Provato Call of Juarez: Gunslinger

Qualche ora in compagnia dello Spaghetti Western Shooter di Techland

Provato Call of Juarez: Gunslinger
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Switch
  • Quella di Call of Juarez è una delle saghe più controverse nell'intero panorama videoludico moderno. Un buon primo capitolo ed un interessante prequel (Bound in Blood, uscito nel Giugno del 2009 per Xbox 360, Playstation 3 e PC), Techland decise di abbandonare il setting western per passare a velleità più moderne, sostituendo i cacciatori di taglie con l'FBI e i bandidos con i trafficanti di droga. Mai scelta fu più sbagliata: The Cartel verrà probabilmente ricordato come uno dei più grossi flop della software house polacca che, comprendendo i suoi errori, ha deciso di fare un grosso passo indietro e tornare alle origini. Nuovamente sotto l'ala protettiva di Ubisoft, Techland proporrà il 22 Maggio Call of Juarez: Gunslinger, episodio tutto nuovo distribuito esclusivamente in digital delivery a 14,99€. Una scelta che, sin dal nostro primo contatto (i primi Ubisoft Digital Days a Parigi) si è rivelata vincente. Non solo per il prezzo competitivo; soprattutto perché Gunslinger è veramente interessante.
    Spaghetti Western Shooter dei più tradizionali, con tanto di duelli e bullet time, il titolo si è finalmente mostrato in forma giocabile, grazie ad un codice non ancora completo che ci ha permesso di provare qualche incarico in Campagna e la modalità Arcade. La prova, come vedremo a breve, ci ha lasciato entusiasti con ben poche riserve. Gli amanti dei pistoleri e del Vecchio West si preparino!

    Bounty Hunter

    Quella di Gunslinger è la storia di Silas Greaves, cacciatore di taglie ormai in "pensione" che, giunto al Bull's Head (un saloon di Abilene, Kansas), s'imbatte in un giovane ammiratore desideroso di approfondire le gesta apprese solo dai libri. "Non credere a tutto quello che scrivono sui libri, ragazzo!" esordisce il nostro, dando il via un racconto autobiografico che ci accompagnerà per l'intero corso dell'avventura. Uno dei pregi più evidenti di questo nuovo Call of Juarez è proprio la tecnica narrativa, capace di sfruttare il flashback in maniera fresca ed affascinante. L'intera avventura, pur vissuta in prima persona controllando una giovane versione di Silas, sarà scandita dalle sue parole, in una cronaca minuto per minuto che non lesinerà affatto sul fattore sorpresa. Oltre a recitare magistralmente tutti i dialoghi Silas, di tanto in tanto, ricorderà improvvisamente determinati dettagli: la collocazione di un capanno, la presenza di un manipolo di nemici o di un cadavere; questi compariranno magicamente a schermo, spuntando letteralmente dal nulla e cambiando a volte la morfologia del livello. Un espediente ben implementato e di grande impatto, al quale si aggiunge, in alternativa, il riavvolgimento di alcune scene. In una delle primissime missioni, ad esempio, il nostro si trova sul fondo di un canyon, circondato da una banda di fuorilegge messicani appostati sulle alture sovrastanti. Il passaggio del racconto dice "Circondato come usavano fare gli indiani", ma gli interlocutori capiscono erroneamente che a circondarlo erano in effetti degli indiani. Dopo aver abbattuto una mezza dozzina di nemici Silas si accorge dell'errore, ribadendo che non si trattava di pellerossa. La scena si ferma e si riavvolge, per farci ritrovare gli stessi -purtroppo ancora vivi- questa volta dell'etnia corretta. L'amalgama funziona alla grande, anche perché a renderla ancor più briosa (e divertente) ci sono gli interventi degli astanti. Un avvicendarsi di comprimari fuoricampo davvero pregevole ed assolutamente studiato per coinvolgerci nell'atmosfera da saloon. Oltre al giovane ammiratore c'è la bella e formosa cameriera, il vecchio burbero ed il barista amico di lunga data: un compendio completo delle figure retoriche da Western classico, capaci di giocare in Gunslinger un ruolo davvero fondamentale.
    Ma non finisce qui perché anche la vicenda in se appare ben costruita e di sicuro appeal. Nel corso della campagna, infatti, ci scontreremo con i più grandi fuorilegge di tutti i tempi. Da Billy "The Kid" a Jesse James, passando dalla banda dei fratelli Dalton, ogni appassionato di Western avrà di che entusiasmarsi. Il tutto inframezzato da cut scene molto particolari: artwork disegnati a mano e con appena qualche frame in movimento, per un comparto molto curato ed altamente promettente. Non da meno, ovviamente, i dialoghi - intrisi di humor cinico e spesso sboccato e capaci di tratteggiare, mostrandoli il giusto, tutta una serie di figuri di deciso spessore.

