Recensione The Gunstringer

Dai creatori di 'Splosion Man, uno sparatutto On-Rail creativo e vivace

Recensione The Gunstringer
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  • Xbox 360
  • Kinect non ha ancora “fatto la pace” coi videogiocatori. A parte un paio di prodotti riusciti, il Motion Controller firmato Microsoft non ha saputo appagare l'utente con titoli di rilievo, e attualmente l'unica “Killer App motoria” è il Child of Eden del visionario Tezuya Mizuguchi, in dirittura d'arrivo tuttavia anche su Playstation 3. Persino SEGA, con il recentissimo Rise of Nightmares, non ha certo fatto faville. Arriva però, pubblicato dalla stessa Microsoft, The Gunstringer, un particolare shooter su binari confezionato con cura e piuttosto intrigante, caratterizzato da uno stile davvero unico e da un look coloratissimo. Un titolo onesto e divertente, solido e sviluppato con cura: non certo un capolavoro imperdibile, ma finalmente una produzione in grado di sollazzare per qualche pomeriggio i possessori del Motion Controller.

    Due Metri sotto terra

    La storia di Gunstringer è una di quelle che conosciamo già: di caduta e rivalsa, di tradimento e vendetta. Il pistolero più in gamba del West, datosi al brigantaggio senza scrupoli, è stato tradito dalla sua banda e adesso ha qualche buco in più sul petto. Lasciato a marcire in un angolo sperduto del deserto, in compagnia dei vermi e delle formiche, non ha neppure un nome sulla lapide della sua tomba solitaria. Ma dal cumulo di terra che lo ricopre, Gunstringer riemerge, pistolero ormai non-morto, deciso ovviamente a vendicarsi e far fuori gli infami che l'hanno ucciso.
    La particolarità del titolo Twisted Pixel (gli sviluppatori dell'ottimo 'Splosion Man, per intendersi), sta però nella strana metodologia narrativa, che conferisce alla produzione un carattere davvero unico. La storia di Gunstringer è raccontata come se fosse uno spettacolo di Marionette. L'introduzione ci porta quindi dietro le quinte, con un filmato Live-Action che mostra i preparativi per lo show. Il nostro pistolero penzola appeso a quattro corde, mentre sul palco si assiepano i materiali di scena e di fronte si raccoglie una folta platea. Di qui in avanti, Gunstringer si diverte a giocare con questa sua “esibita teatralità”, senza nascondere al videogiocatore gli espedienti della compagnia. Ecco dunque che tutti i nemici si presentano come strani giocattoli: schiaccianoci e cavatappi, peluches e soldatini. Basta una matita ed un rocchetto per dar forma al fido destriero del nostro pistolero, mentre una lattina è il corpo tondeggiante di una mucca. Ed anche il pubblico, in questo spettacolo serale, ha il suo ruolo: ride, si entusiasma, inquadrato a più riprese dall'occhio meticoloso della telecamera, che si sofferma sulle esibite emozioni della sala. Lancia rose sul palco, e anche durante le fasi di gioco incita il videoplayer o fischia quando commette un errore.
    Quella di Gunstringer, insomma, è un'esperienza strana, che sfoggia la sua dimensione “artigianale” e ne guadagna in fatto di originalità e stile. Sopraffino è poi il rapporto con la voce narrante, che non abbandona mai il giocatore e lo accompagna di schema in schema, parafrasando la furia cieca del pistolero non-morto, quasi come se ascoltassimo il racconto di un vecchio ubriaco del selvaggio West.

