Recensione Hard Corps: Uprising

Contra ritorna. Spolverate il vostro cannone spread e preparatevi a scendere nel cuore del conflitto, questa volta in formato di

Recensione Hard Corps: Uprising
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • A fronte delle glorie passate, sia in prima persona che sotto le mentite spoglie del nome Probotector, Contra non ha goduto negli ultimi anni della fama meritata, vuoi a causa di una serie di titoli poco felici come l’approssimativo Shattered Soldier per PS2, vuoi per il lancio in sordina (che ha pure schivato l’Europa come Neo farebbe con un proiettile) del quarto, fantastico capitolo per DS.
    Va anche detto che Konami non stia facendo esattamente un buon lavoro per tenere in vita le sue IP più importanti, a meno che non siano la metallica creatura di Kojima o il solito roster update calcistico. Per questi motivi, Arc System Works al lavoro con la storica casa del Vic Viper è certamente un’apprezzabile novità, in special modo se il frutto di quest’inusuale collaborazione è proprio uno spin off di Contra, e mettere le mani su questo progettino digital delivery non può che causare un forte batticuore per gli appassionati della serie che ha donato un’accezione divina alla parola “spreadshot”.
    Non inganni però il titolo. Hard Corps: Uprising, ben poco ha a che vedere con il quasi omonimo capitolo uscito numerosi anni fa sulla seconda macchina da casa Sega.
    Disponibile su PSN e Xbox Live, Hard Corps: Uprising costa 1200 MP/12.99 Euro sarà anche supportato da un numero indefinito di DLC, sotto forma, almeno per ora, di personaggi giocabili extra.

    Uprise

    Mischiare l’immaginario di Ishiwatari e compagnia allo shooter bellico a scorrimento per eccellenza non può che risultare in uno stravolgimento della formula di gioco, almeno sulla carta.
    Sorprendentemente, però, Hard Corps: Uprising si dimostra ligio nel rispettare l’importante retaggio storico e culturale della serie e perfettamente in grado, malgrado le numerose novità, di aderire con precisione certosina a tutte le sue leggi fondamentali.
    Hard Corps: Uprising è un nuovo, futuribile inizio per Contra, una specie di mondo alternativo che prende in prestito le dinamiche chiave del gameplay dello sparatutto Konami e lo ritrasforma un qualcosa di parzialmente nuovo, sfumato da pennellate che solo la mano di Arc System poteva tracciare con una precisione certosina, dipingendo una tela in cui elementi picchiaduro e rpg si fondono armoniosamente.
    La presentazione è curata a dovere, e già l’opening animata realizzata con rara cura per una produzione di questi tempi lascia intendere un comparto narrativo persino eccessivo per il genere, facilmente ignorabile per chi non vede l’ora di sparare ma interessante per chi voglia approfondire le vicende dietro questo ennesimo conflitto.
    Il gioco è diviso in due modalità principali, Rising ed Arcade. Se il secondo ci vedrà impegnati nella solita scalata degli otto livelli con moltiplicatore di punteggio e vite bonus come uniche armi di sopravvivenza, il primo invece ci permetterà di customizzare a piacimento i nostri eroi per ammorbidire la curva di difficoltà con un numero maggiore di punti ferita, armi più potenti e nuove skill come corsa più veloce, dash aeree e contrattacchi in grado di rispedire i proiettili al mittente.
    I personaggi giocabili sono in totale 5, due presenti nel download principale, altri tre acquistabili singolarmente dai due marketplace, per un paio d’euro ciascuno.
    Ogni membro del cast possiede una serie di abilità sbloccabili differenti, e se in alcuni casi questo si traduce in diversi comportamenti della bocca di fuoco o dei power up acquistabili dalle solite capsule volanti, in altri influenza, ad esempio, la mobilità o le capacità di contrattacco.
    In particolare uno dei personaggi scaricabili, Sayuri, combatte esclusivamente con tecniche corpo a corpo.
    Come vedremo più avanti i vari livelli propongono un approccio ben diversificato all’azione di gioco. In questo modo suggeriscono ed incoraggiano l’utilizzo dei diversi personaggi in modo unico. 
    Così, la longevità del titolo è assicurata, e se la modalità Rising va interpretata come un modo divertente per accedere a nuove abilità e far pratica con gli stage, per i giocatori di vecchia data sarà l’Arcade mode a rappresentare il fulcro del gioco, in cui, proprio come in passato, si suderanno sette camicie tentando di passare più livelli possibili senza potenziamenti esagerati, solo affidandosi alla propria arma e alla conoscenza delle formazioni nemiche. Il tutto conservando le preziose, poche vite a disposizione.

