Anteprima Rainbow 6 Patriots

Dopo una lunga vacanza, torna il famoso brand di Ubisoft

Anteprima Rainbow 6 Patriots
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Tre anni di vacanza sono sufficienti

    A discapito di molti marchi prodotti in serie, Rainbow Six viene da un lungo periodo di vacanza. Se per ogni Call Of Duty pubblicato, ce n’è già un altro in sviluppo e se di Need For Speed ce ne sono pure troppi, Ubisoft ha ben deciso di cadenzare con maggior razionalità l’uscita delle sue maggiori IP (Assassin’s Creed a parte, ovviamente).
    Così, dopo il recente ritorno di Rayman, a distanza di tre anni da Vegas 2, i tempi sono maturi per un nuovo episodio della serie. In seguito al suo annuncio ufficiale, siamo finalmente in grado di dare le prime informazioni certe sul futuro Patriots.
    Per quanto vadano tanto di moda nell’ultimo periodo, non si tratterà di un reboot, né di un capitolo interessato a tagliare con il passato. Si tratta, semplicemente e fortunatamente, del ritorno in grande stile di un marchio, che ha tanta voglia di fare la voce grossa, soprattutto in ambito multiplayer.

    Chi è buono e chi cattivo?

    Rainbow Six non è il classico FPS tutto piombo e poche domande. Tutt’altro: la componente tattico-strategica è sempre stata il fondamento del gameplay della produzione Ubisoft. Similmente a quanto accade in Ghost Recon, solo grazie a un disciplinato lavoro di squadra con i propri alleati si può avere la speranza di completare gli obbiettivi minimizzando le perdite umane. Avendo poi a che fare con terroristi privi di scrupoli, non è raro trovarsi immischiati degli ostaggi, ovviamente da salvare. Ciò complica ulteriormente le cose, richiedendo una fase di studio che necessariamente preceda la pressione del grilletto e che sostituisca qualsiasi inutile e nociva incursione in pieno stile Rambo. Come se non bastasse, la relativa fragilità dell’avatar è un ulteriore deterrente a prendere sottogamba qualsiasi scontro a fuoco, virtualmente mortale sia quando ci si ritrova in pesante inferiorità numerica, sia quando si deve fronteggiare una situazione solo apparentemente facile da far volgere a proprio favore.
    Patriots non cambia di una virgola questi sacri precetti della saga, puntando automaticamente a un pubblico idealmente diverso da quello di Call Of Duty, ma affine a prodotti più realistici come l’ultimo Battlefield.
    Tutt’ora sprovvisto di una data di pubblicazione, gli sviluppatori vogliono che la loro creatura sia capace di ammaliare l’utenza grazie a una campagna single-player convincente e moderna e a un multiplayer che potenzi e aggiorni quanto di buono è stato fatto in passato.
    Sebbene scarseggino i dettagli, conosciamo già taglio e focus della campagna principale. James Wolfe, ex Navy SEAL, è il nuovo capo del Team Rainbow. Sotto la sua guida, il famoso reparto speciale è chiamato a una vera e propria ristrutturazione ideologica. La tecnologia, infatti, non è la sola che si è andata sviluppando negli anni: anche le strategie dei terroristi del 21esimo secolo si sono evolute. Non si ha più a che fare con singoli raid di breve durata o con richieste di riscatto che coinvolgono ostaggi. I nuovi signori del terrore sono organizzati e spesso capaci di ideare piani diabolici difficilmente sventabili. Per questo motivo, suo malgrado, Wolfe ha dovuto infilare nella testa dei suoi un singolo concetto: la vita di molti, vale più della vita di un singolo. Trovandosi di fronte alla scelta tra salvare un uomo o condannare un’intera città, i suoi uomini non devono vacillare, consapevoli di agire comunque per il bene della collettività.
    Nel gioco voi impersonerete il leader dell’Echo Squad. Sebbene costantemente agli ordini di Wolfe, poco a sorpresa viste queste premesse, sarete continuamente chiamati a prendere delle decisioni. E’ meglio lasciar morire un gruppo di ostaggi, o impedire a un ordigno di cancellare mezza New York? Salvare un influente personaggio politico o decine di giovani innocenti? Sarete insomma spinti costantemente a scavare nella vostra coscienza, al fine di definire volta per volta ciò che per voi è etico, o più utile alla causa. Naturalmente tutto ciò avrà delle ripercussioni sulla trama e su particolari aiuti di cui potrete o non potrete godere proseguendo nel gioco.
    Ma il nuovo capitolo di Rainbow Six non si limiterà a questo. In alcuni livelli infatti, indosserete i panni di un membro dei Patriots: gruppo terroristico determinato a cambiare, con la violenza e la prepotenza, il mondo. Le intenzioni degli sviluppatori sono scontate e insieme coraggiosissime: mostrare un punto di vista diverso da quello solito. Perché un gruppo di persone decide di imporre con la violenza la propria visione del mondo? Quali sono i sentimenti dei terroristi, comunque consapevoli della turpitudine delle proprie gesta? Come pensano di giustificare le loro azioni con le inconsapevoli e inevitabili vittime? In un mondo in cui l’11 Settembre è ancora vivo nella mente e nei cuori di moltissimi, la trattazione di tematiche del genere, abbracciando il punto di vista dei “cattivi”, comporta sicuramente un rischio altissimo. Solo per questo motivo, Ubisoft merita un applauso. Se poi riuscirà a sciogliere questi nodi morali senza cadere nella facile retorica o nell’eccesso di relativismo, sarà una di quelle cose su cui ci focalizzeremo maggiormente una volta in sede di recensione.
    Sin da ora però sembra interessantissima questa tematica, quanto mai contemporanea, dei buoni non così buoni, perché incapaci di salvare chiunque, e dei cattivi non così cattivi, perché spinti da ideali tutti da scoprire.

