Recensione The Wheelman

Vin Diesel tra Burnout e Grand Theft Auto

The Wheelman
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Di nuovo al volante

    Il vasto filone videoludico tratto dai successi cinematografici (tecnicamente chiamati tie-in) è spesso sinonimo di sfruttamento scellerato e commerciale di gustose licenze, con il lancio di produzioni insipide e senz’anima sia dal punto di vista tecnico che da quello prettamente “giocoso”.
    Nonostante qualche raro caso in grado di sovvertire le leggi di mercato sia sempre presente, le perle del poliedrico “genere”si contano sulle dita di due mani e tra di esse brilla sicuramente The Chronichles of Riddick: Escape from Butcher Bay, una delle produzioni tecnicamente più avanzate e dal gameplay più avvincente ed appagante della passata generazione (esclusiva xbox, che sta per tornare in una rinnovata ed ampliata veste in alta definizione).
    Protagonista e star del sopraccitato capolavoro è il granitico attore di Hollywood Vin Diesel, talmente appassionato di videogiochi (non ne ha mai fatto un mistero, anzi) che ha fondato la proprietaria Tigon Studios, una giovane software house già collaboratrice attiva con la svedese Starbreeze Studios - nota anche per il più recente The Darkness - nella produzione del prequel videoludico di Pitch Black (uno dei film di maggior successo di Vin Diesel).
    Dopo l’annuncio in pompa magna del 2006 - accompagnato da un appassionante trailer di presentazione - la star di Hollywood torna nel suo habitat naturale calandosi nei panni di un pilota da strada professionista in questo The Wheelman, solido gioco d’azione dalla struttura “open world” di chiaro stampo cinematografico, i cui punti di forza sono il carisma dell’attore protagonista e soprattutto gli avvincenti inseguimenti su quattro e due ruote, l’ingrediente più ricco ed invitante dell’intera opera, griffata ovviamente Tigon Studios e prodotta da Midway Newcastle.
    Scopriamo insieme se il vincente connubio Vin Diesel-videogiochi abbia di nuovo fatto centro, con questo nuovo titolo che rappresenta il background di una pellicola di prossima uscita.

    Barcellona non è Liberty City

    Ambientato nella fascinosa metropoli spagnola di Barcellona, il prodotto Tigon Studios - nonostante una certa somiglianza di fondo - prende nettamente le distanze dalla ricerca di realismo presente in Grand theft auto 4, amalgamando uno stile ed una giocabilità più affini a Driv3r ed ai primi Burnout (per quanto concerne le sessioni di guida), pur mantenendo un’identità propria grazie ad alcuni accorgimenti nel gameplay e nella struttura portante del gioco.
    In questa nuova avventura Vin Diesel è il duro Milo Burik un - presunto - agente americano (precisamente di Miami) infiltratosi nella malavita spagnola come pilota d’elite con scopi che diverranno chiari solo procedendo nella storia, ricca di colpi di scena e risvolti spettacolari tipici dei film d’azione più tradizionali.
    Le sembianze da classico prodotto free-roaming non devono tradire le apparenze, poiché nonostante vi sia la possibilità di percorrere a piedi strade e quartieri di Barcellona ed una percentuale di missioni preveda scontri a fuoco con la tipica visuale in terza persona (corredata dalle ormai onnipresenti coperture alla Gears of War), il cuore pulsante del gioco è rappresentato dalle avvincenti sessioni di guida, per le quali sono stati introdotti degli accorgimenti originali che donano personalità all’intera produzione Tigon studios.
    Dal punto di vista del gameplay, la manovrabilità dei diversi veicoli messi a disposizione del giocatore (auto, scooter, moto e camion) è di stampo tipicamente arcade con comandi piuttosto semplici ed intuitivi; una giocabilità creata ad hoc per esaltare gli adrenalinici inseguimenti ideati dai programmatori, fatti di speronamenti, furti d’auto al volo, sparatorie in corsa e derapate al limite.
    In base alle proprie performance su due e quattro ruote (viene premiata la guida spettacolare e spericolata) è possibile caricare la cosiddetta barra “focus” , che una volta satura garantirà al giocatore una serie di mosse speciali in grado di sovvertire l’esito di un inseguimento: con il pulsante A si attiva una sorta di superturbo, mentre premendo in su o in giù la croce direzionale si entra in due distinte ma analoghe modalità “bullet time” (reso celebre da Max Payne), durante le quali è possibile per pochi istanti rallentare il tempo e colpire indisturbati le parti sensibili dei veicoli che ci inseguono o che stiamo inseguendo, o magari eliminare con un preciso headshot i piloti avversari.
    Un altro originale espediente nel gameplay è quello di poter rubare “al volo” qualunque veicolo si trovi nel nostro raggio d’azione, grazie ad una mossa totalmente fuori di testa chiamata “Air Jack” che si attiva premendo il pulsante B e rilasciandolo nel momento opportuno (l’indicatore a schermo passerà da rosso a verde).
    Questa particolare operazione vede il nostro Vin Diesel lanciarsi irrealisticamente (ed in maniera piuttosto ridicola, a dire il vero) sul posto di guida del malcapitato di turno, che viene disarcionato con una mossa cattiva e repentina: assurda da vedere ma utilissima per cambiare velocemente il proprio veicolo - soprattutto se in condizioni critiche - durante un serrato inseguimento (la mossa è utilizzabile sia verso il traffico civile ma è anche un’efficace “arma”contro i nemici).
    La struttura “open world” consente di affrontare sia le missioni principali della trama (31 in tutto, per una decina di ore di gioco circa) che le 105 secondarie previste dai programmatori: si tratta dei classici del genere e prevedono furti d’auto, fughe dalla polizia (le cui modalità di inseguimento e disimpegno sono analoghe a quelle di Grand theft auto 4), missioni “Taxi” e via discorrendo, tutte incentrate sulla nostra abilità di piloti in lotta contro il tempo e gli avversari di turno.
    Ciascuna missione - principale e non - è accessibile dalla mappa di gioco premendo semplicemente sulla rispettiva icona di localizzazione, un altro espediente (già visto in Need For Speed: Undercover) che sottolinea quanto l’esperienza “free-roaming” non sia fondamentale nell’economia del titolo.
    Seppur divertenti (almeno all’inizio) le sparatorie a piedi risultano realizzate grossolanamente e non gratificano come le frenetiche sessioni di guida, fungendo da intermezzi tra un inseguimento e l’altro e soprattutto da supporto alla ricca trama da film d’azione.
    Ciascuna missione principale, nel più classico stile alla Grand theft auto, è anticipata da filmati realizzati col motore del gioco che ne spiegano il contenuto: realizzazione, cura e regia non sono ai livelli delle produzioni Rockstar, tuttavia il carisma di Vin Diesel (seppur digitale) sopperisce in parte alle lacune in sceneggiatura.