    HARD Corps

    Gli otto livelli di gioco non si limitano a lanciarci addosso un numero di nemici sempre crescente con conseguenti proiettili da evitare.
    Le sequenze platform, gli ostacoli ambientali e un gran numero di nemici dal comportamento originale (come ad esempio i letali cecchini, appostati tra le fronde), sono solo la punta di un iceberg dal gameplay vario e divertente.
    Il level design raramente si appiattisce in corridoi in cui sparare passivamente. C’è sempre una superficie su cui arrampicarsi, un momento in cui lo scorrimento si verticalizza, o addirittura diviene automatico trasformando il titolo in una specie di shooter con astronavi.
    Un buon esempio è il fatastico quarto stage, che strizza l’occhio alle folli corse sul Big Blue e culmina in scontri che ora ricordano il fantastico Einhander, ora Ikaruga.
    La prontezza di riflessi è un requisito quasi fondamentale, in special modo contro i titanici boss. A volte esageratamente lunghi, questi scontri in particolare si potrebbero rivelare a dir poco frustranti per i giocatori meno avvezzi al genere.
    Ma la difficoltà apparentemente disarmante non divenga un elemento scoraggiante. 
    Hard Corps è un titolo in tutto e per tutto bilanciato con cura, a volte addirittura generoso, se contrapposto ai suoi predecessori: dopotutto qui non si perde una vita venendo colpiti da un solo proiettile.
    Il livello di sfida elevato, la complessità di alcune situazioni in cui si avvicina quasi ad un bullet hell, o propone ostacoli ambientali quali frane di rocce continue o baratri mortali incorniciati da forze nemiche pronte a premere il grilletto al nostro indirizzo sono solo un motivo in più per ritentare, e non per mollare il pad in preda alla frustrazione.

    Guilty Corps

    Hard Corps: Uprising si incastra alla perfezione nel resto della softeca Arc System grazie ad un look decisamente simile a quello di titoli quali Guilty Gear o Blaz Blue.
    Il character design, a cura del solito Daisuke Ishiwatari, è tagliente e stiloso, i personaggi sono esteticamente interessanti al pari di Sol Badguy, Jin Kisaragi o Baiken.
    Stereotipi anime a parte, gli sprite bidimensionali dei personaggi sono davvero buoni, dotati di un quantitativo di animazioni impressionanti (siamo quasi al livello di varietà di Metal Slug), sempre fluidissime. Il mecha design è ancora migliore, ricorda un po' Power Stone, un po' Gurren Lagann, e molti dei mostri meccanici sono realizzati da poligoni e texture puliti che si sposano perfettamente al resto delle creature 2D. 
    I fondali sono invece completamente tridimensionali, e a parte qualche piccolo raro picco di piattezza, sono davvero piacevoli, grazie a scelte di colore azzeccate, una gran varietà (nel corso dello stesso livello non sorprendetevi se verrete assaliti da una pioggia torrenziale, che lascerà poi il posto ad una fitta nebbia e infine ad uno scenario tropicale soleggiato, il tutto senza soluzione di continuità) e una direzione artistica a metà tra il citazionismo e l’ispirazione.
    Anche la colonna sonora è opera di Ishiwatari, e quindi aspettatevi tonnellate di riff di chitarra e melodie hard rock energiche e assolutamente appropriate per l’azione di gioco.
    Un gravissimo difetto del titolo è l’assoluta insostenibilità degli effetti sonori, ed in particolare delle voci di protagonisti e nemici. 
    Non possiamo che consigliare di disattivare il doppiaggio, semplicemente imperdonabile.

    Hard Corps: Uprising Hard Corps: UprisingVersione Analizzata Xbox 360Secondo voci di corridoio, Konami avrebbe pubblicato il titolo con titubanza, ritenendolo troppo lontano dai canoni della serie originale. Le stesse voci vogliono che Hard Corps: Uprising abbia rischiato la cancellazione per questo motivo. La condotta della softco giapponese non è certo stata delle più esemplari negli ultimi anni, ma in questo caso non possiamo che ringraziarla della fiducia data al lavoro di Arc System Works. Questo spin off di Contra è un titolo davvero valido e divertente, e se siete in grado di apprezzare uno sparatutto realizzato con cura e tante buone idee, o semplicemente se amate cimentarvi in sfide stimolanti, possibilmente affiancati da un amico online, allora non esitate e investite pure su questo titolo, la cui varietà e profondità difficilmente lasciano delusi, pur a fronte di un livello di difficoltà a volte ostico. Ma dopotutto, questo è forse proprio un pregio del genere, che racchiude un messaggio importante che troppi videogiocatori hanno ormai dimenticato: non mollare mai.

    7.5

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