    Vecchie tattiche, AI tutta nuova

    Rainbow 6: Patriots tuttavia, vuole rifarsi il look anche per quanto riguarda il gameplay.
    Sebbene il gameplay resterà a grandi linee inalterato, non mancheranno le migliorie rispetto a Vegas 2. Innanzi tutto sarà rivisto il sistema che permetteva ai soldati di calarsi dagli edifici per mezzo di corde. Dove allora era una tecnica lenta e spesso frustrante, ora il tutto sarà estremamente più veloce e utile, visto che anche appesi alla corda, gli uomini sotto il comando di Wolfe saranno in grado di aprire il fuoco anche su obbiettivi posti sotto di loro. Non si tratterà più quindi, di un’eventualità da accogliere con un sospiro annoiato, quanto a un’arma in più con cui affrontare i terroristi o, nella peggiore delle ipotesi, cercare una via di fuga dal fuoco incrociato.
    Un’altra meccanica che subirà uno svecchiamento è quella relativa alle coperture. Sebbene anche in questo episodio sarà possibile far scivolare la telecamera dalla prima alla terza persona, quando riparati, gli sviluppatori promettono che in Patriots il tutto sarà gestibile anche con la visuale standard, senza per questo perdere l’orientamento o avere una visione troppo distorta per capire ciò che sta accadendo intorno a noi.
    Migliore anche l’implementazione dei comandi ai nostri alleati controllati dalla CPU. Conseguentemente ad un alleggerimento dell’interfaccia, il tutto sarà estremamente contestualizzato. Ciò significa che in base agli oggetti e nemici che vi staranno intorno, potrete velocemente selezionare la vostra scelta, tra una brevissima lista di comandi. Naturalmente ciò non impedirà ai videogiocatori più navigati di perdersi in menù più ampi, in cui decidere specificatamente ogni singola mossa del proprio team, ma rappresenterà un aiuto in più.
    In questo senso si muove anche la rinnovata I.A. degli alleati, più che mai reattiva e modellata non solo in relazione allo scenario e alle reazioni dei nemici, ma anche in base al proprio equipaggiamento. Ciò significa che se doterete un vostro sottoposto di un micidiale shotgun, questo cercherà sempre di ingaggiare i nemici dalla corta distanza. Al contrario, con un fucile da cecchino, si apposterà in un punto favorevole per dedicarsi alla sacra e raffinata arte dell’headshot.
    Se credete che questi upgrade intellettivi siano ad esclusivo appannaggio dei vostri amichetti, vi sbagliate di grosso. Anche i nemici saranno più intelligenti, sebbene gli algoritmi che ne gestiranno i comportamenti varieranno la loro abilità in relazione al livello di difficoltà selezionato. Ciò significa che partendo da avversari persino capaci di inciampare sui propri passi, si passerà a commando altamente specializzati e quasi infallibili.
    L’obbiettivo è quello di rendere ogni sparatoria incredibilmente adrenalinica e mai banale. Avete presente la tecnica, sfruttatissima in Gears Of War, di aspettare che i nemici spuntino da dietro le coperture per sparare per ucciderli con una breve scarica di mitra? In Patriots, assicurano gli sviluppatori, sarà assolutamente impossibile farlo. Difficilmente infatti, gli avversari vi attenderanno o risponderanno a un pattern ampiamente prevedibile. Se non sbucano da un po’, se non riuscite più a individuarli, dovrete guardarvi le spalle o, peggio, prepararvi a qualche tranello a base di bombe fumogene o ostaggi vestiti da soprabiti ricuciti di dinamite.
    Sarà quindi importantissimo non sostare mai nello stesso punto troppo a lungo, coordinare il team e tentare il fiancheggiamento, prima che siano i nemici a farlo.
    Sempre relativamente alla campagna principale, di cui ancora non si sa se sarà disponibile anche il co-op, un’ultima nota è riservata ai vari gadget di cui disporrete. Sebbene saranno molteplici, fin’ora ne è stato annunciato solo uno: una sorta di visore, che sostituirà la classica telecamera da far scorrere sotto le porte, capace di farci vedere ciò che si trova al di là di un ostacolo. Nonostante sia incapace di creare una perfetta visione degli oggetti nascosti, sarà in grado di visualizzare tutte le armi, colorandole in modo da risaltare dal resto.