    Quando si spara, si spara, non si parla

    A livello ludico Call of Juarez: Gunslinger non mette nulla di nuovo sul piatto della bilancia, anzi. Techland recupera le feature più classiche attribuite negli anni agli FPS in salsa Western, remixandole in una progressione molto ritmata e mai noiosa. Partendo dai controlli, i più classici che possiate immaginare in uno shooter (ma senza sistema di coperture), si arriva giù giù fino al Bullet Time, implementato qui in due diverse varianti. Un indicatore a forma di Revolver (naturalmente!) ci darà la misura della Concentrazione accumulata a suon di headshot, consentendoci, una volta riempito, di scatenare tutta la potenza di fuoco della nostra sei colpi senza preoccuparci d'altro. In tali frangenti l'azione rallenterà e tutti i nemici a schermo verranno colorati di rosso - in maniera da renderne ancor più agevole l'eliminazione. La stessa concentrazione ci darà la facoltà, in frangenti predefiniti, di schivare un proiettile e rispondere con una pallottola automaticamente centrata alla testa del malcapitato.
    E' ben chiaro sin dal principio come livello di sfida e realismo non siano certo elevatissimi, anche se, già selezionando la difficoltà "Normale", alcuni frangenti ricolmi d'avversari si sono rivelati particolarmente ostici. Ma Techland, per rendere appetibile il suo nuovo lavoro, non punta certo su questi aspetti, quanto più sul divertimento offerto da uno shooter arcade estremamente dinamico, che fa delle combo di uccisioni (o headshot o esplosioni o qualsiasi altra cosa vi venga in mente) il suo Mantra. L'obiettivo principale, dunque, sarà concatenare le uccisioni, sfruttando al meglio la dotazione da cowboy che l'avventura, pian piano, metterà a disposizione del nostro Silas. Fucili a pallettoni, Revolver, Dinamite e doppi Revolver ci accompagneranno nei meandri di una progressione molto lineare ma adeguatamente ritmata grazie a particolari sezioni scriptate, intermezzi sparando da primissime versioni di Gatling Gun e molto altro ancora.
    Il tutto culminerà nei Duelli, gli scontri cruciali tra Silas ed i malviventi di cui sarà costantemente sulle tracce. Per quanto le meccaniche siano leggermente diverse, le sensazioni sono le stesse che avevamo provato ai tempi di Red Dead Revolver. Partendo da un'inquadratura focalizzata sul bersaglio e sulla nostra mano destra, lo stick sinistro regolerà la distanza della mano dalla fondina mentre il destro il focus sull'avversario, segnalato da un reticolo di mira. Dovremo mantenerlo centrato sulla figura -in costante seppur lento movimento- per ridurne le dimensioni ed aumentare le probabilità di un centro vincente al primo colpo. Ad un certo punto il cuore di Silas inizierà a battere più forte indicando il via libera per l'estrazione e il fuoco: da qui in poi sarà la dura legge del West ad aver ragione sui contendenti. Notiamo, in queste fasi, la possibilità di scegliere se portare a termine il duello in maniera "onesta" o "disonesta". A livello di meccaniche si tratta semplicemente di attendere o meno che l'avversario metta quantomeno la mano sul Revolver, prima di estrarre. Per quanto riguarda le conseguenze, anche a livello ludico, non possiamo al momento accertare alcunché: non abbiamo notato cambiamenti e, con molta probabilità, l'unico davvero presente sarà una qual certa modifica allo score finale.

    I punteggi, come solo accennato in precedenza, ci consentiranno di accedere ad uno skill tree triplicemente ramificato: da una parte le abilità per la gestione contemporanea di due pistole, dall'altra la focalizzazione su carabine e colpi dalla distanza. Al centro qualche power up per il corpo a corpo ed, in generale, per il combattimento ravvicinato. Tutte abilità passive, ovviamente, per non rovinare il feeling immediato e genuinamente arcade della progressione. Un feeling sottolineato soprattutto nella Modalità Arcade, parallela alla Campagna e giocata in scenari dal layout visivo simile (ma dal percorso del tutto diverso). In questi casi conterà solamente la corsa al punteggio: quante più teste in fila riuscirete a far saltare nel minor tempo possibile, tanto più gli svariati modificatori vi premieranno. Semplice e conciso, con un solo pizzico di "condimento" dato dalla presenza di preset predefiniti di abilità/equipaggiamento da espandere comunque nello sviluppo del game mode.
    Pad alla mano, la commistione tra abilità come la ricarica veloce, le particolari meccaniche di gioco e la dinamicità della progressione, risultano in una struttura sin qui vincente. Qualche spigolosità rimane tutt'ora da limare (una gestione non perfetta dello strafe ad esempio), ma soprattutto per gli amanti dell'FPS Western Gunslinger sembra uno di quei prodotti assolutamente da non perdere.
    A livello tecnico, infine, questo nuovo Call of Juarez compiace pur senza far gridare al miracolo. Alcune texture fuori posto e diversi problemi di pop-in non danneggiano un colpo d'occhio assolutamente evocativo. Un cell shading di discreto livello caratterizza alla perfezione le atmosfere da Selvaggio West, sottolineando con tratto deciso e spesso ruvido e grossolano tutti gli aspetti salienti dei quali gli Spaghetti Western di Sergio Leone ci hanno fatto innamorare. Da un live arcade, in ogni caso, è lecito non aspettarsi un comparto grafico da urlo e, considerando la categoria, Gunslinger si difende piuttosto bene - tra una modellazione non eccelsa e la riuscitissima caratterizzazione artistica dell'ambientazione.

    Call of Juarez: Gunslinger Un paio d’ore in compagnia di Call of Juarez: Gunslinger sono bastate a farci letteralmente innamorare del prodotto. Sia chiaro, non siamo di fronte a nulla di particolarmente rivoluzionario, creativo o innovativo. Siamo al cospetto di un Call of Juarez esattamente come dovrebbe essere: un genuino omaggio allo shooter in salsa Western, che, con semplicità, immediatezza e qualche divertente ed affascinante trovata saprà senza dubbio coinvolgere ogni nostalgico del genere. Le valutazioni definitivamente le lasciamo, al solito, per l’imminente recensione: al momento possiamo dire con fermezza che, in rapporto al pur ricco panorama Digital Delivery su console, questo Gunslinger promette davvero bene.

    Che voto dai a: Call of Juarez: Gunslinger

    Media Voto Utenti
    Voti: 69
    7.5
    nd