Recensione Quantum of Solace per Xbox 360

La vendetta di 007 travolge anche i videogame

Recensione Quantum of Solace per Xbox 360
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  • PS2
  • DS
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
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    Mezzo monaco, mezzo killer, tutto Bond. Relegate nei meandri del passato l’ironia, la classe ed il self control, come fossero uno smoking ormai vecchio, l’agente segreto meno segreto del mondo è ormai consacrato ufficialmente nelle vesti del granitico Daniel Craig. Nel 2006 sorprese le platee di mezzo mondo per la maturità ed autorevolezza con la quale ribaltava tutte le nostre certezze: nessun cappello da tirare con maestria, nessuna segretaria da corteggiare galantemente, nessun gadget elettronico sofisticato. Se prima l’Aston Martin rimaneva tirata a lucido, ora è solo un mezzo veloce da usare senza alcun riguardo. Persino le celeberrime “Bond girls” passarono completamente in secondo piano: rimasero solo il testardo compimento della propria missione e l’amore controverso per una donna che finalmente sapeva tenergli testa. Lasciato anche il Martini sul tavolo, il nuovo Bond sfonda le pareti, uccide crudelmente chiunque gli intralci il passo e, qualunque sia il prezzo da pagare, non si arrende mai. Nell’universo videoludico questa efficiente concretezza si rivelò l’ultima volta col celeberrimo “Goldeneye” di Rare per Nintendo 64, il quale sigillò un sodalizio estremamente raro nel genere dei “tie in”, quello tra la marchio famoso e la qualità del prodotto. Oggi -ad undici anni di distanza- Activision prova anch’essa a portare le spettacolari azioni di Bond sulle nostre piattaforme di divertimento preferite e, citando come metafora la celebre intro della sigla iniziale, nonostante una mira disturbata dai tempi d’uscita affrettati per la contemporanea col film, possiamo proprio affermare che hanno fatto centro.

    License to Play

    Sebbene il titolo richiami chiaramente il film attualmente nelle sale, “ Quantum of Solace” include anche integralmente le vicende narrate in “Casinò Royale” (addirittura per due terzi di gioco), ponendosi così come un continuum narrativo “alternativo” a quello dei due lungometraggi. Introdotte da pochi filmati in computer grafica discretamente realizzati, e da numerosi dialoghi visualizzati mentre scorre su schermo una particolare interfaccia grafica (ispirata ad una scena di briefing dell’ultimo film), le sequenze nerrative ci mettono nei panni di un Bond prima alla ricerca di Le Chiffre e poi di Greene, per vendicare la morte della sua amata. Il plot, che gode fortunatamente di un ottimo doppiaggio italiano (con lo stesso team del lungometraggio), anche attraverso comunicazioni dalla base operativa ascoltate in-game e la lettura di messaggi trovati in alcuni cellulari disseminati tra i livelli, riesce nel piacevole compito d’intrattenere ma senza troppo informare. La condizione per apprezzarlo è quindi quella di conoscerne già la trama: mentre alcune tematiche sono maggiormente approfondite, dando appunto una prospettiva integrativa che raccorda i due titoli al cinema con scene inedite, altre scene -a causa della frettolosità con cui sono state realizzate- lasciano più oscura la progressione. Nonostante il discreto sforzo narrativo comunque, la trama passerà praticamente in secondo piano, a fronte di un gameplay in pieno stile Craig: corposo e inarrestabile.