    Grafica e Tecnica

    Dal punto di vista squisitamente tecnico The Wheelman non brilla per innovazione e sicuramente non spreme i potenti hardware delle console di nuova generazione (anzi), tuttavia il risultato globale è sufficientemente apprezzabile e di conseguenza il prodotto si presenta piuttosto piacevole da vedere e da ascoltare, pur presentando lacune e magagne non del tutto trascurabili.
    La città catalana è realizzata con molta cura e sono facilmente riconoscibili gli edifici ed i quartieri più caratteristici (spettacolare lo scorcio “in volo” che accompagna la prima missione del gioco), ma le scelte cromatiche e la tendenza arcade del titolo la rendono più una enorme pista cittadina piuttosto che una metropoli pulsante di vita come la Liberty city di Grand theft auto 4: traffico e pedoni sono come i soprammobili di un comodino alla mercè del giocatore (intelligenza artificiale rivedibile), fungendo più da contorno/ostacolo che da contenuto attivo durante i velocissimi inseguimenti.
    Le textures che ricoprono i vari edifici e gli altri elementi di gioco sono di sufficiente fattura (a volte si nota un certo ritardo nell’aggiornamento), con alti e bassi a seconda dell’area presa in considerazione, mentre i numerosi veicoli - stranamente solo alcuni su licenza - sono realizzati con cura e sono ricchi di dettagli, con una buona riproduzione delle carrozzerie e delle superfici riflettenti.
    Il modello di Vin Diesel, naturalmente somigliante - ma non troppo - all’attore in carne ed ossa, non è curato come era auspicabile in un titolo creato ad hoc per la sua figura (prodotto dalla software house di cui è proprietario, fra l’altro), inoltre le animazioni un po’ goffe e legnose lo rendono una specie di grosso e muscoloso manichino di gomma senz’anima, lontano anni luce dal carisma e dalla vitalità di Niko Bellic.
    Una sorte analoga, spesso ben peggiore, tocca anche agli altri protagonisti del gioco, poveri in termini di poligoni e realizzati piuttosto grossolanamente (buoni solo alcuni volti ), seppur si noti un certo impegno da parte dei programmatori.
    Gli effetti speciali (come ad esempio le esplosioni e quelli particellari in generale) non rispondono agli standard qualitativi raggiunti dai prodotti moderni tecnicamente più avanzati, presentandosi semplici nelle dinamiche e approssimativi nella realizzazione: anche il modello fisico è ben distante da quello visto in prodotti analoghi, confermando l’anima totalmente arcade ed user friendly del titolo Tigon Studios.
    Dal punto di vista dell’audio si sottolinea una soundtrack piuttosto piacevole dai ritmi spagnoleggianti, supportata da brani di altro genere ascoltabili nelle varie stazioni radio presenti nel gioco: discreto il doppiaggio completamente in italiano, il cui punto di forza è rappresentato dalla voce di Massimo Corvo (doppiatore “ufficiale” di Vin Diesel nei suoi film più famosi, tranne che in xXx).
    Gli effetti sonori, per concludere, sono assolutamente nella media e non c’è nulla di particolare da segnalare, se non che un buon impianto home theatre con dolby digital 5.1 possa favorire l’ascolto dei campionamenti e l’audio direzionale.

    The Wheelman The WheelmanVersione Analizzata Xbox 360The Wheelman è un gioco d’azione piuttosto atipico incentrato sugli spettacolari inseguimenti su strada, su una trama cinematografica e sul carisma del protagonista; elementi che non elevano la fatica dei Taigon Studios a prodotto d’eccellenza ma che sicuramente ne aumentano l’appeal. Tralasciando il comparto tecnico dignitoso, la marginalità delle sparatorie a piedi, l’assenza di qualsivoglia modalità multiplayer online ed un approccio al free-roaming del tutto personale (deputato a mero “traghetto” tra un inseguimento e l’altro), il prodotto si lascia giocare piacevolmente e non annoia anche il videogiocatore navigato, alle prese con un gameplay dal sapore “oldstyle” per la sua innata intuitività ma sempre fresco, frenetico e semplicemente divertente. Smorzate un po' gli entusiasmi (ed il voto finale) se non amate un gameplay leggero ed una narrazione volutamente esagerata.

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