure si avvertivano, pesantemente, in Umbrella Chronicles.
    Per il resto rimane tutto o quasi in linea con il passato: possiamo giocare solo con il nostro Wiimote -senza Nunchuk- usando la croce direzionale per cambiare le armi e il tasto “meno” per richiamare il menù di stato. Inoltre, usando il tasti + potremo curarci dalle ferite. Nel menù di stato potremo equipaggiare diverse armi a nostra disposizione, per sparare qualche bossolo in più di quelli esplosi dall'immancabile pistola. Con il tasto A potremo raccogliere i vari oggetti presenti sullo stage, tra cui armi, item curativi, soldi e file segreti. Inoltre tenendo premuto A e scuotendo il Wiimote potremo utilizzare il coltello come arma da mischia, per difenderci dai nemici di piccola taglia. Sono anche presenti dei Quick Time Event, specialmente durante il boss fighting. I checkpoint durante il gioco sono abbastanza frequenti, ed il livello di sfida settato verso il basso non esalta certo l'anima arcade dell'esperienza ludica: anche Darkside Chronicles, come Umbrella prima di lui, preferisce basare la sua forza sull'impatto scenico, piuttosto che su un'esperienza ludica che ricordi la martellante difficoltà di alcuni classici da sala.
    Grande attenzione va comunque riservata alla raccolta dei soldi: al termine di ogni livello potremo potenziare le nostre armi sborsando il denaro raccolto in missione. Il divertimento raddoppia se si gioca assieme ad un proprio amico: si condividono le stesse munizioni e si avanza insieme nei vari stage, ovviamente il gioco diventa più semplice perché l’IA non ci aiuterà mai quanto può fare un nostro amico in carne ed ossa!
    Per concludere è doveroso citare il buon replay value del gioco, garantito da file segreti e stage extra che è possibile sbloccare migliorando le proprie performance.

    Di cosa è capace un Wii?

    Decisamente d'impatto il comparto tecnico di Darkside Chronicles. La resa grafica del gioco è sicuramente notevole, e sopra gli obsoleti standard a cui il Wii ci ha abituato nell’ultimo periodo. I modelli poligonali sono particolarmente curati e possono essere apprezzati anche nella ben realizzata modalità galleria. Ottime anche le animazioni di tutti i personaggi, molto realistiche e dettagliate. Qualche incertezza traspare dal punto di vista delle texture ambientali, che alle volte appaiono un po’ datate. L’illuminazione è però ottima: gli ambienti bui sono sicuramente meglio realizzati rispetto a quelli alla luce del sole, probabilmente perchè la gestione dello scuro è davvero di prim’ordine, e ci cala al meglio nell’atmosfera tetra del titolo. Mozzafiato le cut-scene: realizzate con un’ottima computer grafica, sono altamente cinematografiche e straordinariamente curate a livello grafico. Sorprendente e a dir poco l’interazione ambientale, con molti oggetti che si frantumano sotto i colpi delle nostre armi da fuoco. Comparto sonoro solido e ben realizzato: ottime le musiche ed eccezionali gli effetti, che aiutano a creare l’atmosfera e la suspense che pervadono l’intera esperienza. Insomma siamo di fronte ad un titolo che mostra quello di cui il Wii è capace a livello tecnico, con buona pace di chi ha denigrato a priori la produzione Capcom, additandola come un'operazione commerciale sviluppata senza convinzione.

    Resident Evil: The Darkside Chronicles Resident Evil: The Darkside ChroniclesVersione Analizzata Nintendo WiiResident Evil Darkside Chronicles è il degno sequel di Umbrella Chronicles. Il brand Resident Evil vive una vita felice su console Wii, sebbene in una forma diversa da quella classica. I limiti che ancora caratterizzavano il suo predecessore, ovvero una generale staticità della progressione, ed un ritmo di gioco non così sostenuto, vengono superati, grazie ad una regia più dinamica. Un peccato che ancora tale regia sia da rifinire, dato che costringe l'utente ad un esercizio visivo spesso esoso e oneroso. Ed è un peccato anche che l'ottima struttura che fa da sfondo alle vicende, offra anche buone scappatoie per ridurre la difficoltà di gioco (già bassa), ad esempio potenziando armi per far fronte alle minacce più pressanti. Da un buon On-Rail avremmo preferito richieste più incisive in termini di colpo d'occhio e prontezza di riflessi. Darkside Chronicles offre comunque un eccellente impatto scenico e coreografico, per una decina di ore di gioco comunque divertenti, forse ottime per i fan più sfegatati. Certo, sia noi che questi ultimi, avremmo preferito vedere una Capcom capace di riappropriarsi delle meccaniche storiche del Brand, magari seguendo l'ottima scia proposta da Cursed Mountain. E se è vero che queste sono altre richieste, che esulano dall'analisi ludica del prodotto in questione, di fronte ad u n sunto così ben orchestrato delle vicende dei vecchi capitoli, un po' di malinconia resta.

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