    For your Joypad only

    Dopo esser stati accolti dal ruggito del leone della “Metro-Goldwin-Mayer” e da un coreografico menù del tutto simile per stile a quello visto nel Dvd, la scelta che potremo immediatamente fare sarà tra il gioco in singolo e quello in multiplayer. Selezionata la prima opzione, dopo un breve caricamento affronteremo un’avventura di 15 livelli, per una decina d’ore di gioco, con quattro livelli di difficoltà selezionabili, che influiranno sostanzialmente sulla mira ed aggressività dei numerosi nemici d’affrontare. Il titolo si presenta essenzialmente come un curato sparatutto in soggettiva, integrato da un cover system in terza persona e da vari “Quick time event”: i richiami di queste meccaniche attingono ad illustri colleghi, fra tutti “Raimbow Six”, “Gears of War” e “Bourne Cospiracy”. Lo schema di controlli è di quelli ormai consolidati: mentre ai dorsali sarà preposto l’utilizzo delle armi (mira, fuoco, granate) i tasti frontali saranno utilizzati per le classiche azioni (abbassarsi, saltare e ricaricare le armi). Il sistema di copertura è gestito alla maniera di Gears of Wars: alla semplice pressione di un tasto vedremo un Bond (inquadrato, nel caso, in terza persona) ripararsi dietro ad uno dei numerosi ostacoli o pareti. Ovviamente l'operazione risulta fondamentale al fine di sopravvivere, sia per la possibilità di mirare alla cieca (molto efficace, comporta zero rischi rispetto al fuoco frontale), che per l’aumento della velocità di rigenerazione dell’energia del protagonista. Come in Gow, poi, nel caso in cui due coperture siano vicine, potremo passare da una all’altra velocemente, sempre con il medesimo tasto. In ogni caso, nonostante l'impostazione sia quella tipica degli shooter più frenetici, l'azione di gioco sarà orientata in modo da consigliare un approccio quasi stealth: silenziatore montato, telecamere da disattivare ed un cellulare-radar in grado di segnalare la posizione dei nemici. Al giocatore è comunque concessa la libertà di cambiare approccio, in modo irreversibile per il livello, aprendo il fuoco liberamente sui nemici e sui numerosi rinforzi che, nel caso, sopraggiungeranno. Entrambi gli approcci funzionano egregiamente, anche se raggiungere l’obbiettivo di rimanere celati sarà di certo più complesso. A variare ulteriormente il gameplay ci penseranno diversi "minigiochi" perfettamente integrati nella progressione. QTE per forzare serrature elettroniche o per gli attacchi corpo a corpo. E se solitamente, per mettere KO semplici nemici, basterà la pressione di un tasto, spettacolari “boss fight” ricordano invece, per complessità ed efficacia scenografica, gli intensi combattimenti già affrontati dall’agente Bourne. Per rendere il titolo più cinematografico, ci sono anche sezioni in cui dover mantenere l’equilibrio su travi sospese ed altre in cui saltare tra i cornicioni o tra vagoni di un treno, tutto all’insegna della spettacolarità. Farà felici i fan di Bond sapere che tutte le ambientazioni principali e le situazioni (tranne gli inseguimenti con i mezzi) dei due film sono state inserite: l'avventura mostra così una fresca e piacevole varietà, che solleva il prodotto dalla mediocrità in cui altri suoi altri limiti (linearità e stile derivativo) lo avrebbero inevitabilmente relegato.

    Play and let die

    A differenza di quei prodotti dai nomi altisonanti che poi deludono alla prova dei fatti, “QoS” -lungi dall’essere perfetto- mantiene comunque le sue promesse e soprattutto fa divertire. I pochi difetti delle meccanica di gioco emergono nella non perfetta ottimizzazione dell'interazione ambientale: in alcuni sporadici frangenti il cover system infatti non si attiva, lasciando il protagonista scoperto per qualche secondo. Analogamente, alcuni problemi di rilevazione delle azioni contestuali si verificano nel caso in cui si voglia scavalcare qualche oggetto. Altre "leggerezze" riguardano la mappatura dei controlli: sebbene le armi trasportabili siano solo tre, un solo tasto per lo scorrimento farà certamente storcere il naso i puristi degli sparatutto.
    Ma al di là delle piccolezze, il titolo mantiene alta la fluidità, la velocità, il ritmo di gioco e lo spettacolo, dall’inizio alla fine: varietà e alta tensione sono le parole chiave su cui è stato costruito questo sparatutto. L’uso delle venti armi disponibili tra pistole, fucili e mitragliatori, tutte uniche tra loro per suono ed impatto, darà più di una soddisfazione, rendendo quasi impossibile la scelta per l’arma “preferita”. Sparando inoltre ad appositi oggetti come estintori, bombole e quadri elettrici, riconoscibili perché “luminescenti”, stordiremo o creeremo mortali esplosioni, enfatizzate da un cinematografico effetto al rallentatore, che ci potrà anche salvare dalle situazioni più spinose ed affollate. La spettacolarità è mantenuta alta anche dall’elevata distruttibilità ambientale: colonne, statue, vetrate ed una moltitudine di oggetti renderanno le sparatorie una gioia per gli occhi (persino una nostrana torre di Siena non viene risparmiata), rovinata solo in parte dalle animazioni delle morti avversarie, solo sufficienti. La loro IA in compenso è di fatto più che buona: non vedremo i nemici limitarsi ad aspettare di essere abbattuti come birilli: cercheranno sempre un riparo correndo e tenteranno di accerchiarci sfruttando il loro numero o di stanarci lanciandoci granate. Sebbene in qualche frangente il vedremo correre insensatamente verso di noi, nel complesso il risultato finale è più che soddisfacente, certamente al di sopra della media. La possibilità di dedicarsi ad una progressione cauta, tenendo un basso profilo, è inoltre particolarmente apprezzabile: momenti di studio del percorso dei nemici e del raggio d’azione delle telecamere si alterneranno senza soluzione di continuità ad altri pieni zeppi di nemici che faranno fuoco da ogni parte, mentre agilmente salteremo da una copertura all’altra, rispondendo con altrettanta potenza di fuoco. Sul fronte giocabilità, insomma “Quantum of Solace” si comporta come egregiamente, con concretezza e cinismo, come uno sportivo taciturno negli spogliatoi, ma che quando il gioco si fa duro sa giocare, ed anche bene.

