Recensione Midnight Club: Los Angeles

Lo street racing secondo Rockstar

Midnight Club: Los Angeles
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • E dire che allora...

    ... Erano sufficienti due pulsanti (o due pedali) e un joystick (o un volante), e tutto scorreva liscio. Semplici ed essenziali: questi erano i requisiti dei racing game ai loro primordi. La ricerca spasmodica della simulazione, la volontà di ricreare la sensazione di essere veramente alla guida di un'auto erano solo idee futuristiche, del tutto sopite nella mente dei programmatori dei vari Pit Stop, Pole Position e dei più recenti Outrun e Virtua Racing. Tutti titoli accomunati solo da un minimo comune multiplo: immediatezza e divertimento. Grazie all'evoluzione tecnologica questi sogni nel cassetto sono però riusciti a prendere forma: la possibilità di inserire un motore fisico in grado di replicare la forza centrifuga, la gestione dei pesi e di diversi modelli di guida ha portato alla nascita di quel ramo di giochi di guida spiccatamente simulativi, che ha trovato in titoli del calibro di GTR, Gran Turismo e Forza Motorsport i suoi alfieri più famosi, in grado di trasformare i più incalliti videogiocatori in meccanici in erba, tenuti a districarsi con una certa naturalezza fra impostazioni quali campanatura, giri del motore e redistribuzione della frenata. L'altro lato della barricata (quello dei corsistici arcade) non si è tuttavia lasciato prendere per il naso, complice anche e soprattutto una cospicua schiera di persone che, per un verso o per un altro, non è proprio riuscita a digerire la piega simulativa testè descritta. Eppure, per mantenere alto l'interesse del pubblico potenziale, i giochi di guida arcade hanno subìto un'evoluzione paradossalmente più marcata rispetto ai loro fratelli simulativi: trasformazioni che hanno portato all'introduzione di talmente tante e tali idee da trasformare, soprattutto alcune dlle ultime uscite, in vere e proprie avventure free roaming su quattro ruote. Possibilità di girovagare liberamente all'interno di una location sufficientemente grande ed intricata, una storia ben definita, riproduzioni minuziose di supercar presenti sul mercato, personalizzazione estrema tramite il famigerato tuning: a grandi linee sono questi i parametri fondamentali sui quali impostare un racing al giorno d'oggi.E proprio con questi ed altri possibili assi nella manica si presenta ai nostri occhi Midnight Club Los Angeles, titolo realizzato e prodotto da Rockstar ed ultimo in ordine cronologico della saga che negli ultimi anni contende a Need For Speed di Electronic Arts la palma di racing basato su gare illegali.

    La città degli angeli

    Midnight Club, come il suo già citato concorrente, sembra non volersi distaccare dal più classici fra i cliché, pescando a piene mani dai contesti divenuti tanto in voga grazie soprattutto al successo della trilogia cinematografica "Fast And Furious": l'utente si ritroverà a vestire i panni del classico (ed un po' stereotipato) ragazzo di malaffare con la passione per l'alta velocità e il sogno di divenire il re delle corse notturne della più famosa città della California. Partendo dal nulla dunque dovremo scalare la rigida gerarchia piramidale dei racer, e per fare questo gli unici alleati che avremo nel corso della nostra avventura saranno i cavalli motore del nostro bolide, la reattività e la spregiudicatezza al volante e un pizzico di fortuna che non guasta mai. Vincere per guadagnare reputazione, guadagnare reputazione per salire di livello: questa è la semplice quanto efficace equazione su cui si baseranno le nostre scorribande fra i Boulevard più famosi del mondo.La scalata al successo sarà ovviamente scandita da diverse tipologie di gare e, sotto questo punto di vista, il titolo Rockstar si presenta con i classici scontri che abbiamo già potuto ammirare negli altri esponenti del settore: oltre le immortali gare contro uno o più antagonisti potremo cimentarci in estemporaenei duelli testa a testa semplicemente lanciando il guanto di sfida (ossia lampeggiando con i fari) agli altri driver che si aggirano all'interno della mappa di gioco. Se poi la competizione dovesse starci stretta (oppure stufarci) potremo variare il nostro operato cimentandoci in alcune missioni nelle quali dovremo fare da fattorino e consegnare un determinato veicolo nel tempo prestabilito evitando al contempo di strapazzare troppo l'auto. La vittoria porterà sia una certa dose di reputazione, sia una somma di denaro da spendere nell'acquisto di una nuova vettura o nel potenziamento ed abbellimento di un bolide già in nostro possesso. La parte dedicata al Tuning riveste in Midnight Club Los Angeles un ruolo da protagonista, presentando una quantità di parti, dettagli e particolari veramente notevole, in grado di stuzzicare i palati dei più accaniti fan di questa moda e pure quelli dei semplici curiosi. Oltre al canonico rimodellamento della carrozzeria con minigonne, spoiler ed alettoni, il gioco di casa Rockstar ci permetterà di agire in maniera piuttosto significativa anche all'interno dell'abitacolo, nel quale potremo cambiare parte del cruscotto, il volante, i sedili e persino inserire un poco elegante (oltre che poco pratico) neon; l'attenzione per i dettagli profusa dagli sviluppatori sotto questo aspetto è veramente maniacale, presentando fra le altre cose la chicca di alcune famose "griffe" come Momo Design. La messa a punto estetica della nostra belva da strada proseguirà poi tramite la verniciatura della carrozzeria e la successiva possibilità di applicare decalcomanie e vinili: anche in questo caso l'unico limite sarà quello della nostra fantasia o del nostro buon gusto. Restando in tema di veicoli diamo un rapido sguardo al parco auto messo a disposizione: la scelta è piuttosto ampia e ben assortita, spaziando da utilitarie, supercar, muscle car e auto d'epoca, tutte rigorosamente originali e fedelmente riprodotte nei minimi particolari. Se poi alla comodità di quattro ruote volessimo anteporre l'ebbrezza di correre in sella ad una seducente moto, in quel di Los Angeles saranno disponibili presso il nostro rivenditore di fiducia dei modelli (pochi a dir la verità) di potentissime due ruote, anch'esse rigorosamente originali e realizzate in maniera egregia.