    Sei colpi

    In termini videoludici, The Gunstringer è di fatto uno sparatutto su binari, ma di quelli vivaci e variegati come pochi. Anzitutto, è bene sottolineare che il titolo si può giocare anche comodamente seduti, muovendo solo le mani di fronte allo sguardo imperscrutabile di Kinect. Con la mano sinistra, come se tenessimo i fili di questa spietata marionetta, muoviamo il protagonista, spostandolo a destra o a sinistra o facendolo saltare. Con la mano destra, invece, impugniamo la pistola, direzionando così (esattamente come accade in Child of Eden) il mirino della sei-colpi. Puntando il reticolo di mira sugli avversari si effettua dunque il Lock-On, ed è possibile tenere “sotto tiro” fino a sei bersagli: uno per ogni pallottola. A questo punto basta sollevare il braccio, mimando il rinculo della pistola, per far partire gli infallibili proiettili di Gunstringer.
    Il titolo, abbastanza semplice nelle premesse, riesce a sollazzare il giocatore fin dai primi momenti, quando si scopre che è necessaria una buona coordinazione per schivare i molti ostacoli presenti nello stage, saltare i burroni, ed al contempo mirare e far fuoco. Ma quello che più intriga il giocatore è l'enorme varietà di situazioni che Gunstringer propone, avvolgendo il videoplayer in un vortice di soluzioni adeguate a variare il ritmo e scacciare il fantasma della monotonia.
    Oltre alle sequenze classiche, in cui il nostro pistolero corre a perdifiato bersagliando tutto quel che gli capita a tiro, ci sono momenti più intensi, in cui Gunstringer si nasconde dietro ad un riparo di fortuna, sporgendosi a destra e sinistra per far saltare qualche cervello al momento giusto. Ed ovviamente non mancano percorsi a cavallo, o alla guida di una carrozza, o ancora, riposta la pistola nella fondina, corse a perdifiato per sfuggire dalle frane o dalle mandrie impazzite. Ci sono poi momenti più guidati, in cui il nostro eroe si concederà alla frenesia del piombo: entrambe le mani, in questo caso, direzioneranno il fuoco continuo di due pistole, tentando di far fuori tutto quel che ci corre incontro, fra anatre impazzite e malefici cowboy.
    E non si deve dimenticare che di tanto in tanto sono i pugni che fanno male più del piombo rovente: il nostro eroe non-morto, di tanto in tanto, si concede qualche bella scazzottata, ovviamente “mimata” dal videogiocatore con un pugno verso il televisore.
    Insomma, in quanto a ritmo e varietà, Guntringer ha davvero pochi eguali: soprattutto nel corso delle prime ore di gioco, l'avventura principale è una scoperta continua, ed il giocatore resta affascinato, incuriosito e sempre meravigliato. Anche quando, ad esempio, si scoprono strani scontri con i boss, tutti bidimensionali, in cui l'attenzione per le routine comportamentali dei nemici deve essere maniacale, neppure fossimo in un vecchio videogame degli anni '90.
    C'è comunque da dire che il titolo, nonostante questa sua esemplare pluralità, scorre via senza troppi problemi. Di una facilità quasi disarmante, offre un grado di sfida degno solamente a chi decida di guadagnare la medaglia d'oro in tutti gli stage, accumulando punti su punti senza mai farsi colpire. In quel caso è necessario uno studio meticoloso della conformazione del livello, per evitare errori e sfruttare al meglio tutti i bonus (sotto forma di Taco Magici che spuntando dal terreno, offerti in dono al protagonista da un'ossuta mano morta). Solo la corsa all'Hi-Score rappresenta una sfida, anche se spesso i perfezionisti incapperanno in qualche spiacevole errore di rilevamento dei movimenti. Kinect, intendiamoci, svolge sempre bene il suo lavoro, riconoscendo in maniera piuttosto minuziosa gli spostamenti degli arti. Eppure in certi casi, chi cerca di attraversare le steppe senza la minima imperfezione, si accorgerà che alla periferica manca un po' di prontezza nel riconoscere gli spostamenti più rapidi, o che quando le mani si “intrecciano” la precisione ne risente leggermente. Il consiglio, inoltre, è quello di giocare in piedi, perchè seduti sul divano potremmo incappare in qualche problema se cerchiamo di mirare al margine inferiore dello schermo.
    Ma il consiglio più spassionato è quello di dedicarsi al punteggio soltanto una volta terminata l'avventura principale, scorrevole e leggera, sebbene non troppo longeva (la durata sembra comunque commisurata al prezzo budget). Solo allora, una volta visto l'epilogo delle gesta di Gunstringer, ritornate con più calma sui singoli livelli, semmai attivando i buffi modificatori che si possono sbloccare spendendo i punti accumulati. Data la vivacità della progressione e la durata non eccessiva degli stage, il titolo appare adatto al Pick up and Play, e non è detto che l'ultima fatica dei Twisted Pixel non resti per qualche pomeriggio in più nei Tray delle vostre console.

    Racconti di vita

    Tecnicamente parlando The Gunstringer appare un prodotto estremamente efficace. Il colpo d'occhio è buono, grazie soprattutto ai cromatismi accesi, ed alla texturizzazione solida, che si sofferma con più attenzione sui personaggi che sugli ambienti, ma senza mai apparire troppo superficiale. La scena appare vivida e pulita, ma è soprattutto lo stile che colpisce. Twisted Pixel ha ricostruito la complessa iconografia del selvaggio west con materiali di scena, alternando senza soluzione di continuità scenografie poverissime e artigianali ad allestimenti impeccabili. In certi momenti si corre lungo un deserto arido e impietoso, costellato di cactus e scorpioni, e l'incanto del panorama viene rotto da uno strano toro composto con matite e lattine. Altre volte invece si spara a sceriffi corrotti, perfettamente riprodotti con le loro camicie a quadri e la stella scintillante sul petto, nel contesto di una banca costruita in una scatola di cartone. Si viene a creare un quadro particolarissimo, che tiene lo spettatore sempre sul filo del rasoio, a metà fra l'eccellenza artistica di una grande rappresentazione ed il tono umile della camera di un bambino. Davvero un ottimo lavoro creativo, che incuriosisce fino alla fine.
    Ma, come si è già accennato, una delle eccellenze di Gunstringer è il commento acustico. Oltre ad una soundtrack indovinatissima, la voce rauca del narratore ci accompagna nell'avventura, addirittura commentando i nostri sbagli o le nostre prodezze (quando ad esempio colpiamo sei bersagli contemporaneamente). Un peccato che l'adattamento italiano si affidato solo ai sottotitoli, praticamente impossibili da leggere durante l'azione: data la pronuncia leggermente “masticata” (adeguatissima al contesto), è necessaria una buona capacitò d'ascolto per apprezzarla al meglio.

    The Gunstringer The GunstringerVersione Analizzata Xbox 360The Gunstringer è un titolo interessante, ben sviluppato e piacevole. Non certo rivoluzionario, e ancora una volta ascrivibile ad uno dei pochi generi che sembrano funzionare davvero bene con i Motion Controller in generale: quello degli sparatutto on-rail. Nonostante le resistenze che una certa parte della fanbase Kinect potrebbe avere, il lavoro dei Twisted Pixel ha ritmo e personalità, e l'offerta appare commisurata al prezzo. Onesto, sinceramente divertente (nella rappresentazione scenica come nel gameplay), Gunstringer è perfetto per qualche pomeriggio d'azione. Resta un titolo che scivola via veloce e senza troppi problemi, interessando di più gli amanti dell'Hi-Score (che comunque dovranno fare i conti con qualche lievissima imprecisione nel rilevamento dei movimenti). Tutto sommato, un'esclusiva interessante per la periferica Microsoft.

    7.2

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