    You only Play twice

    Anche nella sezione multiplayer il titolo Activision esce a testa alta: con sette modalità e dodici mappe si conferma un prodotto sufficientemente curato anche sotto questo aspetto. Innanzitutto il comparto cosmetico non perde molto, e la fluidità d’ azione rimane sempre costante. Nonostante sporadiche interruzioni di connessione, i caricamenti sono sempre molto veloci, il lag rimane sempre impercettibile, ed il numero di giocatori per arena è sufficientemente elevato. Le arene sono morfologicamente ed esteticamente varie e ricalcano quelle della modalità principale, ma per cura, ampiezza e qualità non tutte si trovano allo stesso livello: si finirà quindi inevitabilmente per preferirne solo alcune, tralasciando le altre. Le modalità vanno dalle classiche tutti contro tutti, a squadre, a territorio, fino all’originale e divertente modalità “Bond contro tutti”, in cui un solo giocatore impersona l’agente, intento a disinnescare delle bombe, mentre gli altri nei panni di terroristi gli danno la caccia: soprattutto con un gruppo di amici collegati questa modalità intratterrà a dovere nelle nottate ludiche e goliardiche.

    The Game is not enought

    Il comparto cosmetico di “QoS” è forse il suo aspetto più controverso: se teniamo infatti in considerazione il motore grafico da cui proviene, da cui deriva anche un capolavoro a livello audio-visivo come “Call of Duty 4”, ci rendiamo conto che il paragone col titolo di Infinity Ward non regge. Esplosioni gravemente sgranate, texture di altalenante qualità, animazioni legnose soprattutto nelle cut-scene sono solo alcune delle imperfezioni che gravano sulla sua valutazione. Eppure, nonostante i difetti particolari, il colpo d’occhio viene comunque sempre salvato da un impegno artistico e tecnico non indifferente. Innanzitutto la varietà degli ambienti, sempre diversi e sempre ben assortiti per colori ed effetti coreografici. Poi alcuni tocchi di classe, come la sfocatura visiva che creano le fiamme o quella progressiva della mira accurata (davvero suggestiva ed efficace nel suo rendere realistico l’effetto “distanza”) rendonoesaltanti le situazioni concitate che vivremo nei panni di Bond. I modelli poligonali sono ricchi e diversificati, ed alcuni di grande qualità, come dimostra chiaramente la Aston Martin sbloccabile e terminato il gioco. Gli effetti di luce ed i riflessi delle superfici svolgono poi un egregio compito nel rendere suggestive alcune ambientazioni sotto la pioggia o al buio della notte, e gli effetti particellari per fumo e polvere completano il quadro di un titolo che se aspirasse all'eccellenza cadrebbe inesorabilmente a terra, ma che può essere invece premiato come un prodotto più che sufficiente dal punto di vista tecnico.
    Nota particolare va alla musica, vero fiore all’occhiello di questo prodotto una spanna sopra al comparto video. Anche coloro i quali mal sopportano 007 ed il suo motivetto, non potranno negare l’efficacia e la bellezza di una colonna sonora dinamica, in completa relazione con gli eventi su schermo, la quale fintanto che il nostro personaggio rimarrà abilmente celato agli sguardi nemici, sottolineerà la leggera tensione con delicatezza e inquietudine, ma quando le danze di fuoco si apriranno, inonderà le nostre orecchie di una trascinante melodia esaltante, che raggiungerà il culmine quando suonerà le leggendarie note “alla 007”. E noi, tra uno sparo e l’altro, non potremo che canticchiarle, esaltati.

    Quantum of Solace Quantum of SolaceVersione Analizzata Xbox 360“Quantum of Solace” rispecchia in pieno quello che rappresenta la nuova incarnazione cinematografica di 007 rispetto al suo passato: meno effimere sottigliezze e più solida concretezza. I difetti di questo titolo ci sono e sono evidenti: un comparto tecnico lontano dall’eccellenza di “Call of Duty 4” , con cui comunque condivide il motore grafico (troppe cadute di stile nella qualità delle texture, nelle animazioni), e meccaniche di gioco, oltre che lievemente imitative, infastidite da una interazione ambientale non perfetta. Eppure, nonostante questo, i pregi di 007 emergono nel momento più importante, ovvero quando s’impugna il joypad e si gioca. Si scopre solo puro divertimento, alimentato da una fluidità sempre costante, una grande spettacolarizzazione di stampo cinematografico, un ritmo altissimo e fasi ad alta velocità d’azione alternate a momenti stealth in cui agire nell’ombra. Ed al giocatore rimane comunque la libertà di mantenere l’approccio che preferisce, con la stessa efficacia e naturalezza. Il colpo d’occhio generale della cosmesi è comunque più che buono, con picchi in alcuni frangenti in cui risaltano grazie agli effetti di riflessione e quelli particellari. L'ottimo doppiaggio in italiano si affianca poi alla storica colonna sonora di 007, che accompagna in modo dinamico il giocatore per tutti e 15 i livelli (ed anche nel multiplayer). Uno sparatutto onesto, in definitiva, che anche se non agogna alla gloria eccelsa dei capolavori, fa egregiamente il suo lavoro. E come un Bond caduco, sporco e sanguinante che ha ucciso nemici e fatto uccidere amici pur di raggiungere il suo scopo, alla fine non gli si può che riconoscere un grande merito: missione compiuta.

    7

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