    Qualunque sia il nostro mezzo, scesi in strada ci si accorge che la risposta ai comandi è, complice una mappatura del pad molto classica per il genere, immediata e al tempo stesso completa, e riesce così ad incarnare in pieno l'impostazione arcade del titolo. Ad arricchire ulteriormente l'esperienza di gioco ci penseranno un paio di simpatiche introduzioni nel gameplay: stiamo parlando di alcuni power up (grazie ai quali potremo avere vita più facile nelle nostre battaglie sul caldo asfalto californiano) e della possibilità di eseguire intricate evoluzioni. Tramite la semplice pressione di un tasto riusciremo ad inclinare la nostra automobile su due ruote (una manovra questa più coreografica che effettivamente utile) oppure, nel caso dovessimo trovarci a guidare una moto, sposteremo il peso del pilota in una delle quattro direzioni, permettendoci così impennate adrenaliniche o repentini cambi di direzione. Ma attenzione: per chiudere la carrellata sul mondo di Midnight Club è opportuno del braccio violento della legge che pattuglierà senza sosta le strade di Los Angeles: lo street racing non è ben visto dai benpensanti in quanto (giustamente) pericoloso sia per chi lo pratica che per gli ignari abitanti. Per questo motivo i prodi difensori della legge, nel malaugrato caso dovessero riconoscerci in giro, si produrranno in spettacolari inseguimenti per arrestarci e rifliarci una salata multa. Queste battute di caccia saranno tutt'altro che accessorie e, in moltissimi casi, metteranno a dura prova il giocatore: l'intelligenza artificiale dei nostri avversari (siano essi poliziotti o altri piloti) è infatti sopra lo standard degli altri esponenti del settore, una scelta questa che comporterà un certo grado di impegno e dedizione soprattutto per districarsi fra il traffico delle strade onde evitare deleteri incidenti. Intendiamoci, il gioco di Rockstar non è assolutamente da classificarsi come difficile o frustrante, tuttavia questo doversi confrontare subito con una cpu agguerrita potrebbe spiazzare e infastidire i giocatori meno smaliziati.

    In generale Midnight Club appare dunque un prodotto molto completo, anche se nella complessa alchimia di fattori che lo compongono, una formula evidentemente derivativa rende il prodotto Rockstar non del tutto colorito. La digitalizzazione di Los Angeles, come vedremo, è senza dubbio efficace, ma ha molto meno carattere rispetto ai lidi indimenticati di Paradise City, e l'impostazione globale di Midnight Club non riesce a stuzzicare chi cerca un prodotto con "tenacia" e personalità. Già alla prima occhiata si intuisce che il gioco discende direttamente da una tradizione un poco abusata, che a cadenza quasi annuale popola il panorama videoludico autunnale. Le aggiunte a livello di gameplay fanno "rumore" ma non rendono certo più completo il prodotto, e la summenzionata presenza dell'editor è in grado di compiacere l'interminabile schiera dei gamer più "spacconi", ma senza però impressionare più di tanto gli amanti della velocità pura e dell'adrenalina. Le corse folli di Burnout, la sua stessa spensieratezza, vengono in parte sacrificate per irretire una precisa fetta di pubblico (che rinnova a cadenza regolare la sua fede incondizionata per il mondo delle corse clandestine), cosicchè un prodotto per certi versi brillante non abbia alla fine i tratti distintivi per "bucare lo schermo".

