Saints Row The Third Anteprima: il terzo capitolo si preannuncia ancor più esagerato

Il terzo ritorno di Saints Row si annuncia ancora più gangstah ed esagerato

Saints Row The Third Anteprima: il terzo capitolo si preannuncia ancor più esagerato
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  • PS3
  • Pc
  • Switch
  • Di nuovo Santi

    Sulla scia di GTA III, sono stati tantissimi i titoli che, più o meno dichiaratamente, si sono ispirati al capolavoro Rockstar. Il capitolo originale di Saints Row fu il primo esempio di come la formula crimine & sandbox potesse funzionare su un sistema di quella che allora veniva apostrofata come la “next-gen”. Uscito su Xbox 360 nel corso del 2006, il prodotto THQ seppe convincere tanto la critica quanto l’audience. Pur senza raggiungere risultati sconvolgenti, il recupero di un mix molto in voga è bastato per assicurarsi una discreta schiera di fan e un diretto seguito che approdò su Xbox 360 e PS3 due anni dopo.
    In seguito ad un arresto che appare più di un semplice periodo di pausa (necessario per una serie che rischiava sì di far bene, ma anche di inflazionarsi eccessivamente nel giro di una sola generazione di console), ecco un nuovo Saints Row, sottotitolato per l’occasione con un consono The Third.
    Che direzione vuole prendere la saga? Quali sviluppi dobbiamo aspettarci in questo terzo episodio?

    Un trasloco forzato

    Se Saints Row 2 puntava sull’esagerazione, avvicinando e persino superando il tono scanzonato e fuori parametro di GTA: San Andreas, The Third intende fare di più. Due le linee guida principali: gameplay assolutamente esplosivo e personalizzazione.
    Ma prima di entrare nel merito di queste due caratteristiche, un utile ragguaglio sulle premesse narrative che daranno il là al susseguirsi di missioni e scontri a fuoco nel quale sarete coinvolti.
    Idealmente il protagonista della vicenda sarà il medesimo dei precedenti episodi. In passato questi è stato il fulcro dell’ascesa dei Saints quale gang semi-criminale egemone e padrona della città di di Stilwater, né più né meno la Liberty City della saga THQ. Un po’ eroi, in quanto amati dalla popolazione per la quale svolgono numerosi servizi, un po’ delinquenti, perché il vizio di dedicarsi ad attività illecite non l’hanno mai perso, i membri di quest’organizzazione stanno passando un periodo di relativa tranquillità e prosperità.
    Tutto cambia quando verrà presa la decisione di svaligiare una banca particolarmente ricca di banconote. Sicuri della riuscita del colpo, viste le tangenti che i Saints distribuiscono al corpo di polizia, le cose non andranno come pianificato: arrestato come un comune criminale, presto il protagonista capirà che nel mare è arrivato un pesce più grosso, pronto a prendersi il possesso della città a suon di corruzione e colpi criminosi ancor più rocamboleschi.
    Scarcerati e “invitati” in un aereo privato, conoscerete questo pesce grosso: si chiama Philipe Loren e rappresenta la testa pensante di Syndicate, organizzazione mafiosa che sta prendendo il controllo di mezza America. Costretti a sorbirvi il suo delirio di onnipotenza in compagnia di Shaundi, altro membro dei Saints e già conosciuta nel capitolo precedente, la situazione finirà per farsi bollente. Prendendo le veci di missione introduttiva del gioco, vi sarà chiesto di sopravvivere a una sparatoria a bordo dell’aereo, recuperare, muniti di paracadute, la bella ragazza lanciata nel vuoto e di atterrare sani e salvi nel sobborgo di Steelport.
    Qui l’unica cosa che rimarrà da fare al protagonista della vicenda, sarà un giro di telefonate per avvisare i colleghi su quanto accaduto e che, vista la situazione, è meglio abbandonare Stilwater, per cercare di ricominciare tutto da zero a Steelport.
    Sicuramente il pretesto narrativo, per quanto Philipe Loren sia un osso duro, appare un po’ troppo debole per giustificare il quasi pacifico trasferimento dei Saints in una nuova città. Tuttavia, sebbene sia già chiaro che la trama lascerà inalterati i toni dei capitoli precedenti e rappresenterà un elemento poco importante nell’economia generale, questo è sicuramente efficace per spostare la saga in una nuova ambientazione. La metropoli, tra l’altro, non sarà un’isola vergine pronta a farsi modellare al volere e alle necessità della gang, ma presenterà problematiche e giochi di potere già ben delineati complessi da interpretare.

