Anteprima Lost Planet 3

Visionata la demo a porte chiuse del nuovo sparatutto Capcom

Anteprima Lost Planet 3
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • All'interno dello stand Capcom abbiamo avuto l'opportunità di visionare una demo esclusiva di Lost Planet 3, il nuovo capitolo della serie che ha esordito nell'oramai lontano 2007. Dopo il flop del secondo capitolo pochi pensavano che la serie potesse vedere l'alba di un nuovo episodio, ma la software house si è rimboccata le maniche ed ha presentato ufficialmente quello che a tutti gli effetti è un prequel della serie, ambientato parecchi anni prima di Lost Planet: Extreme Condition. Il giocatore veste i panni di Jim, un colone mandato su E.D.N. III per estrarre minerali preziosi e inviarli sulla terra. Inutile dire che rimaniamo leggermente delusi quando ci viene detto che le spezzone di gioco che sta per iniziare non segue il filone principale dell'avventura, ma è bensì una delle tante missioni secondarie di raccolta che potrete affrontare nel corso della campagna. In questa particolare sessione il compito di Jim è quello di liberare alcune caverne da un'infestazione di ragni akrid che rischia di compromettere alcuni siti di raccolta per l'energia termica.

    Un futuro ostile

    L'oscurità che circonda l'intero labirinto di cunicoli sotterranei è opprimente, a fatica Jim riesce ad avanzare su strette distese di ghiaccio e neve. Armato solo di una pistola d'ordinanza (con munizioni illimitate) e un Hunting Rifle, il protagonista di Lost Planet 3 inizia l'ardua ricerca della sua postazione energetica, che sembra avere alcuni problemi di recezione del segnale. Attraverso l'utilizzo di un piccolo dispositivo sul braccio, Jim è in grado di scannerizzare l'ambiente, alla ricerca di forma di vita o di anomalie su cui indagare; i primi minuti scorrono tranquilli, facendo quasi pensare che il vero pericolo sia ben lontano dal sottosuolo.

    Ma ecco comparire i primi akrid, piccoli gruppi di ragni che, notato un essere umano, decidono di attaccarlo in massa. La pistola del protagonista funziona egregiamente e con pochi colpi frantuma la testa degli esili mostri, che lasciano pozze di energia termica sulla neve. La funzione della suddetta energia è però diversa da quella a cui eravamo abituati nel primo episodio: non servirà per tener caldo Jim durante le escursioni esterne, ma potrà essere utilizzata esclusivamente come moneta di scambio per acquistare armi più potenti e alcuni upgrade per l'esoscheletro RIG, l'unica suite tecnologica che potrà essere usata in questo terzo capitolo. Ci accorgiamo subito che la componente shooting pare eccessiva, in questo frangente: i piccoli aracnidi alieni continuano a uscire senza sosta da qualsiasi punto della mappa , obbligando Jim ad uno scontro a fuoco quasi continuo, alternato ad un singhiozzante avanzamento nelle grotte di E.D.N. III. Scorrono i minuti e il protagonista non fa altro che sparare a tutto ciò che può risultare pericoloso, incluse bolle esplosive disseminate un po' ovunque sul percorso di gioco. Finalmente Jim riesce ad arrivare alla cella di contenimento energetico e riavviarla, raccogliendo nel frattempo tutta la risorsa accumulata da questa stazione.
    Il team di sviluppo ci spiega in seguito il funzionamento preciso del sistema di Sub Quest, che dovrebbe essere fondamentalmente dinamico. Le varie celle energetiche recuperate nel corso dell'avventura potranno essere piazzate in qualsiasi punto della mappa. Queste cominceranno ad estrarre energia, che Jim dovrà recuperare di tanto in tanto. Più tempo passa in fase di estrazione, maggiore sarà la risorsa accumulata nella cella, e più elevato quindi il corrispettivo monetario da investire nell'acquisizione di un nuovo equipaggiamento. Non sempre però il recupero sarà senza pericoli e -come ad esempio ci è capitato nella demo- potrà capitare di trovare presenze ostili che dovranno essere eliminate. Le celle energetiche hanno del resto la spiacevole tendenza ad attirare presenza aliena. Ovviamente questa tipologia di missioni secondarie non sarà l'unica che potremo affrontare: sulla superficie gelida del pianeta troveremo anche persone in difficoltà, o indizi per recuperare oggetti preziosi. Resta da vedere l'applicabilità ed il valore effettivo di questo sistema. Idealmente è interessante poter posizionare a piacimento le celle che poi genereranno, assieme all'energia, anche le “sub quest”, ma non vorremmo incappare in una scarsa varietà di situazioni: Lost Planet 3 ci aveva colpito per le atmosfere e l'alternanza di fari a bordo del mech, sparatorie, Quick Time Event e scontri con Akrid giganteschi. Questa sessione è stata invece molto più lineare, omogenea e ripetitiva.
    Dal punto di vista tecnico, l'Unreal Engine 3 fa il proprio dovere in maniera egregia ed i modelli poligonali appaiono convincenti, così come gli effetti di luce ed i riflessi sulle superfici innevate. Anche i movimenti fluidi e realistici del protagonista, accompagnati da una visuale in terza persona abbastanza ravvicinata (soprattutto in fase di combattimento) aiutano nell'immersione e nel coinvolgimento. Eliminata (esattamente come nel secondo Lost Planet) la necessità di cercare energia per sopravvivere costringendo il giocatore a stare sempre sull'attenti, Jim può tranquillamente passeggiare in lungo e in largo sulla superficie di E.D.N. III senza correre il rischio di morire congelato, in modo da esplorare zone nascoste, parlare con NPG e talvolta trovare missioni secondarie, oggetti extra o nel peggiore dei casi, pericolosi akrid in cerca di carne fresca.

    Lost Planet 3 Dopo la buona prova del Captivate, La demo a porte chiuse presentata da Capcom ci ha un po' delusi. Forse ci aspettavamo uno spezzone di gioco più corposo, forse speravamo che le missioni secondarie offrissero una sfida più allettante. Purtroppo nessuna di queste speranze si è avverata, ed abbiamo assistito ad una dimostrazione piuttosto noiosa delle attività “extracurricolari” di Jim. Le premesse per un gioco degno dei fasti del primo capitolo ci sono e a linee generali il titolo funziona, offrendo molti spunti interessanti e al contempo lasciando il giocatore perennemente sull'attenti a causa dell'alto livello di tensione. Peccato che stavolta la dimostrazione si sia focalizzata su una sequenza non brillantissima.

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