    Comandanti e sottoposti

    Grosse novità anche per il multiplayer, sebbene riguardino più l’infrastruttura, che il gameplay in sé. Ancora avvolte nel mistero mappe, armi, e modalità presenti, gli annunci degli sviluppatori si sono concentrati su quanto sarà possibile fare prima dei match veri e propri. Innanzi tutto, invece che mostrare solo i nomi dei vari partecipanti, sarà possibile osservare nel dettaglio i modelli poligonali di alleati e nemici, nell’attesa del caricamento della partita. Questa scelta non ha un significato esclusivamente estetico, ma avrà dirette ripercussioni sulla strategia che bisognerà poi utilizzare. Conoscendo l’equipaggiamento della squadra ostile infatti, sarà possibile sfruttare a proprio vantaggio questa conoscenza acquisita.
    Sarà inoltre possibile esplorare, in tutta tranquillità, tutte le mappe presenti. L’intento è nobile e insieme capace di moltiplicare ulteriormente la componente tattica del gioco. Da una parte, infatti, i neofiti non dovranno pagare eccessivamente lo scotto di aver effettuato poche partite e, quindi, di non conoscere la conformazione degli scenari. Dall’altra permetterà di segnarsi postazioni adatte al cecchinaggio, possibili nascondigli per gli odiati “camperoni”e quant’altro. Inoltre, sempre nelle schermate che precedono la partita vera e propria, potrete condividere queste informazioni con il resto del team, grazie a una mappa sulla quale sono segnalate tutte le vostre note.
    Sempre relativamente all’infrastruttura del multiplayer, tornerà il sistema ACES grazie al quale, partita dopo partita, potenziare le statistiche del vostro alter ego.
    Parlando invece del gameplay vero e proprio, l’intenzione degli sviluppatori è quella di rendere il tutto estremamente più veloce, senza per questo rinunciare a un grammo di tatticismo. Anche qui verrà snellito il sistema di coperture e la meccanica relativa all’uso delle corde. Inoltre verrà rivisto il sistema di respawn, tanto criticato in Vegas 2. Ora infatti i punti di riapparizione saranno più vari e condizionati dalla presenza di alleati e nemici nei paraggi.
    Per quanto riguarda invece l’essenza strategica, anche in questo senso Ubisoft vuole muoversi in maniera estremamente intelligente in modo da premiare i veterani e aiutare i neofiti. I primi infatti, rivestiranno il ruolo di capi squadra, gli unici capaci di dare ai secondi ordini specifici. Che si tratti di fornire fuoco di supporto o di abbattere con precisione svizzera una porta, i meno esperti potranno sentirsi veramente parte attiva del team, pur ricoprendo incarichi secondari. I veterani, dal canto loro, non solo disporranno di uno specifico ed esclusivo menù grazie al quale impartire gli ordini, ma godranno di un radar capace di individuare gli alleati e con cui imbastire attacchi combinati, basati sull’assoluta sincronizzazione di ogni azione.
    Concludiamo la disamina sul multiplayer con una piccola nota a margine: gli sviluppatori sono ancora incerti in che modo implementare al meglio il sistema di scelte anche in questa modalità, ma sembrano assolutamente determinati a volerla sfruttare non solo nella campagna single-player.

    Rainbow 6: Patriots Rainbow 6: Patriots sembra un prodotto riconoscente alla lunga tradizione che lo ha preceduto, ma non per questo timido nel proporre meccaniche capaci di reggere il passo con l’agguerritissima concorrenza. Anzi: grazie a un plot estremamente intrigante e un multiplayer capace di premiare veterani e neofiti, pare possa avere tutte le carte in tavola per rappresentare non solo un nuovo straordinario capitolo della saga made in Ubisoft, ma una seria minaccia persino per un mostro sacro come Call Of Duty.

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