    Benvenuti (mica tanto) a Steelport

    Steelport è infatti una città allo sbando ed economicamente in declino. La popolazione vive in un luogo dove cultura e moralità sono pallidi ideali poco conosciuti, mentre l’urbanistica schizofrenica che ne caratterizza la morfologia, vede sorgere immensi grattacieli affianco a putridi magazzini, parchi gioco a contatto con velenose industrie. Come se non bastasse, non mancano furiose lotte tra gang che si contendono il controllo dei quartieri. Da una parte abbiamo i Morning Star, sotto il controllo di Phelipe Loren, che spacciano armi e prostitute e sono esperti nell’utilizzo di fucili e SMG. Dall’altra i Luchadores, ispanici e con sempre indosso una maschera da wrestling, che pattugliano la città a bordo di ingombranti SUV, mentre si dedicano allo spaccio di droga e al racket del gioco d’azzardo. Infine i Deckers: maghi del computer, esperti in truffe informatiche, ma avvezzi anche all’uso del piombo quando serve. Super partes, in questa violenta lotta tra gang alla quale prenderanno subito parte anche i Saints, la STAG (Spercial Tactical Anti Gang): corpo speciale della polizia che attaccheranno ogni criminale senza alcuna distinzione.
    Sarà in questo contesto che inizierete la vostra lotta per surclassare gli avversari, dominare Steelport e, magari, risollevarla dalla decadenza che la caratterizza. La trama, assicurano gli sviluppatori, sebbene non potrà contare né su un cast di prim’ordine, né su un intreccio particolarmente intrigante, proporrà diversi bivi in cui dovrete decidere come agire. Ad esempio, a un certo punto dell’avventura, vi toccherà decidere se abbattere con dell’esplosivo un gigantesco grattacielo dei Morning Star, oppure se tentare una missione quasi suicida per eliminare tutti gli ospitanti e prenderne il controllo. La vostra scelta non solo potrebbe portare a un cambiamento nella morfologia della città, perché si noterà se mancherà o meno un edificio all’appello, ma modificherà sensibilmente gli equilibri tra le gang e il proseguo della storia.
    Naturalmente anche eventi di portata minore comporteranno variazioni: conquistare un determinato magazzino potrebbe indebolire uno schieramento piuttosto che un altro e così via.
    Si capisce, insomma, quanto la storia voglia essere più organica e corale di quella degli episodi passati, dove ogni serie di missioni rappresenta quasi un nucleo narrativo a sé, con poche conseguenze sul lungo periodo o relativamente alle altre linee narrative.

    Una città da far esplodere

    Come detto in apertura Volition si sta impegnando per creare un gameplay estremamente esplosivo e dai ritmi frenetici che, continuando sulla linea evolutiva segnata da Saints Row 2, proporrà giganteschi e distruttivi scontri a fuoco, assurdi e folli inseguimenti in auto e la libertà di esplorare, spesso in modi estremamente alternativi, Steelport ogni volta che lo desideriate.
    Gli strumenti per dare vita a questa visione sono chiari sin da ora. Innanzi tutto gli sviluppatori si sono preoccupati di creare una città estremamente caratterizzata con edifici non solo esteticamente validi, ma utili al videogiocatore per crearsi facili punti di riferimento che gli permettano di orientarsi senza affidarsi eccessivamente alla mini-mappa. L’intento è ovvio: sfuggire da quel genere di prodotti troppo dispersivi che disorientano il videogiocatore costretto, piuttosto che a godersi l’azione su schermo, a fare i conti con il suo senso dell’orientamento.
    Grande importanza la rivestirà poi uno dei laterali del pad. Quante volte in un GTA qualsiasi ci siamo annoiati a morte durante la lunga animazione che vede l’avatar rubare una macchina? Premendo questo miracoloso tasto, potrete facoltativamente superare buona parte degli intermezzi inutili. Invece di aprire la portiera della macchina, stordire il conducente, buttarlo fuori dal veicolo e, finalmente, prendere il posto di guida, il vostro personaggio si catapulterà dal finestrino, facendo uscire al volo l’occupante dall’altro lato del mezzo. Veloce, pratico e impedisce al ritmo di abbassarsi. Sono ancora sconosciuti gli altri mille modi in cui verrà utilizzato il dorsale, ma Volition si sente particolarmente fiera di questa sua nuova feature.
    Infine, il metodo più ovvio e semplice per rendere esplosivo un sandbox: riempirlo di veicoli e armi dall’indubbio potere distruttivo. Pur non avendo a che fare con un inFamous o con un Prototype, dove cioè i super poteri abbondano, The Third non tenterà certo di rappresentare situazioni realistiche. Ecco allora spuntare come funghi, carri armati e aeroplani, tanto utili per solcare i cieli di Steelport, quanto per riempire di piombo le gang rivali.
    Non solo, ma affianco a una gran quantità di armi convenzionali, tra fucili, mitra, pistole e granate, avrete a che fare con altre ora fantascientifiche, ora assolutamente ironiche. Che dire del resto di un dildo gigante con cui percuotere i malcapitati? Di diverso genere il Predator Drone e l’RC Gun. Il primo è una sorta di robot volante che recapiterà pacchi bomba dall’alto, il secondo è un fucile con cui prendere il controllo di diverse apparecchiature e di controllarle a distanza. Che ne dite, per esempio, di prendere possesso in remoto di quell’auto e, dopo avergli applicato un esplosivo al plastico, lanciarla a tutta velocità nel covo dei nemici?
    Parlando sempre di gameplay, poi, due sono le modifiche annunciate rispetto ai capitoli precedenti. Da una parte i punti esperienza racimolati in seguito ad ogni azione svolta, potranno essere spesi come e quando lo vogliamo, invece che nel parametro prefissato. Dall’altra, la barra della salute, che andava rimpinzata mangiando qualcosa, è stata eliminata in favore di un sistema di recupero automatico simile a quello utilizzato in tanti sparatutto.