    Ruote fumanti

    Passando all'analisi più squisitamente tecnica del gioco, dobbiamo sottolineare come il lavoro profuso dagli sviluppatori abbia portato sui nostri schermi un prodotto di buona qualità. Midnight Club infatti mette a disposizione una riproduzione estremamente fedele e dettagliata di Los Angeles: la città californiana si presenta agli occhi del giocatore con una veste grafica a tratti spettacolare, grazie ad un panorama d'impatto e ad una varietà di scenari ottima. Passare per la tortuosa Mulholland Drive, proseguire per i quartieri di Beverly Hills e Hollywood, scendere sul molo di Santa Monica e affrontare una romantica passeggiata sulla spiaggia dorata sono solo alcuni pittoreschi scorci ricreati nei minimi particolari dai programmatori di Rockstar. La sensazione di trovarsi immersi in una città viva e pulsante è acuita sia dalla presenza di traffico cittadino e di pedoni, sia da tutta una serie di cartelloni pubblicitari sponsorizzati da alcuni famosi brand come Air Jordan, T-Mobile e Virgin. In generale dunque l'evoluzione del motore di gioco già ammirato in GTA IV svolge egregiamente il suo dovere, presentando fra le altre cose una pulizia delle texture leggermente migliorata rispetto al celeberrimo free-roaming e un frame rate che, nonostante si assesti solo sui 30fps, non presenta tentennamenti o segni di cedimento. Altre chicche che potremo ammirare durante le sessioni di gioco saranno il meteo variabile, l'alternanza fra giorno e notte e soprattutto la presenza di un motore fisico in grado di gestire i danni sulla carrozzeria dei veicoli, da semplici graffi e ammaccature alla perdita di spoiler e parafanghi. Non c'è rosa senza spine, ed in Midnight Club le spine sono rappresentate da alcuni infrequenti ritardi di caricamento delle texture (soprattutto del fondale), da poche compenetrazioni poligonali e da qualche incomprensibile scelta in merito all'interazione con l'ambiente di gioco: se infatti oggetti come cassonetti dell'immondizia, cancelli e idranti cadranno giù al nostro passaggio, alberi e pali della luce non subiranno alcun danno all'impatto con gli autoveicoli, divenendo così più effettivi ostacoli in grado di compromettere la prestazione in gara che semplici elementi di contorno. A chiudere il panorama più squisitamente tecnico troviamo un comparto sonoro arricchito da una soundtrack estremamente calzante, con brani in stile hip-hop, rock duro e rap firmate da artisti di successo come Ice Cube, i Nine Inch Nails e Beck. Non male nemmeno la campionatura di effetti sonori e la qualità del doppiaggio che, come accaduto per il già citato GTA IV, è rimasto in lingua originale; una scelta fatta a nostro modo di vedere più per enfatizzare il feeling col gioco che per mere questioni di marketing.

    Racer Online

    Concludiamo la disamina di Midnight Club dando uno sguardo alle modalità online messe a punto dai programmatori. Sotto questo aspetto il gioco di Rockstar non riesce però ad attestarsi sui buoni livelli sino ad ora illustrati, nonostante la presenza di qualche modalità meno classica (oltre alla gara semplice, tre varianti di "cattura la bandiera"), e dei power up di cui si è discusso in precedenza, che possono in effetti rendere le gare meno monotone. Fino a sedici giocatori in contemporanea ed un netcode quasi del tutto esente da pecche non riescono però a fare la differenza, dando la sensazione di trovarsi di fronte più ad un riempitivo dell'ultimo minuto che ad una opzione ben studiata. Dopo qualche sessione di gioco, l'offerta multiplayer di Midnight rientra pienamente nei canoni classici, e non offre dunque quella varietà concettuale che, dopo Burnout Paradise, dovrebbe essere entrata a far parte degli standard. Poco influente anche lo spartano editor di gare nel quale dovremo solamente piazzare dei checkpoint lungo le strade della città. Un vero peccato, soprattutto paragonando le medesime prestazioni online di titoli come il già citato Burnout Paradise e Test Drive Unlimited, sicuramente più completi ed interessanti rispetto agli scontri multiplayer proposti per le strade di Los Angeles.

    Midnight Club: Los Angeles Midnight Club: Los AngelesVersione Analizzata Xbox 360Nonostante lo stile derivativo e senza troppa personalità, il prodotto confezionato da Rockstar San Diego è da promuovere. Forte di un buonissimo comparto tecnico, di una discreta gamma di gare e di un livello di sfida (finalmente) superiore alla norma, Midnight Club Los Angeles riesce a ritagliarsi un posto nel panorama dei racing e lancia il guanto di sfida all'oramai imminente Need For Speed, vero e proprio rivale per ambire alla palma del miglior blockbuster in ambito dei titoli automobilistici basati su gare illegali. Peccato per qualche incertezza in ambito Multiplayer, in cui la selezione di gare e modalità non riesce a stupire, e per una varietà concettuale meno accentuata rispetto a quella di altri concorrenti, non pienamente bilanciata dal corposo editor. Consigliato caldamente agli amanti del genere.

    7.5

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