    Tanti modi per distrarsi

    Coerentemente ai canoni della saga, anche The Third offre diverse occupazioni alternative al di là delle missioni. Tornano le sezioni dedicate alla creazione dell’incidente più spettacolare possibile, solo per far sganciare soldi all’assicurazione, ma esisteranno anche altri minigiochi che pur sfruttano sempre il gameplay alla base del titolo. Tank Mayhem, ad esempio, vi vedrà al comando di un carro armato con l’obbiettivo di distruggere quelli nemici e rispettare particolari condizioni. In Professor Genki’s Super Ethical Reality Climax, invece, prenderete parte a un vero e proprio reality show con trappole e tanto piombo al posto di confessionali e nomination.

    La personale versione delle cose

    Se, come descritto, il gameplay promette di essere dominato da ritmi serrati, l’altra caratteristica su cui Saints Row: The Third punta forte è la personalizzazione.
    Cominciamo dall’elemento più ovvio: l’avatar. Esattamente come in passato vi sarà data la possibilità tanto di modellare la fisionomia del protagonista, quanto di vestirlo come più vi piace.
    Il tono è simile a quello dei capitoli precedenti. Sebbene sarà possibile tentare di dare forma a un personaggio simil-realistico, potrete anche dedicarvi alla clonazione di personaggi famosi o al confezionamento un pirata, un ninja, una sorta di mascotte di squadra e così via. I capi d’abbigliamento promessi da THQ sono davvero tantissimi e, naturalmente, missione dopo missione, amplierete sempre più il guardaroba.
    In seconda battuta avrete modo di creare il mezzo dei vostri sogni. Sebbene non sia ancora chiaro se la possibilità verrà allargata a moto, barche e velivoli, sicuramente potrete applicare decalcomanie e spoiler al vostro bolide a quattro ruote, così come ruspe, utili per farsi strada tra i passanti, e altri gadget che vi elargiranno bonus offensivi e difensivi. Naturalmente non dovrete temere di eventuali danni che potrà subire la macchina: ricomparirà sempre in perfette condizioni in uno dei vostri nascondigli.
    Discorso simile per le armi. Affianco a quelle standard infatti, se ne potranno crearne altre. Ad esempio sarà utile aggiungere un preciso mirino al proprio mitragliatore preferito, o una canna extra a uno shotgun qualsiasi. Ancora non ci è dato sapere il grado di libertà che avremo in questo senso, ma Volition pare voglia fare le cose in grande.
    Infine potrete anche editare, uomo per uomo, i membri della vostra gang. Volete vestirli in modo da sembrare un’unica, grande, squadra di basket? Oppure preferite una massa di pazzi appena usciti da una discoteca anni 70? Qui i limiti da rispettare saranno due: la vostra fantasia e alcuni personaggi che, giocoforza, saranno immodificabili per necessità narrative.
    E’ il caso questo, di Oleg Kirrlor ad esempio. Questo ragazzone è una montagna alta quasi tre metri, capace di lanciare auto e esprimere una forza fisica fuori dal normale. La bella notizia è che lavorerà spesso al vostro fianco, la brutta è che i Syndicate sono riusciti a crearne un esercito di cloni senza cervello. All’apparire di questi avversari dovrete prestare estrema attenzione ai loro attacchi corpo a corpo e modificare le vostre strategie di offesa coerentemente.
    Infine, prima della conclusione, una piccola nota sul multiplayer. Attenti alle richieste dei fan, Volition ha optato per l’implementazione del co-op, con tanto di drop-in e drop-out in qualsiasi istante, barattandola con l’eliminazione del poco amato multiplayer competitivo. Fatevi dei buoni amici, insomma, perché questa volta i Saints potranno lavorare di squadra.

    Saints Row The Third Saints Row: The Third continuerà sulla linea evolutiva tracciata dai suoi predecessori. Ancora più sopra le righe, irriverente ed esagerato tanto dal punto di vista del gameplay, quanto da quello della personalizzazione, promette vere e proprie faville. Certo, chi va alla ricerca del realismo, per quanto sia una parola grossa, raggiunto da GTA IV potrà già da ora dimenticarsi del prodotto THQ, ma chi ricorda ancora con tanta nostalgie le pazzie compiute nei panni di CJ in San Andreas, oltre che i fan della saga, hanno più di un motivo per attenderne con trepidazione la pubblicazione.

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